Il grande Bob Il grande Bob

Il grande Bob

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«Negli ultimi tempi aveva un modo particolare di guardarsi allo specchio dietro le bottiglie. Quando un uomo come lui comincia a scrutarsi negli specchi, mi creda, non è un buon segno». Una riflessione, questa del padrone del bistrot dove il suo amico Bob, morto da pochi giorni, andava a giocare a carte, che colpisce profondamente il dottor Charles Coindreau. Non appena ha saputo che quella di Bob non è stata una morte accidentale, come sulle prime si credeva, bensì un suicidio, ha deciso di condurre una sorta di indagine, e di interrogare chiunque l’abbia conosciuto, a cominciare dalla moglie e dall’ultima delle numerose amanti. Perché lui, come tutti, ma più di tutti gli altri, si arrovella sul motivo che ha indotto a togliersi la vita uno come Bob: sempre allegro, e allegramente sfaccendato, sempre pronto alla battuta, gran giocatore di belote e gran consumatore di «bianchini» a qualunque ora del giorno – non per caso lo avevano soprannominato il Grande Bob. Nella casa di Montmartre dove abitava insieme alla sua polposa, esuberante, forse un po’ volgare ma radiosa moglie Lulu, la porta era sempre aperta, e vi si potevano incontrare persone di ogni estrazione sociale, e «ognuno era libero di comportarsi o di parlare a suo piacimento, con la certezza di non scandalizzare nessuno». Così come nessuno si scandalizzava del fatto che Lulu accettasse i tradimenti di Bob: le bastava che lui fosse felice. Scavando nel passato dell’amico, immergendosi nei lati oscuri di un uomo che a tutti sembrava l’immagine stessa della gioia di vivere, e persino, a volte, sovrapponendosi a lui, Coindreau finirà per scoprire la verità sulla morte di Bob – ma soprattutto qualcosa su sé stesso.



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Il grande Bob 2025-03-15 18:10:01 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    15 Marzo, 2025
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La vera grandezza di Bob.

Il romanzo viene dato alle stampe intorno alla metà del secolo scorso e rivela un altro aspetto di un grande scrittore, Georges Simenon: il suo grande talento nel saper approfondire gli aspetti più nascosti e inconsueti di un personaggio. Questa volta si tratta di Robert Dandurand, il "grande Bob" del titolo: un enigmatico ragazzone ( perché come tale viene descritto) quasi cinquantenne, simpatico, gioviale, dai comportamenti a volte eccentrici, sempre rispettoso nei confronti di tutti. Bob viene da una famiglia benestante, il padre universitario, una sorella e una moglie, la dolce Lulù: vivono a Parigi, e si ritrovano spesso a Tilly, nella locanda Beau Dimanche, dove Bob frequenta il bar, gioca a carte con gli amici ed ha un rapporto amichevole molto forte con un medico, Charles Cointreau, un generico con ambulatorio, che, nel racconto, rappresenta la voce narrante, ripercorrendo tappa dopo tappa,la vita di Bob. Sappiamo così dell'incontro di Bob con Lulù, della felicità che traggono dalla reciproca conoscenza, al punto che Bob rinuncia addirittura agli esami di laurea per non lasciare sola Lulu e rompe bruscamente ogni rapporto con il padre. Ma lui sembra felice così, non chiede altro, vive nella spensieratezza con la sua Lulu, senza apparenti preoccupazioni, ripetendo spesso una suo motto abituale ("che spasso!") quasi a voler esorcizzare qualsiasi contrarietà. Anche Lulu vive spensierata la sua felicità: il suo negozio di modista sembra non avere problemi, le scappatelle del marito con Adelina, una lavorante di facili costumi, sono considerate innocue evasioni.
Ma ecco l'imorevisto: Bob, negli ultimi tempi impegnato da una strana passione per la pesca, viene trovato annegato nella Senna, presso la sua barca Le indagini, tra lo sconcerto generale, scopriranno che si tratta quasi certamente di suicidio, così strano e soprattutto inatteso in un personaggio come lui. Iniziano con circospezione anche le indagini dell'amico medico, che chiede, si informa da parenti e conoscenti, ha lunghi colloqui soprattutto con Lulu, apparentemente rassegnata ma tormentata da angosce e dubbi, fino alla scoperta di una crudele e sconcertante verità, che porterà Lulu ad annientarsi lentamente.
Questa verità porterà anche Cointreau ad interrogarsi, sulla sua vita, sulla relazione con la moglie ed i figli: un'apparente normalità che nasconde insoddisfazioni. speranze fallite, traguardi non raggiunti. Simenon è un maestro nel sondare luci e ombre dell'animo umano, rivelando aspetti talora imprevedibili ed inquietanti. Accade anche quando, pagina dopo pagina, ci fa conoscere "il grande Bob": un personaggio "normale" nella sua grandezza, normale perché senza eccessi, né in senso positivo né in senso negativo. Grande perché aveva scoperto, quasi senza accorgersi, un grande segreto, quello della felicità: in fin dei conti, aveva affermato, "se ciascuno di noi si incaricasse di rendere felice una sola persona, il mondo intero sarebbe felice".
Bob, tutto sommato, era un fallito, anche se lucido e consapevole: aveva semplicemente scelto, ecco la sua grandezza, di "dedicarsi a rendere felice una sola persona": la povera, piccola Lulu, l'unico grande amore della sua vita.


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Il grande Bob 2025-03-03 12:53:33 68
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68 Opinione inserita da 68    03 Marzo, 2025
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Il destino in una scelta

La vita presenta ombre insospettabili e minacciose presenze, un passato ingombrante, è cruda, misteriosa, indecifrabile, violenta. Quando un amico viene a mancare improvvisamente un inevitabile vuoto ci prende ed è difficile sottrarsi al senso di colpa, a un destino che poteva essere altro, circondati dal dolore muto di amici e parenti, dalle voci dei conoscenti.
E allora, sopraffatti da una curiosa presenza, il destino dell’ altro si allinea al proprio e, specchiandoci, ci domandiamo chi siamo e che cosa realmente sappiamo di noi,
identificandoci con l’ umano che resta, con la paura della morte, con un lascito insostenibile.
Inevitabilmente ci addentriamo nel passato del defunto scoprendo che di lui ben poco ci resta se non quell’ idea con la quale abbiamo convissuto da sempre, una visione di superficie che si nutre di uno stato apparente.
Questo quanto accade al dottor Charles Coindreau, voce narrante, un medico parigino alle prese con la tragica notizia della morte dell’ amico Bob Dandurand, improvvisamente annegato lungo la Senna.
Che sia un incidente o un suicidio la ricerca della verità ne ricostruisce la trama, Bob era un quarantanovenne dalla battuta pronta, disponibile, giocoso, ospitale, divertente, la sua casa parigina sempre aperta.
Perché lo ha fatto? Difficile dirlo, ciascuno nasconde una parte di se’, il proprio ménage famigliare, codici personali di comunicazione e appartenenza, figlio di legami atavici, prodotto di scelte avventate, ponderate, insondabili, giovanili, di una narrazione trasversale che non ci tocca, con il diritto di decidere della propria fine .
Lulu, moglie di Bob, che gestisce una modisteria, è percossa dai sensi di colpa, da un dolore muto che non cede all’ evidenza, nell’ impossibilità di ricominciare, una parte di se’ definitivamente consumata e persa.
Giorni rivestiti di un abito smunto, lei che ha sempre amato e giustificato Bob, anche nelle sue ripetute scappatelle, che non ha niente da rimproverargli, che gli è grata di averla scelta, che si incolpa di quello che potrebbe essergli successo, consumata da uno sfinimento psichico e corporale.
A contorno rapporti famigliari tronchi, una gioventù deragliata precocemente, la ricerca di momenti giocosi, un’ affezione profonda, un’ abitudine protratta, una solitudine profonda.
Charles si immedesima in Bob a tal punto da sostituirlo in alcune debolezze, da domandarsi che fine farebbe se fosse vittima della medesima sorte, rivisitando il proprio ménage famigliare, cercando di leggersi dentro, richiamando emozioni sopite.
La morte di Bob scoperchia un nuovo volto, sociale e famigliare, oltre ogni costruzione apparente, sulle sue origini, sulla sua storia, sulle sua famiglia, sui suoi desideri, scoperte sorprendenti delle quali non resta che accettare l’ evidenza.
Oltre il dolore dell’ assenza una certa inquietudine riveste la propria maschera di invisibilità, sconosciuti a se stessi, soli tra tanti, un piccolo mondo borghese pervaso da un alone di frequentazioni e conoscenze che mira alla sopravvivenza, che vede ciò che crede, eppure basterebbe un po’ di ascolto, uno sguardo attento, l’ accettazione dell’ altro nel suo diritto di compiersi.
Il grande Bob e’ un testo costruito su una trama scarna che scava in piccoli dettagli significanti lasciando domande inevase.

…a cosa pensi? A niente, a tutto…

Un’ indagine del profondo dalla quale emergono verità più o meno evidenti, una vita alla quale l’ uomo si adatta, con l’ esclusione di felicità e riposo, una società che egli combatte continuamente, la quotidiana infelicita’, di se stesso e della propria esistenza, una vita nella quale c’è chi ci sbatte in faccia sgradevoli verità e chi cerca di fare gioire gli altri, chi sembra un fallito e chi ha scelto di esserlo consapevolmente.
Niente può essere predetto o domato, conosciuto perfettamente, la verità ( fattuale ) lentamente prende forma e, dopo una lunga rincorsa, si mostra, fredda e deludente, quanto è complicato e complesso comprendere l’ altro, prima sarebbe opportuno leggersi dentro.

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