Un'amicizia Un'amicizia

Un'amicizia

Letteratura italiana

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Se le chiedessero di indicare il punto preciso in cui è cominciata la loro amicizia, Elisa non saprebbe rispondere. È stata la notte in cui Beatrice è comparsa sulla spiaggia – improvvisa, come una stella cadente – con gli occhi verde smeraldo che scintillavano nel buio? O è stato dopo, quando hanno rubato un paio di jeans in una boutique elegante e sono scappate sfrecciando sui motorini? La fine, quella è certa: sono passati tredici anni, ma il ricordo le fa ancora male. Perché adesso tutti credono di conoscerla, Beatrice: sanno cosa indossa, cosa mangia, dove va in vacanza. La ammirano, la invidiano, la odiano, la adorano. Ma nessuno indovina il segreto che si nasconde dietro il suo sorriso sempre uguale, nessuno immagina un tempo in cui "la Rossetti" era soltanto Bea – la sua migliore amica.



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Un'amicizia 2021-03-31 18:02:46 ant
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ant Opinione inserita da ant    31 Marzo, 2021
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l'adolescenza

La storia di due amiche del liceo all'inizio degli anni 2000 , due mondi totalmente opposti; una, Elisa, trasferita da Biella in un posto di mare della Toscana, l'altra, Beatrice, è la bella della classe e autoctona. Un giorno questi universi paralleli s'incrociano per un motivo che non vi svelo e nasce un legame fortissimo. La narrazione però parte dal presente in cui le due amiche del cuore han preso strade opposte ed è Elisa che ritrova un diario del passato e va con la mente agli anni dell'adolescenza. La Avallone ci regala un romanzo pregno e scorrevole, dove tutti possono, attraverso il vissuto di Elisa e Bea, ritrovare la spensieratezza e la voglia di vivere dei propri anni più belli. Concludo estrapolando un passaggio che mi ha colpito
"Ogni ragazzina si infatua della migliore amica del liceo e poi, crescendo, la perde. È un passaggio obbligato."
Bello

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Un'amicizia 2021-01-11 12:07:44 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    11 Gennaio, 2021
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Bea&Elisa

«Ma cos’è un’amicizia? Non avevo vincoli di sangue né giuridici, diritti e doveri, ero semplicemente lì con lei su quella panchina a franare. La abbraccia più forte che potevo. Le asciugai le lacrime, provai a contenere la sua disperazione mentre si ribellava […] tentai di rassicurarla, consapevole di mentire. Perché le parole a questo servono: a sperare, ingannare, abbellire e migliorare, ma la realtà è un’altra e se ne frega dei nostri desideri.»

Bea ed Elisa sono come il giorno e la notte, distanti e diverse, un universo parallelo che non si sa per quale gioco del destino o regola matematica violata, giungono a incrociare le loro strade e a vivere gli anni più intensi della loro vita insieme sino al sopraggiungere di quello che sappiamo già dalle prime pagine essere un punto di rottura che come le ha unite le porterà a separarsi.
Siamo a T una fatiscente cittadina di periferia situata in Toscana, nei pressi di Livorno, con vista panoramica sulle isole dell’arcipelago. Elisa è la straniera, la forestiera. È giunta da Biella con la madre e il fratello con sempre più gravi problemi di droga, per tornare a vivere con il padre che non vede se non in occasioni ben prefissate essendo i genitori separati. Non si ama, non spicca per bellezza nonostante i suoi capelli rossi e quelle lentiggini che le solcano il viso. È presa in giro dai compagni, sbeffeggiata. Vive di parole ed è grazie alle parole e alla biblioteca che vede per la prima volta Lorenzo, coetaneo compagno di liceo del quale si invaghisce. Ed è ancora tra le mura di questo complesso che il suo rapporto con Bea passa dall’essere quello di derisione a quello di amicizia. Lei che è la più bella, che è già famosa per i suoi servizi fotografici, che mai può permettersi di prendere un chilo o di avere un ricciolo libero da quella chioma rigorosamente piastrata, diventa la sua migliore amica.
Passano i giorni, passano i mesi, passano gli anni. Siamo a cavallo degli anni duemila e con questi passano le vecchie abitudini del vecchio mondo e arrivano le nuove dettate da quella cosa chiamata internet ancora sconosciuta e perfino denigrata. Il padre di Elisa è un ingegnere e subito ne resta affascinato, ci si tuffa a capofitto e propone alle ragazze anche di aprire un blog. Erano tempi diversi, erano i primi spiragli di quello che sarebbe diventato il mondo e se Elisa è reticente, Bea ha già fiutato l’occasione e iniziato a perpetrare la sua strada. Si impone come la bella, viene denigrata e definitiva frivola per questo, eppure questo suo essere la porterà a fatturare 50 milioni di euro l’anno quando non sarà più Beatrice ma la Rossetti e di anni ne saranno passati almeno quindici. Perché la Rossetti ci ha visto lungo e adesso tutto è cambiato, tutto ha uno spessore diverso. Anche la loro amicizia, un’amicizia che viene rivissuta per mezzo di diari di scuola e poi stesa su wordin un giorno con un altro in prossimità della Vigilia di Natale…

«Per quanto oggi possa suonare incredibile quando cominciarono a diffondersi i blog erano territorio di conquista non per quelle come Bea, ma per quelle come me. A chi navigava nel 2003 non fregava nulla di bellezza o di vestiti: erano aspiranti scrittori, oppure “amanti di qualcosa” come mio padre, che desideravano condividere la propria passione, persone in vena di esplorazioni e amicizie. L’imperativo era scoprire, non mostrarsi.»

Ma cosa ne è stato di Beatrice e di Elisa? Perché la loro amicizia è giunta alla fine? Cosa è successo? Silvia Avallone torna in libreria con “Un’amicizia”, opera che riporta l’attenzione del lettore a riflettere su un tempo che ormai ci sembra lontano anni luce ma che in realtà non lo è. Ci porta a guardarci indietro, a chiederci cosa è stato e cosa è, ci chiede di dare uno sguardo al nostro essere stati e al mondo che ci circonda. E ci chiede, ancora, se tutto questo, è davvero necessario, se una vita per essere vissuta ha davvero bisogno di essere raccontata.
Tanti sono i temi che affronta, senza paura e senza nulla risparmiare al conoscitore. C’è tanta filosofia, inoltre, tra queste pagine e c’è anche tanta introspezione. Lo stile narrativo è rapido, pungente, trattiene. Accelera per poi leggermente rallentare nella seconda parte quando è proprio la vicenda che ti chiede di diminuire la marcia della lettura per afferrare quei concetti, quei sottesi che chiedono di emergere tra le fila. La storia è interamente narrata da Elisa e il conoscitore è catapultato nella sua mente, nei suoi pensieri.
Un libro attuale, che chiede di essere letto, che parla di una storia che riguarda tutti noi e che semplicemente resta.

«La vita ha davvero bisogno di essere raccontata, per esistere?»

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Un'amicizia 2020-12-24 21:22:27 Fede
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Opinione inserita da Fede    24 Dicembre, 2020

Un'amicizia...

Si può davvero cancellare una persona dalla propria vita? Le si può modificare il nome, togliendole quello di ‘amica’ e donandogliene uno indefinito, impreciso e vago? E’ possibile vivere il presente dimenticandosi del passato?
Silvia Avallone regala, ancora una volta, una storia semplice intrisa di tutta la complessità che solo un’amicizia vera, solida e concreta può contenere. Beatrice ed Elisa, due giovanissime ragazze diverse tra loro, condividono un rapporto speciale, basato sull’affetto, sulla protezione reciproca e sul desiderio di essere amate e apprezzate per ciò che realmente sono, a dispetto delle apparenze e delle opinioni altrui. Ed è proprio su questo aspetto, su questo bisogno di essere conosciute davvero nella loro rispettiva unicità, che queste due protagoniste si scelgono a vicenda, quasi come una sorta di reciproco specchio della verità, dove ogni bugia, ogni apparenza e ogni menzogna non ha modo di esistere.
Un’amicizia può assumere infinite sfumature e seguire regole irregolari, anomale e singolari. In ‘Un’amicizia’, Beatrice ed Elisa ne danno dimostrazione, mettendo in discussione l’idea che ad ogni ‘inizio’ segue sempre una ‘fine’. Talvolta,infatti, ciò che sembra un punto di fine è solamente un insieme di puntini di sospensione...

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