Narrativa straniera Romanzi Il cuore dell'uomo
 

Il cuore dell'uomo Il cuore dell'uomo

Il cuore dell'uomo

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Dopo "Paradiso e inferno" e "La tristezza degli angeli", esce il romanzo che conclude la trilogia di Jón Kalman Stefánsson. Protagonista il "Ragazzo", un giovane orfano che intraprende un epico viaggio di formazione attraverso l'Islanda di fine Ottocento e l'universo dell'animo umano, scoprendo la realtà, il valore dei sogni e il potere creativo delle parole. Dopo aver affrontato l'inverno eterno del Nord ed essere stato inghiottito da un precipizio tra i ghiacci, il Ragazzo è salvato dagli abitanti di un villaggio del fiordo. Qui rimane folgorato da Álfheiour, una misteriosa giovane con i capelli rossi e un doloroso passato. Nemmeno quando torna a sud, alla locanda di Plássio, dal capitano cieco che ha promesso di istruirlo e nutrire la sua passione letteraria, riesce a dimenticarla. Ed è infatti l'amore al centro di questo romanzo, in tutte le sue sfumature e complessità: da quello meramente fisico che il Ragazzo scopre in una traumatica avventura con Ragnheiour, provocante figlia di un commerciante locale, a quello infelice della ribelle locandiera Geirþrúour, che perde in mare il suo amante inglese e si piega a un matrimonio di convenienza. Come lei, tutti gli abitanti del villaggio trovano il proprio compromesso tra i sentimenti e il rigido ordine sociale di una piccola comunità in perenne lotta con l'asprezza della sua terra e le avversità del destino. Solo ascoltando il cuore l'uomo può affrancarsi dalla grigia quotidianità, la vita può vincere la morte.



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Il cuore dell'uomo 2020-07-19 20:11:22 68
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68 Opinione inserita da 68    19 Luglio, 2020
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Un attimo di eternità

Quella vita che pare improvvisamente dissolta, inafferrabile, insopportabile, senza un perché, che si prende gioco degli uomini, riesce a sopravvivere e a rivivere nella forza dell’ amore e di un bacio.
Dopo un viaggio interminabile tra la vita e la morte per il ragazzo senza nome è bello tornare a casa, al villaggio, da Geirprudur, attraversato da alcuni fatti che spariscono senza lasciare traccia mentre altri riaffiorano, quel che è successo rimane dentro di lui, colorandone i giorni e trasformandone i sogni.
Sopravvissuto a una morte certa, senza Jens, si spinge oltre le vette e le montagne, atteso da Geirprudur, Helga e Kolbeinn, preoccupati dalla sua lunga assenza.
Quale direzione assumerà la sua vita non è dato saperlo, è troppo tardi per scusarsi, ritirare le parole offensive, dire le cose inespresse per rancore, stanchezza, mancanza di tempo.
E allora egli si chiede dove stia la felicità, la pienezza, se non nei libri, nella poesia, nella conoscenza, e forse il cuore dell’ uomo è diviso in due parti, felicità e disperazione. Di certo sono i piccoli eventi, quasi invisibili, a dividere il niente dal tutto.
Il ragazzo e Jens hanno attraversato e condiviso l’inferno e la fine del mondo, hanno visto la vita, confrontandosi con la morte, uniti da un legame indissolubile, annodati dal destino.
Il dolore per l’assenza dell’ amico, scontroso, taciturno, asociale, assurdo, insostituibile, riempie le vene del ragazzo che dimentica la delusione, ignorato dalla ragazza dagli occhi verdi.
Rimane il ricordo doloroso di chi e’ morto per una poesia, o forse perché qui il pesce è più importante della vita, il ragazzo continua a scrivere lettere, a tradurre parole, mentre c’è chi conosce perfettamente la distanza infinita tra pensare e vivere.
È possibile sapere più di qualsiasi altro, conoscere l’esistenza, saperla descrivere con parole efficaci, individuare la differenza tra cause ed effetti, eppure non avere alcuna idea di come condurre ogni giorno.
Ed e’ terribile non riuscire a fuggire da se stessi, conoscere tutte le note e non avere una melodia, rimanere fermi, costretti a sopportarsi.
Il ragazzo ama una giovane donna che ha visto solo due volte dal suo ritorno, in passato gli erano stati affibbiati epiteti offensivi, convincendolo del proprio fallimento, ora riceve solo dei complimenti.
Ma un giorno la vita diventerà solo ricordo, una carezza diventerà il dolore di una assenza mentre le parole, come sempre, non fanno che descrivere una intimità.
Il ragazzo vuole vivere, istruirsi, amare, sopraffatto dalla dolorosa assenza di chi non c’è più, ricordando le parole di sua madre ...” non lasciarti sopraffare dalla miseria, schiacciare dalle delusioni ”...
C’è chi non si e’ mai distratto ingrigendosi a poco a poco, andando incontro alla monotonia, lui stesso monotonia, sparito prima che la morte venisse a prenderselo, ignaro del potere dei sogni e della poesia.
Le nubi riflettono un po’ gli esseri umani, sradicate, effimere, mutevoli, mentre la vita è una alternanza di felicità e disperazione, ma esistono persone preziose nella loro quotidianità.
Ed allora un altro viaggio, un’altra lettera da consegnare, l’idea che la vita non sia finita e neppure cominciata, ma forse non si sa molto della vita stessa se non entrandoci e sapendo coglierla quando arriva.
Domande inevase, risposte possibili, abissi inesplorati, il senso dell’esistenza. Grandi
parole pronunciate da piccoli uomini, l’ inutilità di letteratura e conoscenza senza alcuna dignità, una felicità che può risorgere dalle tenebre, risiedere nel dolore, un mondo vivibile finché si ama.
Il ragazzo ha sempre creduto che i libri e la conoscenza rendessero felici, adesso sa che non è vero. La vita è complicata, più semplice della morte che priva di ogni possibilità ma va vissuta, risplendendo come le stelle, e chi non obbedisce al proprio cuore diventa un’ombra grigia perché ...” dove comincia la vita e dove finisce la morte se non in un bacio “...?
L’essenza della trilogia, un viaggio caleidoscopico tra presenze reali mutevoli e figure simboliche che riflettono i caratteri umani, riassunta nel potere di un amore, per quanto fugace, e nella semplicità di una parola, “ vita “, ossessiva presenza, dai confini inesplorati e inesplorabili, eppure viva e pulsante.
Una vita che racchiude ricordi, morte, dolore, felicità, parte di un tutto di cui gli esseri umani scrivono la storia, continuamente, grazie a gesti e parole, e in cui ciascun essere vivente contribuisce, in egual misura, a restituire un senso nella forza di un attimo, chiamato amore, e nella dignità di un gesto, semplicemente complesso, l’amore per la vita medesima.




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