Epepe Epepe

Epepe

Letteratura straniera

Classificazione

Editore

Casa editrice

Immaginate di finire, per un beffardo disguido, in una labirintica città di cui ignorate nome e posizione geografica, dove si agita giorno e notte una folla oceanica, anonima e minacciosa. Immaginate di ritrovarvi senza documenti, senza denaro e punti di riferimento. Immaginate che gli abitanti di questa sterminata metropoli parlino una lingua impenetrabile, con un alfabeto vagamente simile alle rune gotiche. Se anche riuscite a immaginare tutto questo, non avrete che una pallida idea dell'angoscia e della rabbiosa frustrazione di Budai, il protagonista di Epepe. Perché Budai, eminente linguista, ha familiarità con decine di idiomi, doti logiche e una caparbietà senza uguali. Eppure, il solo essere umano disposto a confortarlo, benché non lo capisca, pare sia la ragazza che manovra l'ascensore di un hotel: una ragazza che si chiama Epepe, ma forse anche – chi può dirlo? – Bebe o Tetete.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 2

Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0  (2)
Contenuto 
 
4.0  (2)
Piacevolezza 
 
3.5  (2)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Epepe 2019-03-28 22:42:25 DanySanny
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
DanySanny Opinione inserita da DanySanny    29 Marzo, 2019
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Non scomodate Kafka

Deve aver preso il volo sbagliato, Budai, l’accanito e sfortunato protagonista di questo libro. Certo non si trova a Helsinki dove avrebbe dovuto partecipare a un convegno di linguistica di cui è un eminente esperto. No, Budai si ritrova per un tragico disguido in una città informe e soverchiante, metropoli tentacolare, langhiana, caotica e perpetuamente in moto, come preda di un horror vacui che reclama sempre un pronto riempimento. Senza documenti e senza soldi, tragicamente solo nello spazio distopico della città del futuro, Budai si trova ad affrontare un problema ben più grave, l’incapacità di comprendere e di essere compreso. Nemmeno la sua infinita conoscenza delle lingue, dal greco al latino, dall’ungherese al finnico, dalle lingue romanze alle rune sumeriche, gli consente di decifrare la strana lingua di quella città, i suoni scomposti e infinitamente diversi, nessuno stratagemma lo fa penetrare nella sintassi capricciosa di un idioma che, cocciuto, si oppone alla sua ostinazione. Perché la metropoli di Karinthy è, prima di tutto, intrinsecamente babelica e, come nella più biblica delle costruzioni, l’esito non può che essere la distruzione. Forse solo un corso d’acqua, la promessa del mare, potrà ricondurlo a casa o forse quella strana ascensorista, Epepe, o Tetete, è difficile dirlo, che sembra l’unica disposta a capirlo sul filo fragile dell’amore, ma che, nonostante tutto, appare sempre infinitamente distante.

Karinthy, scrittore e linguista ungherese, scrive un libro ambizioso e lo fa plasmando lo spazio allucinato della narrazione con le inquietudini dittatoriali del novecento, descrivendo una città famelica in cui la sopraffazione è legge, la fretta intransigente, l’architettura sovietica e oppressiva, minacciosa e soffocante. Se Epepe è un libro sull’incomunicabilità, sulla irrevocabile solitudine degli uomini, non meno è una riflessione sull’impotenza della ragione di fronte al gioco al massacro del potere e, nella forma dell’incubo, nella dilatazione spasmodica del tempo impossibile di Budai, prova a tracciare i contorni della deriva della Storia.

Molte le riflessioni, diversi i piani di lettura, da quello morale a quello esistenziale, da quello storico a quello linguistico, ma, alla fine, il romanzo risulta discretamente poco riuscito. La scrittura si sfianca infinitamente in descrizioni pleonastiche, che forse vogliono rendere l’idea dell’insensatezza in cui il personaggio si muove, ma che, alla fine, distraggono la trama dal punto di arrivo e tutto si perde, senza uno scarto, senza una presa di posizione, senza un svolta che coroni e dia senso all’insieme. Lo stile di Karinthy finisce per essere ridondante, inconsistente e non riesce a sostanziare una storia che aveva tutte le migliori premesse. Il libro, in realtà, è stato apprezzato da più parti, ne hanno scritto entusiasti, tra gli altri, Citati e Carrère, ma entrambi, focalizzandosi su singoli aspetti, certamente positivi, trascurano la resa globale di un libro che finisce per essere poco più che nella media. Eppure uno di quei libri che, una volta letti, non si potrebbe fare a meno di pubblicare. Mistero della fede, davvero.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Trovi utile questa opinione? 
140
Segnala questa recensione ad un moderatore
Epepe 2015-09-11 07:46:46 pirata miope
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
pirata miope Opinione inserita da pirata miope    11 Settembre, 2015
Top 100 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

CAPARBIETA'

La metropoli gremita di folla alienata in cui il linguista Budai si trova dopo un viaggio in aereo forse per errore o chissà per un complotto o magari perché punito da un Dio in cui non crede non ha neppure un nome: è certo un luogo situato in una zona di confine fra il reale e l’immaginario, o almeno è così che il protagonista la vede. A ricordare le città grandi in cui abitiamo, sono le periferie grigie e sterminate, i grattacieli, le zone a luci rosse, il mercato, i grandi alberghi anonimi, i monumenti nel centro, la metropolitane, il traffico incessante e la ressa di gente; non solo ma come in ogni città del mondo la Storia vi lascia le sue pesanti impronte. Rivolte di massa, esecuzioni violente, e la condizione miserabili di chi è emarginato, esperienze che il benestante studioso si trova a dover vivere, trovandosi senza soldi e privato della sua identità in un luogo in cui si parla un idioma per lui indecifrabile. L’impossibilità di comunicare in una delle tante lingue che il glottologo Budai padroneggia è ciò che rende inverosimile, un vero e proprio scenario da incubo la metropoli. Non riuscendo a capire e a farsi capire tutto assume la forma di una visione onirica: le case, le strade, la prostituta in lacrime, il portiere dell’albergo, Epepe/ Pepe, Bebe, Edede, la ragazza dal nome incerto, con cui si scambia cenni d’intesa e tenerezza. Da questo punto di vista “Epepe”, pubblicata dallo scrittore ungherese Ferenc Karinthy( 1921-1992) nel 1970, è uno dei tanti libri che raccontano l’immersione dell’uomo in una distopia dalle origini indefinibili. Inevitabile poi il rimando a Kafka. Tuttavia il libro ha una sua originalità che può essere sintetizzato nella caparbietà incrollabile del suo eroe: Budai coglie la sfida della situazione irrisolvibile, non si arrende, prega Dio nel caso esista di non sopprimere il lui la pietà ovvero la forza di essere uomo e come tale di vivere sempre e comunque di speranza.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Un animale selvaggio
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Ci vediamo in agosto
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Sepolcro in agguato
Valutazione Utenti
 
4.9 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Lucy davanti al mare
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)
Cause innaturali
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Lucy davanti al mare
Day
Ci vediamo in agosto
Il segreto della libraia di Parigi
Il club del pranzo della domenica
Il club delle fate dei libri
Il filo della tua storia
Un oceano senza sponde
L'ora di greco
Gli altri
Baumgartner
I lupi nel bosco dell'eterno
L'isola nello spazio
La stagione della migrazione a nord
Fino alla fine
L'ultima cosa bella sulla faccia della terra