Narrativa italiana Romanzi La città e la casa
 

La città e la casa La città e la casa

La città e la casa

Letteratura italiana

Editore

Casa editrice

Apparso nel 1984, La città e la casa è un romanzo epistolare che racconta la disgregazione della famiglia, la crisi dei ruoli tradizionali, il vuoto drammatico che accompagna la vita dei nostri giorni. La mancanza di virilità, l'assenza della figura paterna, l'insicurezza dei figli compongono i frammenti di un'armonia ormai dispersa in un fitto susseguirsi di eventi spesso drammatici tra Roma, l'Umbria e l'America. Lettera dopo lettera, padri, figli, amici, amanti vengono messi di fronte a se stessi e al loro bisogno di verità. L'autrice ricostruisce le schegge di queste vite e racconta nel consueto stile, asciutto e lirico insieme, la perdita di quel senso di appartenenza che ha il suo simbolo più evidente nella casa: perché «uno le case può venderle o cederle ad altri finché vuole, ma le conserva ugualmente per sempre dentro di sé».



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0  (1)
Contenuto 
 
5.0  (1)
Piacevolezza 
 
5.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
La città e la casa 2022-09-24 08:19:52 Valepepi
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Valepepi Opinione inserita da Valepepi    24 Settembre, 2022
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

NON CHIEDERMI PERCHÈ

Il mio primo approccio con Ginzburg è stato indiretto, mediato dalla bella biografia scritta da Petrignani ne “La Corsara” qualche anno fa. Dopodiché, l'incontro vis à vis con i suoi scritti e un innamoramento che a ogni lettura si rinnova.
Come in “La città e la casa”.
Il romanzo è scritto in forma epistolare e vede Ginzburg rifrangersi in un caleidoscopio di personaggi rappresentati da un gruppo di amici riuniti attorno a “Le Margherite”, un vecchio casolare di campagna che non è solo un luogo di incontro, ma anche un collante di relazioni, un antidoto alla solitudine domestica, un rifugio contro il chiasso e il grigiore metropolitano. È un luogo dell’anima dove ritrovare sé stessi e gli altri, in un armonico, seppur instabile, equilibrio tra individuo e comunità.
Nel gruppo de Le Margherite, difatti, i ruoli, i rapporti non sono rigidamente cristallizzati, piuttosto si sgretolano, fluiscono, senza però mai sfociare nella rottura definitiva, traslando al concetto di comunità quel che vale per il singolo individuo: si evolve, si involve, ci si trasforma, senza però mai staccarsi da sé stessi.
Le Margherite è un nome che non ha una motivazione, un perché.
E l'assenza di un perché è il filo conduttore che anima tutto il libro: le cose sono, accadono, senza una ragione precisa, senza una causa scatenante.
Il romanzo si apre, difatti, con la decisione inspiegabile e improvvisa di Giuseppe di vendere casa, abbandonare tutto e trasferirsi in America dal fratello Ferruccio.
Da qui, l’inizio della dissoluzione dei legami con i luoghi e tra le persone. Dopo la dipartenza di Giuseppe, difatti, il gruppo si sfalda e Le Margherite viene messa in vendita. Gli amici rimasti si sparpagliano tra Roma e l’Umbria e nel frattempo si innestano nuovi personaggi: Ignazio Fegiz e il figlio di Giuseppe, Alberico, che scardinano i vecchi equilibri.
Giuseppe segue tutto a distanza, tramite il fitto scambio epistolare che intrattiene con i suoi amici. Ogni missiva riflette l’animo del suo autore - l’indolenza placida di Giuseppe, la fame d’amore di Lucrezia, lo spirito libero di Alberico - , ma altresì la penna inconfondibile di Ginzburg.
Una penna caratterizzata da una prosa semplice, intima e sincera che non scandaglia pensieri e sentimenti e non va letta tra le righe. Ginzburg racconta di fatti minuti, parla di quotidianità, resta sulla superficie delle cose e pur tuttavia va dritta al cuore e al cuore parla.

Trovi utile questa opinione? 
20
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)
Cause innaturali
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tutti i particolari in cronaca
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Dare la vita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
L'età fragile
Valutazione Utenti
 
3.2 (3)
Il rumore delle cose nuove
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

L'età fragile
Il rumore delle cose nuove
Vieni tu giorno nella notte
Giù nella valle
Abel
Il vento soffia dove vuole
La collana di cristallo
Romanzo senza umani
Resisti, cuore
La ricreazione è finita
Grande meraviglia
Le altalene
Rosso di fiamma danzante
Il cognome delle donne
La girandola degli insonni
Genitori cercasi