Narrativa straniera Romanzi Alla fine della notte
 

Alla fine della notte Alla fine della notte

Alla fine della notte

Letteratura straniera

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Il soggiorno nella provincia di Sichuan di Paul e Christine si è rapidamente trasformato in un incubo: il figlio di quattro anni, David, è stato rapito, gettandoli nella disperazione. Anche se David, attraverso circostanze fortunate, riesce a tornare da loro, i rapitori non si arrendono e fanno di tutto per sottrarlo di nuovo alla sua famiglia. L'unico posto sicuro è l'ambasciata americana a Pechino. Ma le stazioni, le strade e gli aeroporti sono controllati e dei poliziotti corrotti non ci si può fidare. Senza aiuto, Paul e Christine non hanno alcuna possibilità di arrivarci. Chi sarà disposto a dar loro una mano, anche a costo di rischiare la propria vita? Ma, soprattutto, di chi si possono davvero fidare Paul e Christine?



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Alla fine della notte 2018-09-14 16:05:35 andrea70
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    14 Settembre, 2018
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Scala di grigi

Sendker ritorna alle vicende di Paul (ex giornalista trasferitosi definitivamente in Cina dopo la morte del figlio ed il fallimento del primo matrimonio) e della seconda moglie Christine, cinese. I due hanno un bambino di 4 anni David. Durante una visita ad un amico fuori Hong Kong il piccolo David scompare improvvisamente . il mistero è di breve durata e due persone insospettabili riconsegnano il bambino ai genitori avvertendoli di un pericolo gravissimo : la fidanzata di un componente di uno dei clan più spietati e potenti della Cina si è invaghita del bimbo che è un bellissimo esempio di incrocio razziale, con gli splendidi tratti orientali addolciti dalla somiglianza col padre. In pratica il bambino viene visto dai rapitori come un trofeo, un regalo, un oggetto.
Paul e Christine devono assolutamente fuggire in fretta e cercare di raggiungere l'ambasciata a Pechino per chiedere protezione. Il viaggio sarà lungo e irto di pericoli, i clan in Cina hanno informatori e tentacoli ovunque, i fuggitivi non sanno di chi possono fidarsi e da chi guardarsi. troveranno aiuti insperati, incontreranno personaggi strani, ognuno con il proprio fardello di paure e soprusi subiti, attraversando un paese che sembra più che altro in guerra con se stesso. La Cina di Sendker è spesso un paesaggio in scala di grigi, senza colori, perchè nella penombra senza luce e colori è più facile nascondersi, rendersi invisibili, anonimi. Rispetto ai precedenti romanzi aventi per protagonista Paul e Christine manca sicuramente un pò di pathos , la vicenda per quanto sconvolgente trova subito una via d'uscita, il resto è una fuga a ritmo lento con tanti personaggi che sembrano alienati a raccontarci un paese in cui la vita nella sua quotidianità non è quella che ci aspetteremmo noi occidentali, in cui si finisce ai margini in un attimo , a volte per scelta, perchè non si è in grado di affrontare la violenza, la meschinità, una società in cui la giustizia sembra essere rimasta chiusa fuori dalla porta. Se vi fosse un'asticella ad indicare il livello del valore di una vita, in questo paese tenderebbe pericolosamente verso il basso, ma in entrambe i sensi: basta poco per corrompere e tradire, ma anche per redimersi e richiare la propria vita per aiutare un altro. Meno appagante e coinvolgente dei due precedenti romanzi ma comunque una lettura scorrevole per merito dello stile di Sendker.

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I due precedenti libri dell'autore sulla Cina
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Alla fine della notte 2018-02-15 09:55:47 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    15 Febbraio, 2018
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Una famiglia in fuga

Sendker è uno scrittore che ho sempre amato, ma questa sua opera non mi ha preso il cuore. E’ un romanzo dedicato alla Cina, che racconta le avventure di una coppia di genitori a cui viene rapito il figlio. Il figlio viene ritrovato, ma la famiglia resta minacciata ed intraprende una fuga per la salvezza. È un viaggio in cui occorre nascondersi da tutti, perché non c’è proprio da fidarsi di nessuno. Il sentirsi soli è l’effetto più dirompente che questa lettura mi ha lasciato, anche se forse la sua chiave di lettura più importante è proprio il contesto sociale in cui la vicenda è ambientata, ovvero le esistenze metropolitane contemporanee ed anche il paese della Cina. Lo stile è morbido, indubbiamente il libro è ben scritto, molto curato, però non mi ha emozionato.

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Alla fine della notte 2017-10-06 17:42:02 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    06 Ottobre, 2017
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La famiglia Leibovitz.

Terzo e ultimo romanzo di Jan Philipp Sendeker dedicato alla Cina, “Alla fine della notte” è un testo che narra le avventure della famiglia Leibovitz.
Paul Leibovitz, si trova a Shi, nel Sichuan, per concedersi una siesta dall’afa e dalla caoticità di Hong Kong e per far visita all’amico di vecchia data Zhang, ex poliziotto che ha lasciato il posto di lavoro per seguire completamente quella fede buddhista che tanto lo aveva reso oggetto di vessazioni negli anni di servizio. Con il protagonista sono presenti Christine, seconda moglie dell’uomo, nonché David, di anni quattro, figlio della coppia. A causa della morte del primo figlio Justin, il rapporto con la prima consorte è andato a deteriorarsi completamente tanto da comportarne la separazione.
Accade tutto per caso, il tempo di una tappa al bagno e il piccolo David scompare. Qualcuno lo ha sottratto dal passeggino del padre, qualcuno lo ha rapito, ma perché? Dopo alcune ore di panico incessante, il piccolo viene ricondotto dai genitori con un avvertimento chiaro e inequivocabile: la famiglia dovrà fuggire quanto prima, David è stato preso di mira da uno dei clan più forti del paese tanto a livello economico che politico e sino a che non avranno ottenuto il loro “regalo” (si, il piccolo non è altro che un oggetto da donare per assecondare un vizio), non li lasceranno in pace.
Ogni minuto, ora e secondo diventa essenziale per la sopravvivenza stessa. Sono persone senza scrupoli quelli che li stanno cercando, la loro unica possibilità è quella di raggiungere Pechino e di cercare asilo presso l’ambasciata. In questa fuga disperata, una prima forma di riparo gli verrà offerta da Lou e dal nipote dodicenne Da Lin. Ma sarà solo una soluzione provvisoria, una soluzione, tra l’altro, caratterizzata da un epilogo non molto piacevole. Il viaggio riprenderà e sarà costellato da molteplici pericoli e paure. Di chi fidarsi? Come riuscire a fuggire in uno stato consumato, corrotto e danneggiato dall’interno?
Attraverso un linguaggio fluente ma sintetico, composto cioè da periodi brevi, concisi e ben definiti sia dal punto di vista del narrato che da quella del narrante, l’autore dà vita ad un elaborato che a prescindere dall’evoluzione dei fatti, riesce a descrivere in modo accurato la realtà di uno stato arrabbiato, povero, al limite. Uno stato dove violenza, denaro, depravazione, povertà, soprusi, sono le colonne portanti, sono legge. E a farne le spese sono sempre i più deboli, gli emarginati, coloro che la società rifiuta, deplora, dimentica. Questo è sicuramente il vero e più grande valore dello scritto presentato.
Dal punto di vista emotivo, l’opera non manca di arrivare, ma rispetto alle precedenti pecca di mancanza di pathos. Lo scrittore fa troppo per ricercarlo, si concentra eccessivamente su quelli che sono gli aspetti sentimentali senza rendersi conto che tende a sfiancare, a risultare ripetitivo e a far perdere di valore a una storia che già in partenza non brilla di originalità. Avrebbe ottenuto lo stesso risultato con molto meno. Non solo, lo scritto fatica a partire, risultando, soprattutto nella sua prima parte, alquanto lento, farraginoso. Talché nonostante i periodi brevi e la facilità di lettura per l’adozione di un linguaggio volutamente descrittivo – troppo descrittivo – e sciolto, “Alla fine della notte”, convince ma soltanto a metà.

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