Narrativa italiana Romanzi Il terzo tempo
 

Il terzo tempo Il terzo tempo

Il terzo tempo

Letteratura italiana

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Costanza non è vecchia però presto lo sarà. Convinta che il terzo tempo sia da vivere pienamente, senza mai smettere di cercare la felicità, ne scrive con spirito battagliero in una rubrica. "Insegno malinconia positiva. Soffrire da vecchi è la regola. Soltanto i vecchi speciali ce la fanno. E i vecchi speciali sono quelli che stanno bene." Quando eredita dal padre un austero ex convento a Civita di Bagnoregio si lascia prendere da un progetto vagamente sconsiderato: radunare in quella casa bella e nuda, incastonata in un luogo simbolico che si sfalda lentamente, i compagni con cui giovanissima ha condiviso a Milano la vita e l'impegno politico, per ricreare una comune, una famiglia larga in cui spartire gli affanni e discutere del futuro perché un futuro c'è sempre, fino alla fine dei giochi. E un tentativo di tornare all'età delle illusioni, "la leggenda d'aver ragione che ha nutrito la nostra seconda infanzia"? Energica, accentratrice, un po' egoista, Costanza è il magnete da cui tutti finiscono per essere catturati: gli amici di un tempo, con i loro dolori, le rivalse, i fallimenti; il compagno di una vita, Dom, che lei ha scelto di allontanare ma che la sorveglia con la tenacia di un'affettuosa sentinella; il figlio Matteo, che cova da grande distanza un suo carico di pena. Mentre tutti convergono su di lei, Costanza si sente soffocata dall'enormità del suo disegno. Riuscirà a portarlo a compimento? E proprio sicura di volerlo? E che cosa succederà?



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Il terzo tempo 2018-05-02 13:49:38 Lyda
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Lyda Opinione inserita da Lyda    02 Mag, 2018
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L'accettazione

L'ultimo periodo della vita è un argomento spinoso per la maggioranza delle persone, soprattutto oggi, nella società consumistica del ventunesimo secolo dove perfezione, bellezza e massima realizzazione imperano a dismisura, dove i 'cinquanta' sono i quaranta di trent'anni fa, e dove le principali chiacchiere da coiffeur (quando non siano pettegolezzi di cattivo gusto) sono palestra e glutei, dieta vegetariana e benefici delle spezie in infusione.
Tutto deve essere sempre al top, corrispondere a canoni di positività e gioia e gli unici verbi contemplabili sono brillare, eccellere, distinguersi, godere.
Del corpo che cambia e non risponde più come quand'era fresco e giovane è preferibile non disquisire, anzi, così facendo alcuni assurdamente si 'anestetizzano' con la convinzione che quella specie di 'triste morte lenta' a loro non accadrà mai o almeno in misura lieve rispetto ai tanti sfortunati.
E' la paura della sofferenza fisica e del dolore prima del reale trapasso, a farla da padrone; il timore dell'inesorabile distruzione del proprio essere (ivi inteso nel binomio corpo-psiche) e per i più indipendenti, il pensiero di quando la non auto-sufficienza probabilmente costringerà a richiedere favori e aiuto altrui.
In questo delizioso romanzo la sapiente penna femminile della Ravera rincuora e aiuta i più timorosi della vecchiaia a ricollocare gli ultimi anni in una sfera più ampia ed evanescente, attraverso l'idealismo della protagonista, la sua gioia di vivere e la rincorsa della felicità e dei sogni, proprio come accade quando si è giovani e con i teorici decenni avanti a noi.
Costanza Gatti ha sessantaquattro anni quando eredita dal padre una cospicua quanto inattesa somma di denaro più un vecchio convento a Civita di Bagnoregio, piccolo borgo laziale detto 'la città che muore' per la caratteristica geomorfologica del terreno circostante che col tempo lo ha isolato dal resto della vallata, e a cui si accede solo tramite ponte pedonale in cemento armato.
Quasi subito alla brillante signora viene in mente un'idea bizzarra cioè ricreare nell'austero convento ristrutturato una specie di 'ricovero' per i suoi vecchi amici dell'età della ribellione, i vent'anni vissuti in una 'comune' a Milano in mezzo a ideali politici e illusioni sul futuro.
La storia si dipana quindi attraverso la ricerca dei vecchi amici persi di vista quarant'anni prima, una miriade di contraddizioni, rivalse e fallimenti e il rapporto con l'ex-marito Dom, compagno di una vita e figura fedele e onnipresente anche dopo la separazione ma con cui alla fine si troverà a dover fare i conti perché, volente o nolente, il tempo cambia ogni cosa e talvolta pure le persone.
L'unica via d'uscita è l'accettazione e a Costanza, energica e pure un pò egoista, volendo 'salvarsi' non resterà che metabolizzare e accogliere il cambiamento.
Ecco quindi che attraverso le vicende della simpatica protagonista femminile la Ravera ci mostra la chiave di lettura dell'esistenza stessa ovvero il lasciar fluire eventi ed energie, non rimanendo passivi o rassegnati, combattendo, certo, senza però ostacolare il naturale percorso delle cose.
Che non è poi un percorso così facile né scontato...

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