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Scrivere è un mestiere pericoloso Scrivere è un mestiere pericoloso

Scrivere è un mestiere pericoloso

Letteratura italiana

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La sua nuova sfida è creare un ricettario dalle memorie di un'anziana cuoca. Un'impresa ardua, quasi impossibile. Perché Vani non ha mai preso una padella in mano, e non le è chiarissimo il significato di parole come scalogno o topinambur. Ma inaspettatamente, mentre esegue l'incarico con il conforto morale di un gourmet come il commissario Berganza, una rivelazione cattura il suo interesse: la cuoca confessa un delitto. Un delitto che riguarda una delle famiglie più in vista di Torino, e che per la cronaca ha un altro colpevole. Berganza abbandona i fornelli per indagare, e adesso è lui ad aver bisogno di Vani, del suo dono che le permette di osservare le persone e scoprirne i segreti più nascosti. Eppure la strada che porta alla verità è lunga e tortuosa. A volte la vita assomiglia a un giallo, piena di falsi indizi: solo l'intuito di Vani può smascherarli.



Recensione della Redazione QLibri

 
Scrivere è un mestiere pericoloso 2016-05-17 07:53:26 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    17 Mag, 2016
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Torna la ghostwriter

Dopo avere esordito lo scorso anno con “L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome”, Alice Basso torna in stampa con il nuovo capitolo di quella che oggi è già una saga e domani forse potrebbe divenire una fiction. E di sicuro successo. Non si può infatti negare che questo romanzo strizzi furbescamente l’occhio alle tendenze più commercialmente in voga in questo momento, mescolando generi e registri diversi: il giallo, il rosa, la commedia umoristica. Ma lo fa in modo convincente, dando vita a un testo che si distingue per originalità e piacevolezza.

Vani Sarca è una protagonista davvero unica, lontana anni luce dall’immagine della ragazza di successo, dalla bellezza ammaliante e il carattere solare, che tipicamente si incontra nel genere "chick lit". Un lavoro sottopagato come ghostwriter, scrittrice invisibile di elaborati destinati al successo altrui. Un look dark, i cui pezzi forte sono un logoro impermeabile nero e un inquietante rossetto viola, che contribuisce a cementare la barriera difensiva eretta verso il mondo. Se poi parliamo di carattere, l’ironia e il sarcasmo dissacrante sono il suo pane quotidiano.

Ma se c’è una cosa che Vani conosce sono i libri. E allora, se i libri hanno il potere magico di farti sentire meno solo, a maggior ragione lo ha il leggere di questa ragazza arroccata nella propria diversità, che da adolescente preferiva Dostoevskij a una corsa all’aria aperta e forse si è un po’ rifugiata nella carta per paura di essere ferita. E diventa davvero facile quindi immedesimarsi in questa scrittrice di non-successo, con la sua armatura di finta indifferenza e di ironico cinismo. Perché un po’ tutti ce l’abbiamo un’armatura, un’immagine, dietro cui nasconderci. Menomale che almeno ci sono ancora i libri per sognare un po’.

Ed ecco quindi che anche Vani Sarca diventa protagonista di avventure che ci permettono di far volare la fantasia e che si snodano su un duplice binario. Da un lato il giallo: nel raccogliere le memorie della cuoca di una delle più prestigiose famiglie torinesi, salita alla ribalta della cronaca nera diversi anni or sono per l’omicidio di uno dei suoi rampolli, Vani verrà a conoscenza di una nuova, possibile verità e sarà chiamata, con l’aiuto del solito commissario Berganza, a indagare e mettere alla prova il suo straordinario intuito empatico. Dall’altro il rosa, tutto giocato sull’intramontabile contrapposizione tra il fascino sfavillante, ma poco affidabile, dello scrittore di successo e la sobria intelligenza del commissario di polizia, con la sua burbera solidità.

Ancor più che nel romanzo d’esordio, la trama investigativa è probabilmente l’elemento più debole del romanzo, che privilegia la sotto-trama romantica e lo sviluppo personale della protagonista, dando più spazio a flashback del passato e approfondendo le interazioni con vecchi e nuovi personaggi a contorno. Il romanzo, pur senza pretese, è sicuramente ben scritto, caratterizzato da uno stile fresco e coinvolgente in cui si nota una certa cura nelle scelte lessicali e una piacevole ricchezza di citazioni letterarie.

Lo consiglio, da utilizzare come antidoto per una giornata malinconica e solitaria. Un difetto? Immagino servirà un altro anno per scoprire il seguito.

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Scrivere è un mestiere pericoloso 2022-05-07 16:59:06 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    07 Mag, 2022
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La velocità di pensiero

Vanni Sarca è un personaggio davvero speciale, una ghostwriter che si trova invischiata in casi polizieschi e che, di fatto, diventa consulente di un commissario. Questo secondo libro della serie è abbastanza dispersivo, perché attorno al canovaccio del caso che viene affrontato, già di per sé abbastanza complicato, ruotano molti personaggi secondari e molte scene che sembrano distogliere l’attenzione, ed allungare inutilmente la lettura, se non che l’intento principale dell’autrice era costruire e rafforzare tutta quella cornice dentro cui Vani Sarca ed il suo commissario si muovono, per tratteggiare sempre meglio anche le loro vicende parallele, perché la serie di Vani Sarca non termina con questo episodio. Lei è veramente unica, ha una velocità di pensiero sorprendente ed un’innata capacità di leggere nel pensiero degli altri che stupisce ogni volta, e che è indubbiamente una dote preziosa anche in ambito poliziesco. Peccato che la persona che Vani sa leggere meno di tutti è proprio se stessa. Ma ci siamo noi a compensare, perché questo libro getta solo le basi per un complicato intreccio e l’interesse non può che crescere.

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Scrivere è un mestiere pericoloso 2016-10-17 06:16:56 Amante di Libri
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Amante di Libri Opinione inserita da Amante di Libri    17 Ottobre, 2016
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I lati positivi di essere una Ghostwriter

"E' tutta qui la storia. Due facce in ogni cosa. La neve lascia il posto al fiordaliso. I sogni alla memoria. La vedova alla sposa. E' il gioco dell'Inferno e Paradiso."

Brillante, frizzante ed intrigante, questi sono gli aggettivi giusti per descrivere l'ultimo romanzo di Alice Basso, intitolato "Scrivere è un mestiere pericoloso".

La protagonista del romanzo è Vani Sarca, una ghostwriter di una famosa casa editrice. Scrive libri al posto degli altri, cercando di cogliere ogni minimo dettaglio, gesto, parola che le potrà servire per far capire il punto di vista di chi racconta la storia. Tuttavia, è un mestiere che se da una parte la gratifica perché apprende tantissime nozioni (dalle neuroscienze alla cucina); dall'altra parte è costretta a rimanere sempre nell'ombra. Ella ama vivere in maniera semplice senza troppi fronzoli concentrandosi solo su quello che le piace: un abbigliamento da ragazzina punk/rock nero, le sue birre e patatine al formaggio e i suoi libri. Questa volta il suo editore le assegna di scrivere un libro di cucina seguendo le storie e ricette di una vecchia ormai ottantenne di nome Irma, la quale è stata per molti anni la domestica di una prestigiosa famiglia dell'alta borghesia. Tutto ciò porterà a galla vecchi scheletri nell'armadio, vecchi ricordi e a riaprire forse un caso ormai sepolto da anni. Tra una ricetta e l'altra, la donna inizierà a raccontare gli aneddoti di famiglia e le sfuggirà una confessione sul famoso delitto che si è consumato in quella casa.
Vani Sarca è la tipica donna che si butta a capofitto in un lavoro che le dona indipendenza ma che in fondo non è il sogno della sua vita. Accettato si suppone per distaccarsi da una famiglia un pò troppo oppressiva e presente e anche perché le permette di stare a contatto con i libri. Una donna dura ma che si sa sciogliere se a chiedere aiuto è una ragazzina della porta accanto, alla quale è affezionata. Una donna ferita dall'uomo che ha amato e che cerca di nascondere il suo rancore per non dargliela vinta quando lo incontra. Una donna disposta a tutto per scovare la verità e sempre pronta a nuove sfide.
La scrittura di Alice Basso è chiara e molto semplice. Riesce a delineare la storia in maniera scorrevole e piacevole, non vi sono buchi temporali o incongruenze che rendono la storia di difficile comprensione. Il personaggio di Vani è frizzante, ironico e dura al punto giusto in contrapposizione ad una donna dolce, umile e ormai invecchiata come Irma. Sarà quest'ultima a far ricredere Vani sulle persone dell'alta borghesia (per quanto si possa dire che ella ne facesse parte). L'esilarante protagonista è accompagnata dall'arguto e unico Berganza, commissario delle indagini che la iscrive a corsi di autodifesa e che l'aiuterà a prendere dimestichezza con la cucina. Proprio così la nostra Vani Sarca non sa cucinare e non le importa, le sue patatine al formaggio e le sue birre scure possono bastare. Dopo questo ricettario, però, la sua vita potrebbe prendere una piega diversa. Cosa sarà successo in quella casa? Chi è il famoso ex della Sarca? Com'è la vita di una ghostwriter?

Edito Garzanti Editori, questo libro si presenta come unico nel suo genere per il miscuglio giusto di suspence, ironia e creatività. Seduce, cattura e si legge tutto d'un fiato. Sarete colti di sorpresa, pagina dopo pagina, non lasciatevi sfuggire la possibilità di essere travolti dal mistero che avvolge la famiglia torinese.

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Scrivere è un mestiere pericoloso 2016-08-12 10:10:47 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    12 Agosto, 2016
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Romeo, perché sei tu Romeo?

Sono già trascorse diverse settimane dagli avvenimenti che ci hanno permesso di conoscere Vani Sarca, ghostwriter dai connotati dark ma dall’indiscusso talento. La quotidianità ha ripreso il suo corso, la trentaquattrenne ha continuato a scrivere i suoi libri e Riccardo sembra essere stato definitivamente sistemato, ha pagato per i suoi errori; la vendetta è stata compiuta, o almeno così parrebbe... Vani viene incaricata di porre in essere un nuovo elaborato questa volta avente ad oggetto ricette culinarie, ambito in cui ella non è minimamente ferrata. Grazie al suo intuito viene inoltre coinvolta in delle prime indagini della polizia e contemporaneamente si ritrova a dover indagare insieme al commissario Romeo Berganza su un caso di omicidio che avrebbe quale protagonista Irma Envrin, cuoca storica della famiglia di stilisti torinesi Giay Marin al centro, nei cinque anni precedenti, di uno scandalo mediatico avente ad oggetto l’uccisione da parte del fratello Aldo, di Adriano discendente, con evidenti problemi di droga nonché fedigrafo, diretto del casato.
E’ in questo contesto che assistiamo, da un lato, all’avvicinamento della nostra eroina con il funzionario di polizia, esperto al contrario della jeune femme, di manicaretti e di insospettabili prelibatezze, e dall’altro, al tentativo – spero vano, come resistere a tal fascinoso Romeo? – dell’ex fidanzato di riconquistare la preda perduta.
Il romanzo scorre rapido tra le mani del lettore, il quale, senza difficoltà si lascia rapire dalle parole e dalle vicende proposte dall’autrice. Se già i protagonisti risultavano essere ben delineati nel primo episodio della saga, in questo secondo capitolo, sono percepiti in modo ancora più chiaro ed accattivante, essendo riuscita, Alice Basso, a, facendo leva sulle rispettive caratteristiche forti di ciascuno, farli maturare, sviluppare.
L’enigma dell’omicidio è altresì interessante e ben connubiato con gli altri elementi salienti del testo tanto che la curiosità di chi legge è ben stimolata. Se dunque, in conclusione, “L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome” costituiva una buona base di partenza per una serie di tutto rispetto, con “Scrivere è un mestiere pericoloso” preparatevi a trovarvi di fronte ad un elaborato esplosivo, ricco di gag esilaranti, diretto e magnetico, uno scritto tattico perché capace di buttare l’amo su tematiche differenti che vi invoglieranno inevitabilmente a leggere il seguito delle avventure di Cassandra.

«Il principio di Locard [..] diche che quando vi è un contatto fra due persone avviene sempre una contaminazione reciproca. In criminologia, ciò si traduce nel fatto che, se viene compiuto un atto di violenza da un soggetto A su un soggetto B, il soggetto B ne porterà sicuramente i segni – le ecchimosi, le menomazioni, le ferite; ma allo stesso tempo anche B lascerà un segno, per quanto piccolo, su A: le nocche di A saranno abrase per il pugno che ha sferrato a B, le fibre del vestito o i capelli di B saranno sugli abiti di A, oppure, divincolandosi, B avrà scalciato e procurato ad A delle contusioni. Due facce in ogni cosa, come direbbe Ivano. Non esiste aggressore che non si ritrovi addosso, seppur in minima parte, le tracce dell’aggredito. Non esiste vittima che non marchi il carnefice. Non esiste intenzione che non lasci un segno anche su chi sembra non riportarne alcuno.» p. 336

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Scrivere è un mestiere pericoloso 2016-06-18 07:38:14 martaquick
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martaquick Opinione inserita da martaquick    18 Giugno, 2016
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VANI E IL SUO MONDO (INTERIORE?)

A distanza di quasi un anno Alice Basso ci regala il seguito di "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome" e a me, devo dire, è piaciuto davvero tanto.
L'anno scorso quando ho finito il primo libro non immaginavo che ci sarebbe stato un seguito perchè secondo me L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome è un libro a sè stante. La scoperta del seguito mi ha piacevolmente sorpreso e l'ho subito acquistato.
Mettiamo le cose in chiaro: non sono dei libri profondi o colti o particolari che lasciano il segno ma credo che ogni tanto ci sta staccare con letture leggere e spensierate e in Alice Basso ho trovato appunto un'autrice italiana furba, tocca temi attuali con ironia e sagacia e con me ha vinto. Assolutamente la inserisco nella mia lista di autori italiani che vale la pena di leggere.
La trama del libro parla sempre della ghostwriter Vani Sarca alle prese con due lavori ossia scrivere un libro per l'editoria per cui lavora e aiutare il commissario Berganza nelle sue indagini poliziesche.
Perchè Vani oltre ad avere il dono per la scrittura ha una marcia in più, quella di capire al volo le persone, poter leggere i loro sguardi e le loro parole e per questa sua rara dote è un aiuto prezioso negli interrogatori della polizia e ovviamente una formidabile ghostwriter che scrive libri al posto di altre persone mantenendone la scrittura personale di colui che commissiona il libro.
La sottotrama è il cambiamento/crescita personale della protagonista, un'eterna donna distaccata e spigolosa che evita i rapporti interpersonali dopo la recente delusione d'amore (anche se lei non ammetterebbe mai che si tratti di ciò) ma che si ritrova costantemente in mezzo a questioni che invece richiedono la sua collaborazione anche sentimentale.
I vari personaggi che interagiscono con Vani le aprono o chiudono la mente e il cuore ma quello che è evidente è che lei sta cambiando anche se continua ad eludere queste sue sensazioni interiori con battute esilaranti e dialoghi fuori dall'ordinario. Il commissario Berganza soprattutto fa la sua parte nel sciogliere un po' il cuore di Vani ma purtroppo in questo libro non sapremo niente di più di questa loro amicizia approfondita, immagino lo scopriremo in un altro libro.
Il tutto condito con un'indagine su un omicidio avvenuto 5 anni prima ma con nuovi intrighi che Vani dovrà sbrogliare.
Questo romanzo è tattico perchè tocca vari temi senza cadere nello scontato e mantenendosi spiritoso e scorrevole, a me è piaciuto davvero moltissimo ma non aspettatevi qualcosa di paragonabile ai grandi maestri della scrittura.

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Lo consiglio principalmente ad un pubblico femminile e a chi ha letto il primo libro di Alice Basso.
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