Con le peggiori intenzioni
Letteratura italiana
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Se non la buttasse in caciara
Lettura piacevole, umorismo all'altezza di Roth, personaggi godibilissimi. Piperno avrebbe tutte le potenzialità per essere il più grande scrittore italiano vivente. Peccato sciupi a volte il suo talento per colpa di un desiderio spasmodico di esagerare e per colpa di una voglia quasi irrefrenabile di strizzare l'occhiolino a un lettore entusiasta. Si direbbe che tema di annoiare, temi la seriosità, perciò "la butta in caciara". Probabilmente il limite di Piperno è un limite, per così dire, dannunziano. Vorrebbe tenere sempre alta l'ammirazione del lettore verso la propria arguzia, il proprio virtuosismo. Ma così la struttura si disgrega. E quello che potrebbe essere un capolavoro si degrada in un libro godibilissimo ma pieno di difetti.
Indicazioni utili
Odio e amore
Devo dire,che è proprio “Con le peggiori intenzioni” che ho dato inizio alla lettura di questo libro,dopo aver letto i commenti e le recensioni dei lettori,commenti per la maggior parte oltremisura negativi e con sole poche voci di apprezzamento per lo piu’ fuori dal coro. Inaspettatamente mi sono trovata ,invece,trasportata,in uno dei libri piu’ ben scritti ed originali che io abbia letto ultimamente. Un romanzo,che racconta la sagra dei Sonnino ebrei della ricca borghesia romana,dagli anni ’60 fin quasi ai nostri giorni,che mi ha avvinto e trascinato,con la sua prosa ridondante e sofisticata, la sua esuberanza stilistica,la sua sofisticatissima aggettività .La sagra della paura,della vergogna ,di un epico nichilismo che tende all’annientamento o alla drastica svalutazione della realtà o di ampie parti di questa. In questa potenza di parole,prendono forma personaggi estremamente vivi ed eviscerati fino all’estremo, ognuno di essi ben plasmato e delineato dallo sguardo e dalla minuziosa elaborazione dell’IO narrante,in una sorta di scrupolosa ed accurata psicanalisi ed autoanalisi continua ed efficace per la comprensione dell’intima essenzialità di ognuno di essi.
Un libro che vale la pena di leggere,in quanto “caso letterario del momento”,per vedere,se non altro da che parte si sta: c’è li lo stronca e c’è chi lo ama incondizionatamente. Io sono tra questi ultimi,anche se posso capire le opinioni contrarie alla mia e giustificare il non gradimento di chi, non avvezzo all’abuso avverbiale ed aggettivistico,alla traslazione metaforica, al narcisismo espressionistico e alla intrinseca ed assoluta analisi dell’indole umana,si è perso nei meandri di pensiero ed intreccio,non riuscendo a ritrovare la strada dell’interesse per il contenuto. Un libro che lascia sicuramente il segno di un totale accoglimento o di un “apotropaico”(Aggettivo piperniano dall’autore molto amato ed usato) rifiuto.