Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror L'impiccato di Saint-Pholien
 

L'impiccato di Saint-Pholien L'impiccato di Saint-Pholien

L'impiccato di Saint-Pholien

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Cinque giorni di novembre, fra Brema, Reims, Parigi, Liegi, Maigret indaga su uno strano suicidio, a cui corrisponde un suicidio di dieci anni prima: un impiccato al portale della chiesa di Saint-Pholien a Liegi. Cosi scoprira le tracce di una societa segreta: la Confraternita dell'Apocalisse.



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L'impiccato di Saint-Pholien 2016-05-21 10:32:13 catcarlo
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catcarlo Opinione inserita da catcarlo    21 Mag, 2016
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Diverso dal solito

La quarta avventura di Maigret è un giallo molto sui generis, risultando al tirar delle somme un dramma psicologico, non segnato da un particolare delitto su cui indagare, che si avvicina assai di più ai romanzi di Simenon senza il suo solito protagonista. Il commissario si muove, soprattutto all’estero, spinto da un misto di curiosità e senso di colpa in una trama che presenta più di un rammendo ed è qua e là appesantita da alcune ripetizioni, quasi che fosse necessario rimpolpare le comunque non numerose pagine: sull’altro piatto della bilancia sta invece un’accurata analisi ambientale e psicologica culminante nella lunga e bella scena conclusiva che conduce a una resa dei conti sempre a parole. Incuriosito dal suo comportamento, Maigret segue un tizio male in arnese fino a Brema, dove è involontaria causa del suo suicidio: all’obitorio incontra un belga che gli si appiccica con futili motivi e la circostanza lo insospettisce non poco. Visto che l’importuno è connazionale del defunto e che quest’ultimo pare essere stato un poveraccio che ha mollato moglie e figlio per la bottiglia, ma aveva pure il vizio di bruciare i soldi nella stufa, il poliziotto comincia a tirare le fila finché, pur con qualche blando rischio personale, riesce a radunare i vari personaggi incontrati in una vecchia e stravagante soffitta dove il cerchio si chiude e la qualità si impenna. La confessione incrociata varia di temperatura a secondo della psicologia del narratore svelando infine il mistero di cui al titolo che, per una non indifferente parte della vicenda, il lettore si chiede che cosa c’entri: nel contempo, l’autore tratteggia un bel ritratto di vita studentesca bohemienne in un ambiente che con ogni probabilità è stato il suo, vista l’ambientazione a Liegi, dove Simenon ha studiato, e la coincidenza dei tempi. Oltre alle istanze autobiografiche, lo scrittore non rinuncia alla descrizione dei contrasti sociali tra rappresentanti della borghesia e delle classi più umili riuscendo a dare lustro con gli ultimi, appassionati capitoli a un lavoro che prima dà a volte l’impressione di non sapere dove andare a parare.

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L'impiccato di Saint-Pholien 2015-08-09 09:24:20 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    09 Agosto, 2015
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L’umanità di Maigret

Che un sospettato si uccida davanti a un poliziotto non è certo caso frequente, ma che poi questo tutore dell’ordine sia il commissario Maigret è del tutto insolito e potrebbe apparire anche improbabile se non fosse per il fatto che i due sono divisi da una parete fra due camere di uno squallido albergo e che il suicida ignora di essere sorvegliato. Che cosa abbia spinto il commissario a seguire quell’uomo mal vestito, quasi uno straccione è presto detto: l’istinto, poiché nulla sapeva prima di incontrarlo il nostro Maigret e altrettanto niente sa una volta intervenuta la sua morte. E’ forse inutile che dica che piano piano sarà fatta luce su quest’uomo il cui suicidio è avvenuto per uno scambio di valigie a cui ha provveduto personalmente il commissario.
Per quanto non ci sia un delitto, è sempre il grande fiuto che ispira Maigret e che lo porta a sapere dapprima chi sia veramente il suicida e infine a comprendere il motivo del suo gesto, dietro il quale si cela un omicidio compiuto diversi anni prima, non tanto da lui, ma da un altro.
Le indagini dapprima brancolano nel buio, poi, poco a poco, mettono in luce un’allucinante verità: fra omicida e compici c’era solo uno stato di esaltazione giovanile che ha condotto a quell’orrendo crimine che li segnerà per tutta la vita, presi da un rimorso che non si può sanare, accompagnandoli per il resto dei loro giorni. E qui si nota la straordinaria umanità di Maigret che, anche consapevole del fatto che la prescrizione per quel delitto è imminente, chiude il caso senza procedere ad arresti, anzi meglio ancora non apre neppure il caso.
Si presenta così uno dei gialli più complessi scritti da Simenon, in cui l’analisi psicologica dei protagonisti raggiunge livelli assai elevati, portandoci a conoscere quanto l’illusione giovanile di poter mettere le mani sul mondo possa essere un concreto pericolo ln cui tutti, a quell’età, possono cadere, quasi un monito affinchè si abbia sempre un limite invalicabile in tutto ciò che si intende provare e il disporre della vita altrui rappresenta quindi un confine da non oltrepassare mai. Hanno pagato e stanno pagando e benché abbiano quasi tutti raggiunto una rispettabile posizione borghese, dietro quella crosta di uomini sicuri e in carriera si cela un dolore che li corrode.
L’impiccato di Saint-Pholien è uno di quei romanzi che debbono essere letti almeno un paio di volte per apprezzarne le sottili sfumature, per immergersi completamente in un’atmosfera che riesce a rendere partecipi, per chiudere ancora una volta l’ultima pagina consapevoli che l’abilità artistica di Simenon è qualche cosa di incredibile.

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L'impiccato di Saint-Pholien 2012-02-06 19:36:52 Sydbar
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    06 Febbraio, 2012
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L'impiccato di Saint-Pholien

Un morto suicida, una seconda morte di un decennio prima, una Confraternita che nasconde segreti, un Commissario irriducibile, instancabile ed inimitabile.
Il genere giallo sarebbe anche superfluo da specificare ma con Simenon e soprattutto con il suo protagonista Maigret, nulla può essere dato per scontato.
Una scrittura semplice e lineare che ci porta in una corsa mozzafiato, durante la quale il nostro Commissario rischierà anche la vita, la vita che purtroppo invece sarà sacrificata proprio per una sua curiosità, (non preoccupatevi non vi sto rivelando nulla di particolare ai fini della trama e del finale) sarà forse proprio questo suicidio che lo animerà fino in fondo a cercare una risposta ai suoi perchè.
Un' opera molto introspettiva, non solo per quanto riguarda Maigret ma anche per il resto dei personaggi, questi ultimi sembrano voler aiutare, poi bluffare e in fine ambiscono anche a voler vincere una partita ad un gioco d'azzardo con un Commissario troppo motivato.
Un finale che un po' ci fa capire che a volte il cuore supera ogni legge.
Buona lettura.
Syd

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