Narrativa italiana Romanzi Il sorriso del conte
 

Il sorriso del conte Il sorriso del conte

Il sorriso del conte

Letteratura italiana

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Una frizzante saga generazionale, ambientata a Bergamo nel secolo scorso, scatta a partire dalla morte "sorridente" del conte Angelo Salani, scapestrato viveur. Le tragicomiche vicende del nonno e del padre di Angelo precedono un'indagine che il suo amico don Luigi svolge per scoprire quale retroscena si nasconde dietro una bizzarria del testamento. Emergerà, alla fine, una spiazzante sorpresa femminile. Ricco di humour nel trafiggere vizi privati e pubbliche virtù di un piccolo mondo lombardo, il romanzo d'esordio del cinquantenne Calzana gode della stima di Andrea Vitali, che così conclude la sua presentazione in copertina: «Una storia siffatta l'avrei raccontata più che volentieri».



Recensione della Redazione QLibri

 
Il sorriso del conte 2011-10-31 12:45:04 Dilo
Voto medio 
 
3.0
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Dilo Opinione inserita da Dilo    31 Ottobre, 2011
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il sorriso del conte

E' un libro che parla d'Italia, dalla prima guerra modiale al 1988. La storia di una famiglia di nobili, costretti a lavorare, gli esperimenti pedagogici del padre sul suo unico figlio. Padre che prende come sua unica fonte di ispirazione Rousseau e che proprio per questo non solo cresce suo figlio come l'Emile ma addirittura lo chiamerà Gian Giacomo. Il giovane odia il suo nome e l'inadeguatezza del programma educativo lo porterà ad essere fuori posto in ogni occasione, fin quando non si sposerà e poi incontrerà un cugino che sembrava disperso. Esilarati e interessanti sono i parallelismi, tra la guerra che l'Italia stava combattendo e la "guerra" che Gian Giacomo si trova ad affrontare con una moglie che per amor di patria decide di non assolvere più i suoi doveri coniugali.
Poi l'autore ci fa fare un salto di 50 anni e finalmente si comincia a parlare del Conte, ovvero il figlio di Gian Giacomo, e lo fa a partire dalla morte del conte Angelo, ciò che ne viene fuori è un uomo-bambino sempre sorridente, con una vita piena di segreti. Interessantissima è la figura del prete amico di Angelo, che nonostante abbia una vita completamente diversa da quella dell'amico e nonostante l'abito talare dovrebbe imporgli di disprezzare lo stile di vita di Angelo, il Don non può fare a meno di volergli bene.
E' una storia piacevole, scritta in tono ironico, potrebbe essere anche una bella storia, se non fosse che il finale è inconcludente, alla fine vorresti chiedere all'autore: "scusa potresti dirmi, se non ti disturba troppo, per quale motivo mi hai raccontato tutta sta cosa?"
Ciò che sinceramente non capisco e non tollero è l'uso dell'articolo determinativo prima dei nomi propri di persona, non è Italiano e risulta anche particolarmente fastidioso, l'articolo prima del nome viene usato soltanto dal narratore e non dai personaggi e ciò rende questa scelta (perché voglio sperare che sia una scelta) totalmente priva di senso, anche perché la narrazione è in terza persona e il narratore è fuori dalla storia. Se fossero stati i personaggi ad usare l'articolo prima del nome, allora, avrei potuto giustificare la scelta, visto che il romanzo è ambientato a Bergamo, avrebbe addirittura contribuito a dare veridicità ai personaggi. Quante volte ci hanno detto che leggere è importante,perché impariamo parole nuove e anche perché ci aiuta a capire come si scrive in italiano?
Sotto questo punto di vista bocciato lo scrittore e la casa editrice che avrebbe dovuto fare un minimo di editing

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