Il mondo secondo Savelij

Savelij non può dimenticare quella scatola vuota di banane Chiquita in cui ha trascorso i suoi primi mesi di vita così come non può dimenticare quell’infanzia passata nel giardino della palazzina dei Morozov con la mamma e i fratellini. Sono ricordi vividi, indelebili, memorie che porta nel cuore e che fanno parte di lui. Tuttavia, un giorno come un altro, il suo musino viene ad incrociare lo sguardo di Vitja che, restandone a sua volta colpita, non può che far altro che prendere con sé questo cucciolo. Da quel momento la vita del giovane gatto verrà completamente stravolta, si troverà coinvolto in tantissime avventure che vedranno protagonisti anche un pappagallo stonato e poi lei, Greta. Greta che è la sua più grande ragione di vita. Per Sava tutto muta ma i suoi occhi sono acuti e attenti anche al più piccolo dei brusii che si susseguono per le vie di Mosca. Tra amore, amicizia, nostalgia, perdita, senso di appartenenza, crescita. Tra giorni che si susseguono tra loro inesorabili.

«Mammina mia! Si fa presto a dire che è una sola, ma la verità è che, comunque vada, la vita scorre via giorno dopo giorno, come l’acqua di un abbeveratoio bucato. Non comincia mica ogni mattina, la vita. Si continua a suonare finché delle dita sconosciute premono i tasti. Poi ci affievoliamo fino al silenzio. Quanto durerà la mia pausa? Quanto? – la mia domanda si disperdeva già nel vuoto, la mamma era scappata via e stavo parlando da solo…»

Quella confezionata da Grigorij Sluzitel non è il solito racconto per appassionati del mondo dei felini, è al contrario una storia intrisa di profonda ironia ma anche commovente. È un libro che per la voce di un micio ci invita a riflettere sulla nostra propria condizione, sul nostro proprio posto nel mondo, una storia che ci invita a guardare a quella inevitabile accettazione che ci porta ad affrontare e ad accettare in modo sempre diverso i fatti che man mano si intersecano sul nostro cammino. Ci sollecita, ancora, a meditare sul quanto periodi felici siano tra loro intervallati da altrettanti che vengono invece influenzati da eventi esterni e incontrollabili ma tali da destabilizzare tutte le nostre certezze.
E così, pagina dopo pagina, scopriamo una storia fatta di agi e difficoltà, di sospiri e di sguardi sottointesi. Al tutto si somma uno stile narrativo fluido, magnetico e prezioso. La penna è intrisa di quel giusto grado ironico atto a strappare immancabili sorrisi al lettore ma anche di altrettanti momenti di commozione e sensibilità (la cui entità e portata ci può essere insegnata soltanto dagli animali).
Un componimento che arriva, lascia il segno, che si divora e che si distingue dalla massa. Da non sottovalutare perché il protagonista è un micio. Da leggere.

«Perché quando sei ancora così vicino a un lato del non-essere, l’altro lato non fa poi così tanta paura. In fondo la paura è un presentimento della perdita e, se non hai ancora niente, allora non c’è niente di cui avere paura. […] La vita dei gatti è breve. Il destino ci fa sempre i grattini contropelo.»