Narrativa italiana Romanzi Santa degli impossibili
 

Santa degli impossibili Santa degli impossibili

Santa degli impossibili

Letteratura italiana

Editore

Casa editrice

«Ho sempre pensato che a Milano sto bene, che è un posto da combattenti, da apolidi, una legione straniera. Che non saprei dove altro vivere. Ho fatto tutto qui: università, figli, matrimonio, lavoro.» Mila è stata una bambina luminosa, una ragazza solitaria: oggi è la moglie di Paolo e la madre di Maddi e dei gemelli, una donna che ha perso il filo del suo destino. Un giorno cede a un impulso segreto, e si ritrova in ospedale. Qui incontra Annamaria, un'insegnante laica che, come le suore, ha fatto voto di povertà. Tramite lei Mila torna in contatto con una figura straordinaria della sua infanzia, santa Rita, la santa degli impossibili, che ha attraversato i secoli con la forza della testimonianza di una donna che riuscì a volare oltre ogni ostacolo grazie alla potenza magica di una passione inestinguibile.



Recensione della Redazione QLibri

 
Santa degli impossibili 2015-05-19 15:45:31 Mian88
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    19 Mag, 2015
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Solitudine.

Mancano soltanto quattro giorni al compimento del quarantesimo compleanno di Mila, ed è tempo di bilanci. La sua vita è radicalmente cambiata dal giorno in cui, a soli 23 anni, ha conosciuto Paolo ed ha con lui costruito la sua famiglia dando alla luce tre figli di cui due gemelli ed una primogenita vivace fanciulla di nome Maddi, eppure quel senso di insoddisfazione, di non-fermezza, di inquietudine continua a perseguitarla, l’attende ad ogni angolo, non sa spiegarsi bene nemmeno lei il perché. E’ uno spirito libero Mila. Non può essere imprigionata nei rigidi schemi che la vita impone. E’ una donna dall’animo fantasioso ed emancipato, una di quelle persone che amano le piccole cose, che si stupiscono delle ovvietà dei e per i molti, che restano affascinate dal lento cadere della pioggia, che non si vergognano di parlare con un gattino se ritengono che quello abbia qualcosa da dire o da esprimere ne tanto meno si preoccupano di donare parte del loro tempo al felino desideroso di coccole o affetto, che non hanno remore a nascondersi nei loro silenzi anche se questo significa lasciare il mondo fuori. Paolo però non riesce a capirla. Forse non è semplicemente in grado di leggere tra le righe, di comprendere quel sempre più frequente chiudersi in se stessa, attimi che si sono sommati (e di poi sostituiti) ai rancori ed alle incomprensioni dettate dalla vita coniugale, o semplicemente la sua tempra pratica gli impedisce di guardare con gli occhi della mente ai bisogni di quella donna insoddisfatta e senza sosta, perennemente alla ricerca, perennemente irrequieta, semplicemente infelice. Infine nelle ultime quindici pagine, il miracolo inatteso. Un cambio di prospettiva che vuol lasciare a chi legge il semplice ma non scontato messaggio del non buttarsi via, di non sprecare quei giorni sulla terra. E quelle note provenienti dal sax, quel profumo dell’erba tagliata, quel cinguettio degli uccellini del parco, quel bacio appassionato dei giovani innamorati incuranti del tutto e del tutti accarezzano Mila così come il lettore invitandolo a guardarsi intorno, a non vedere sempre il “bicchiere mezzo vuoto”, il brutto delle giornate che inesorabilmente passano perché la vita è tutta intorno a te e ti aspetta pronta ad accogliere il tuo cammino anche se non sai dove andare, anche se non sai quale sia la tua meta, anche se non puoi e non devi fare altro che camminare, volerti bene e andare avanti.
Una storia delicata e breve costruita con grazia e leggerezza su semplici assunti (silenzi, carenze, ombre del passato, l’inadeguatezza e l’infelicità, il non sentirsi mai adeguati). Quante donne oggi giorno cercano di essere moglie e madre, casalinga e lavoratrice e segretamente auspicano a qualcosa per sé sentendosi immediatamente in “colpa” per essersi lasciate andare ai propri sogni, alle proprie aspirazioni, ai propri desideri. E nella intima lotta tra conformità e riscatto la figura femminile vuol far sempre meglio per raggiungere una completezza che presuppone il rischio di perdere ciò che ella stessa è. Con il suo stile impeccabile Daria Bignardi riesce a far sentire chi legge compreso e di conseguenza meno solo.
Forse non il più bel romanzo dell'autrice ma sicuramente degno di nota.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
250
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Recensione Utenti

Opinioni inserite: 3

Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0  (3)
Contenuto 
 
4.0  (3)
Piacevolezza 
 
4.0  (3)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Santa degli impossibili 2016-01-23 15:52:55 ant
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
ant Opinione inserita da ant    23 Gennaio, 2016
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Mila come Santa Rita

Un breve romanzo questo, ma che mi ha colpito per la voglia dell'autrice di trasmettere, a mio avviso, due necessità, e cioé: la voglia di trascendenza e la tenacia di voler a tutti i costi raggiungere i propri obiettivi. Il titolo del libro si rifà alla figura di santa Rita, che proprio così era chiamata, e la protagonista del testo è Mila che per il suo vissuto somiglia molto a Rita. Mila è una donna che vive a Milano, ha un buon lavoro, una normale famiglia, ma sotto cova un'infelicità latente che la sconquassa e la porta a stravolgere tutto. Il romanzo prosegue con le descrizioni di Mila, soprattutto comportamentali e l'attaccamento di quest'ultima verso i deboli e gli infelici, il destino porterà Mila ad essere ricoverata in una clinica dove inconterà AnnaMaria un'insegnante che la riavvicinerà alla fede perduta. Molto particolare, concludo estrapolando un passaggio che mi ha colpito dove si parla di Milano:
"Ho sempre pensato che a Milano sto bene, che è un posto da combattenti, da apolidi, una legione straniera. Che non saprei dove altro vivere. Ho fatto tutto qui: università, figli, matrimonio, lavoro. Milano mi somiglia. Parla poco, non ha tempo, sembra che non si affezioni a nessuno, ma non è così. Milano è come me, va di fretta e cerca di fare tutto meglio che può, nonostante se stessa."

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Santa degli impossibili 2015-07-02 04:04:54 Bruno Elpis
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    02 Luglio, 2015
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Una spina in fronte, una nel cuore

La “Santa degli impossibili”, per Daria Bignardi, è santa Rita (“Voleva così tanto essere partecipe della passione di Cristo che un giorno ricevette in fronte una spina della sua corona: si vede ancora oggi sulla mummia. Un altro miracolo”).
A lei perviene, dopo un itinerario piuttosto sofferto, Mila. Giornalista milanese, coniugata a Paolo, che ha conosciuto grazie a un gatto ( “Monaldo… Paolo e io ci siamo conosciuti grazie a lui”) quando operava come supplente in un ricovero per animali, madre di Maddi, che interviene nella narrazione per fornire il punto di vista dei figli, e di due gemelli, Mila avrebbe tutti i prerequisiti per essere felice… Ma la felicità non si costruisce a tavolino, non la si può programmare o ottenere con la vita familiare, né la si conquista con qualche impegno sociale, tipo volontariato nel carcere di san Vittore (“Quando sto coi bambini, o con gli animali. O coi detenuti. Ma anche al bar”). In Mila talvolta affiorano impulsi autodistruttivi e un disagio strutturale (“A me piace vivere… La cosa che mi viene… è come un mancamento, un’ebbrezza”).
Il ricovero in ospedale dopo un incidente misterioso e la conoscenza di Annamaria aprono uno squarcio di spiritualità e di sorpresa trascendente (“Sfoglio il libro che mi ha mandato Annamaria, una raccolta di disegni di Dino Buzzati sui miracoli di Santa Rita. S’intitola I miracoli di Val Morel”). Chissamai che sia la via giusta da praticare, per approssimarsi a quella felicità che troppo spesso ci sembra irraggiungibile.

La storia è breve, complessivamente triste, ma lascia intravedere qualche spiraglio. La razionalità espositiva della Bignardi, che conosciamo come intervistatrice televisiva talvolta brusca nei cambiamenti di registro, fa da patina al tumulto dello stress sociale e dell’insoddisfazione interiore, in un esperimento essenziale nella forma, interessante nel risultato.

Bruno Elpis

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
180
Segnala questa recensione ad un moderatore
Santa degli impossibili 2015-05-14 22:00:02 luca ferri
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Opinione inserita da luca ferri    15 Mag, 2015

un piccolo concentrato di inquietudini, emozioni

Ed ecco che "L'amore del mondo", il tuo libricino pubblicato nel 2011 dal Corriere della Sera, prende forma e sistema tutti i tasselli... la protagonista trova un nome, Mila, una vacanza un po' atipica a Ventotene, la prima col marito Paolo, segna il vero inizio di una vita insieme non priva di complicazioni... il prologo, in cui si parla della "Santa degli Impossibili", con la splendida frase ripresa anche in quarta di copertina, si aggancia con la raccolta di disegni di Buzzati (vedi copertina del libro) e col "miracolo non richiesto" che sta per accadere, e il miracolo sono le ultime nove pagine del libro... meravigliose, da leggere tutte d'un fiato perchè sembra davvero di essere al parco insieme alla protagonista ad ascoltare un sax, sembra di sentire il profumo dell'erba tagliata e il cinguettio degli uccelli e sembra di respirare il bacio magico di due ragazzi abbracciati.
Questo libro, che riprende in parte il panico, i tormenti e il cambiamento post-ricovero di Eugenia nel Karma Pesante e ricorda anche le difficoltà di coppia nell'Acustica Perfetta e le inquietudini di Sara, non compresa dal marito Arno e con la voglia di fuggire da tutto, è un dolce monito a chi ha la tentazione di buttarsi via... perchè la vita ti aspetta, la senti pulsare sulla panchina di un giardinetto come in un bar rumoroso e disordinato... e se anche non si sa dove andare, sempre meglio volersi bene, camminare e vivere.
Grazie Daria, sei come sempre bravissima, nella tua scrittura adoro anche le virgole:-)

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
60
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)
Cause innaturali
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tutti i particolari in cronaca
Valutazione Utenti
 
3.9 (3)
Dare la vita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
L'età fragile
Valutazione Utenti
 
3.2 (3)
Il rumore delle cose nuove
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Il nostro grande niente
Cuore nero
L'età fragile
Il rumore delle cose nuove
Vieni tu giorno nella notte
Giù nella valle
Abel
Il vento soffia dove vuole
La collana di cristallo
Romanzo senza umani
Resisti, cuore
La ricreazione è finita
Grande meraviglia
Le altalene
Rosso di fiamma danzante
Il cognome delle donne