L'usignolo L'usignolo

L'usignolo

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Nel tranquillo paesino di Carriveau, Vianne Mauriac saluta il marito Antoine che si sta dirigendo al fronte. Non credeva che i nazisti avrebbero attaccato la Francia, ma di punto in bianco si ritrova circondata da soldati tedeschi. Ora Vianne è obbligata a ospitare il nemico in casa sua: da quel momento ogni suo movimento è tenuto d'occhio, lei e sua figlia sono in costante pericolo. Senza più cibo né denaro, si troverà costretta a prendere decisioni difficilissime. Isabelle, la sorella di Vianne, è una diciottenne ribelle. Mentre lascia Parigi insieme a migliaia di persone, incontra il misterioso Gaetan, un partigiano convinto che i francesi possano e debbano combattere i nazisti. Rapita dalle idee e dal fascino del ragazzo, Isabelle si unirà alla Resistenza senza mai guardarsi indietro, non considerando i rischi a cui andrà incontro. Una storia che celebra la straordinaria forza delle donne.



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L'usignolo 2022-04-29 09:59:02 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    29 Aprile, 2022
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Meh (dove meh sta per mediocre)

Prima di iniziale la lettura de "L'usignolo" avevo veramente delle grandi aspettative, viste le opinioni entusiaste di chiunque su questo titolo, tanto da farlo diventare il libro con la media di valutazioni più alta nella mia TBR. Ero quindi prontissima a trovare un nuovo preferito, il che ha reso ancor più cocente la mia delusione quando -già dalle prime pagine- ho capito di avere di fronte un romanzo estremamente mediocre, che per motivi mistici ha conquistato migliaia di lettori tanto da ottenere un prossimo adattamento cinematografico. Ci tengo a precisare che la mia critica non è dovuta alla tematica strabusata su cui si basa il libro, ma al modo blando e prevedibile con cui viene trattata.
La storia copre l'intero periodo della Seconda Guerra Mondiale ed è ambientata nella Francia occupata dai nazisti; qui incontriamo le sorelle Rossignol, l'amorevole Vianne e l'impulsiva Isabelle, impegnate ognuna a modo proprio nella Resistenza. A questa narrazione al passato si alternano brevi scene negli anni Novanta che mostrano come la vicenda si sia poi conclusa. E se questo riassunto vi sembra avaro di informazioni, sappiate che la sinossi proposta dalla CE in quarta di copertina è ancora più stringata; il motivo di questa scelta editoriale è la banalità della storia: già con questa manciata di elementi vi garantisco che riuscirete ad indovinare ogni singola svolta di questo libro con capitoli e capitoli di anticipo.
Oltre alla prevedibilità della storia, uguale a quelle di tanti altri romanzi, sono presenti anche parecchie forzature -soprattutto nella parte finale- che portano i personaggi a fare cose innaturali o addirittura impossibili soltanto per arrivare alla conclusione stabilita dalla cara Kristin. C'è da dire che neppure nel resto del volume la verosimiglianza risulta essere un aspetto essenziale, in particolare mi ha divertito come l'autrice abbia trasformato la Valle della Loira, rinomata per il suo clima mite e temperato, in un paesaggio artico, ma solo per gli abitanti del luogo: mentre Vianne è congelata sotto quattro trapunte, i nazisti cattivi (vi giuro che vengono definiti con queste esatte parole!) girano praticamente in maglietta e crocs.
Sul fronte dei personaggi, abbiamo un cast scontato al pari della trama, in cui ognuno ricopre il ruolo stereotipato che potreste immaginare e, nonostante il gran parlare di evoluzione personale, non vediamo una crescita effettiva in nessuno: non basta far avere qualche rimorso in punto di morte ad un personaggio per affermare che sia cambiato. L'unico con un minimo di complessità è il capitano Beck, infatti Hannah è costretta a liberarsi di lui quando capisce di non sapere come concludere coerentemente la sua storia. Per quanto riguarda Vianne e Isabelle ed il loro rapporto come sorelle, che pensavo a torto sarebbe stato il focus centrale del romanzo, sono riuscita ad apprezzare in parte soltanto la maggiore: a dispetto della mole quasi ridicola di disgrazie che la colpiscono, Vianne dimostra buon senso e delle reazioni comprensibili; all'estremo opposto troviamo Isabelle, baciata dalla fortuna per gran parte della storia, tanto da non dover mai fare davvero i conti con le conseguenze della sua stupidità.
Lo stile di Hannah non è nulla di eclatante, e ci regala anche qualche risata quando i suoi tentativi di rendere la prosa colorita si traducono in strafalcioni o contraddizioni atmosferiche. Non mi ha convinto neppure l'atmosfera di tensione e disagio che prova a tratteggiare, perché se è vero che in una pagina Vianne si lamenta di non poter acquistare cibo a sufficienza per la sua famiglia, in quella successiva vediamo l'allevamento di animali da cortile che riesce a mantenere per l'intero conflitto, nonché un enorme orto così ben fornito da poterci dedicare una puntata di Melaverde.
Sarcasmo a parte, capisco che l'autrice volesse parlare di tematiche importanti (non solo della guerra e della Resistenza, ma anche di emancipazione femminile), però lo fa utilizzando un tono talmente semplicistico da rendere questo libro adatto soltanto ad un pubblico di ragazzini: lo vedrei bene come lettura scolastica alle scuole medie. Un lettore adulto invece potrebbe sentirsi offeso dalla banalità della storia e dalla superficialità dei temi, nonché per l'importanza eccessiva data alle sottotrame romantiche basate su grandi amori nati in mezza giornata.

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L'usignolo 2019-03-10 16:10:28 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    10 Marzo, 2019
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La forza delle donne

Straordinario libro, scritto con uno stile da una forte componente descrittiva, e da cui emerge piano piano, con tutti i colori del mondo, la straordinaria forza che possono avere le donne. E che solo loro possono avere. Ambientato in una cittadina francese ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, questa storia racconta la vita di due sorelle, molto diverse tra loro che, ciascuna a proprio modo, cercano di sopravvivere ai cambiamenti di quegli anni, restando fedeli ai propri ideali ed alla propria anima. E’ un inno all’amore per la vita, nonostante tutta la sofferenza che a volta la vita è capace di infliggere. La storia offre un doppio ritratto femminile che alternativamente si discosta e si intreccia: Isabelle è impulsiva, indisciplinata, affascinante; Vianne è mamma, posata, timorosa. Entrambe affrontano il nemico, salvando, in modo molto coraggioso e molto pericoloso per se stesse, tante vite umane. Questo libro è il racconto della guerra delle donne. Ti accompagna nel capire come la guerra cambia tutto, le città, le abitudini, le disponibilità, i volti, i ricordi. Ti spiega, lentamente, come il dolore nasce da dentro. Ti fa vivere quegli anni e quegli eventi da un punto di vista diverso, a cui forse non avevi mai pensato. E’ un libro che ti penetra nel sangue e che ti emoziona profondamente.

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L'usignolo 2017-11-12 10:32:54 AsiaD
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AsiaD Opinione inserita da AsiaD    12 Novembre, 2017
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La Resistenza è Donna

Storia intensa, personaggi caratterizzati perfettamente, contesto storico centrale e intrecciato amabilmente con la storia dei protagonisti.
L’Usignolo racconta di un passato a noi Europei ancora vicino e vivo sia in termini di memoria storica sia in termini di sentimenti e testimonianze presenti e annualmente ricordate e celebrate; forse è questa la ragione per cui la lettura è scorsa veloce e fluida oltre al fatto che Hannah ha uno stile preciso e asciutto che rende tutto più semplice.
Siamo in Francia nella seconda guerra mondiale durante l’invasione nazista; è vero, è un tema affrontato tantissime volte dalla letteratura e dalla filmografia, sciolinato in tante salse, ma questi rende solo più difficile appassionare, per questo a mio avviso qui ad Hannah va riconosciuto un plauso in più; riesce benissimo infatti a gettare la luce su una parte della resistenza a cui si dedica meno attenzione solitamente , ossia quella femminile.
La guerra è maschia, è simbolo di forza e virulenza, ma è anche forza d’animo, coraggio, passione e intraprendenza che meno hanno a che fare con la forza prettamente fisica e ben si sposano con l’animo femminile che in maniera che può sembrare meno sbraitante e più sussurrata nasconde una potenza incredibile.
Le due sorelle Vianne ed Isabelle sono la dimostrazione di ciò e la scrittrice riesce perfettamente a caratterizzare le loro differenze, le loro lotte interne, gli stati d’animo e l’amore filiale incondizionato. L’una lottando in prima persona nella resistenza antifascista, l’altra cercando di proteggere la sua famiglia e quelle di tanti altri nello scorrere della vita quotidiana, entrambe sono il simbolo di quella parte viva della popolazione europea che ha cercato di difendere a costo della propria vita la PROPRIA LIBERTA’ da una follia che, ca vans ca dire, ha macchiato la storia mondiale.
La bellezza di questo romanzo però è che, oltre agli eventi storici che sono più di un contesto ma diventano centrali nella descrizione dei personaggi, ci porta all’interno delle storia della famiglia Russignol che durante la guerra riscopre se stessa, facendo venire a galla sofferenze profonde e cicatrici difficili da rimarginare. La guerra, come ogni altra situazione estrema, ti porta a fare azioni che non faresti mai, ti porta ai confini del tuo immaginabile e ti costringe a guardare te stesso, i tuoi comportamenti e quelli degli altri in maniera lucida e profonda senza orpelli per arrivare a rivedere il quadro della tua vita passata obbligandoti a verità forse scomode ma che a volte aprono la strada ad una seconda possibilità.
Romanzo consigliatissimo, e come tutti i romanzi sul tema antifascista e antinazista sarebbe da far leggere a tutti i nostalgici o pseudo tali.

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L'usignolo 2016-01-15 22:27:22 Lady Aileen
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Lady Aileen Opinione inserita da Lady Aileen    16 Gennaio, 2016
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Da leggere

Con l'avvicinarsi della Giornata della Memoria (giorno di commemorazione delle vittime dell'Olocausto), ogni anno, in libreria arrivano libri che cercano di ricordare l'orrore avvenuto con la speranza che non accada di nuovo.
Sono storie che coinvolgono persone realmente esistite o con personaggi di pura fantasia ma con l'intento di raccontare aspetti della seconda guerra mondiale poco conosciuti, a quest'ultimo tipo appartiene L'usignolo.
Partiamo dalla struttura del romanzo. Siamo in Oregon 1995, una donna vedova e malata sta per trasferirsi in una casa di cura, prima di andarsene, vuole assolutamente portare con lei un baule.
All'interno, la donna conserva cose di un passato che ha cercato di dimenticare, ma un invito a Parigi le riporta alla mente tutto e comincia a raccontare la sua storia e quella della sorella. La maggior parte del romanzo è ambientato negli anni 39-44 in Francia ed è raccontata in terza persona attraverso i punti di vista delle due sorelle. Il periodo 1995 che prende pochissimo spazio è invece raccontato in prima persona attraverso un unico punto di vista.
Come accennavo prima, tutto ruota attorno a due sorelle. Entrambe hanno perso la madre quando erano molto giovani e il padre, anch'egli con i suoi problemi, le allontana. Le due sorelle nonostante vivessero lo stesso dramma non sono molto unite: Vianne, la più grande, si sposa ma dopo aver subito un aborto si chiude nel suo dolore. Successivamente diventerà finalmente madre della piccola Sophie ma a quel punto la sorella più piccola, Isabelle ha passato la maggior parte della sua vita in diversi istituti per signorine dai quale fugge sistematicamente, diventando così una ragazza ribelle, testarda e sprezzante del pericolo.
Entrambe dovranno cercare di sopravvivere in una Francia occupata dai nazisti e non sarà affatto semplice. Vianne è una donna matura, razionale e con un marito in guerra. All'inizio è interessata solo a come tenere al sicuro lei e sua figlia, Isabelle, invece, è un'idealista e sin dall'inizio cerca in tutti i modi di ribellarsi, ha un forte desiderio di fare qualcosa di concreto incurante dei rischi che poteva correre lei stessa o chi la circonda. Sono due sorelle caratterialmente diverse tra loro ma alla fine scopriranno qualcosa che le rende molto simili.
Rispetto ad altri libri del genere, questa è una storia di donne ma soprattutto del loro ruolo e del loro coraggio. Tematica, a mio avviso, che non sempre trova il giusto riconoscimento.
Ho apprezzato la caratterizzazione delle due protagoniste, l'autrice è stata capace di renderle reali agli occhi del lettore. E' una storia coinvolgente, scorrevole (anche se, ci sono passaggi in cui perde un po' la fluidità), descrizioni vivide e accurate e non manca l'aspetto romantico ma è un aspetto molto marginale.
Alla fine è davvero difficile non sciogliersi in lacrime.
Dovete assolutamente leggere questo libro.

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