Narrativa italiana Romanzi I trent'anni che sconvolsero il mondo
 

I trent'anni che sconvolsero il mondo I trent'anni che sconvolsero il mondo

I trent'anni che sconvolsero il mondo

Letteratura italiana

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Alla metà degli anni Cinquanta, una famiglia meridionale sbarca a Torino alla ricerca di una vita migliore. La sua storia si intreccia, lungo il corso di tre decenni, a quella di tanti altri personaggi. Storie di uomini, distillate dal mondo con sguardo ironico e malinconico a un tempo, che ci spiegano, attraverso le loro personali vicende, alcune delle contraddizioni e dei problemi che sviluppo sociale ed esplosione dei consumi hanno portato con sé. Un punto di vista che ribalta la valutazione positiva degli economisti sulle trasformazioni avvenute nei trent'anni ripercorsi dai personaggi del libro, dissacrando anche le convinzioni sul benessere di una società e sui parametri in base ai quale può essere valutato. La filosofia di vita che affiora dalla narrazione rivendica la sua autonomia di pensiero anche rispetto alle teorie economiche più consolidate.



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I trent'anni che sconvolsero il mondo 2012-07-26 20:59:53 Nadiezda
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    26 Luglio, 2012
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La decrescita felice

Chi ha studiato ragioneria si è fatto inculcare in testa che il ciclo economico è fatto di un’alternanza di fasi caratterizzate da una diversa intensità dell’attività economica.

In questo momento siamo in un periodo di decrescita però non tutti hanno ancora capito che quando un sistema è finito la crescita non può esserci ed i consumi diminuiscono notevolmente.

In questo libro riuscirete a capire tutte le baggianate che ci hanno fatto entrare in testa in nome del progresso e dell’innovazione.

Maurizio Pallante, l’autore, ha deciso di raccontare attraverso la sua penna i trent’anni del boom economico subito dall’Italia.
Partendo dagli anni Cinquanta, passando per le contestazioni studentesche del ’68 fino ad arrivare al 1989 con la caduta del Muro di Berlino.

Non si tratta sicuramente di un libro leggero, ma non è privo di ironia, anzi.

L’autore ha deciso di entrare in continuazione nella trama del libro, s’intrufola come un attore nelle scene e viaggia nel tempo.

Passiamo alla trama.

Siamo negli anni Cinquanta, in Italia, e sono iniziati i flussi migratori della gente dalle città del sud verso le città del nord, più precisamente a Torino. Qui tutti cercano una vita migliore, basata sul consumismo, l’industrializzazione e l’espansione.
Questa storia si intreccerà a molte altre in un periodo in cui i mutamenti erano all’ordine del giorno.
La gente in un primo momento era contenta di aver abbandonato i campi e le arretratezze dei loro paesi, ma si sa “non è tutto oro quello che luccica”.
Il boom economico non aveva portato solo benessere, infatti attraverso le vicende dei personaggi scelti dall’autore veniamo portati a conoscenza delle contraddizioni e dei problemi che si crearono con il passare del tempo.

Cosa voglio aggiungere? È sicuramente un libro da leggere perché ci fa riflettere e valutare le nostre scelte perché crescita non è sinonimo di benessere!

“Venghino, signori, venghino. Salgano tutti con me sul treno del progresso. Abbandoniamo il passato e le sue arretratezze. Dirigiamoci gioiosamente verso il futuro. Ma non spingete. Calma. C’è posto per tutti. Venghino, signori, venghino. E lei non sale? Non vuole cambiare in meglio la sua vita? Avrà mica paura dei cambiamenti? Tanto peggio per lei. Ma sappia che è un disadattato. Sarebbe bene che si facesse curare da uno psicologo. No, meglio da uno psichiatra. O da uno psicanalista…”

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