Narrativa straniera Romanzi La casa delle farfalle nere
 

La casa delle farfalle nere La casa delle farfalle nere

La casa delle farfalle nere

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Separato dai suoi genitori alcolizzati, il piccolo Juhani è mandato in un istituto di correzione su un'isoletta. Padre-padrone del luogo è un uomo di mezz'età, a suo modo un idealista, un sognatore, convinto che una disciplina ferrea, crudele - basata sulle pene corporali e sul lavoro incessante - possa far nascere nei suoi pupilli l'idea che "è possibile superare se stessi", sfidare e piegare la propria natura, così come dev'essere possibile piegare la natura ostile dell'isola, a furia di fatica e tenacia. Romanzo di formazione ambientato negli anni Sessanta in un'isola finlandese, sede di un istituto di correzione per adolescenti difficili.



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La casa delle farfalle nere 2015-09-09 07:29:30 evakant
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evakant Opinione inserita da evakant    09 Settembre, 2015
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UNA STORIA CUPA E TRISTE, MA CHE FA RIFLETTERE

La casa delle farfalle nere è un riformatorio disperso su un'isola finlandese.
Juhani Johansonn via arriva poco più che bambino, ha una storia triste alle spalle, come tutti gli altri ragazzi presenti sull'isola.
I suoi genitori, benché non delinquenti né ignoranti (si evince più in là nella lettura che sono entrambi laureati) sono dediti all'alcool e la madre è spesso preda di crisi depressive.

ATTENZIONE, CONTIENE LA TRAMA PRESSOCHE' INTEGRALE, ANCHE SE NON ESPLICITA.

Il romanzo si apre con un omicidio, Tyyne Amanda Koskinen viene trovata morta sul pavimento del pollaio di un riformatorio dell'isola N (il nome è appositamente omesso).
Da qui si passa alla storia di Juhani.

La storia di Juhani parte con un primo lungo flash back nel quale, partendo da quando adulto sta per diventare direttore di un'impresa di costruzioni, si torna indietro ad un gelido pomeriggio in cui si svolge il funerale del suo cane Baltazar, i genitori decidono di celebrare le esequie dell'animaletto in modo un po' bizzarro, il padre inscena un discorso funebre delirante e sconnesso, la madre accusa il padre di avere preso a calci l'animale e di averlo lasciato morire senza portarlo dal veterinario, litigano, a tutto questo assiste Juhani che ha allora solo 5 anni e con lui l'ancora inconsapevole Sauli, suo fratello minore di pochissimi mesi.
Nella notte la madre di Juhani, in preda ai fumi dell'alcool esce di casa con in braccio Sauli e lo posa dentro il ruscello, Juhani assiste sgomento e in modo fortuito riesce a tirare fuori il fratello dall'acqua, riesce a scaldarlo e sfamarlo con del latte avanzato dalla ciotola de gatto...in casa non c'è altro e Sauli piange a squarciagola...
il giorno dopo arrivano a casa una donna e un poliziotto che interrogano Juhani, i genitori minimizzano e cercano di plagiare il bambino. Ne esce un quadro desolante. Una mezza pagina triste e avvilente.

Da lì Juhani verrà tolto ai genitori, così come Sauli, ed affidato ad un'altra famiglia, poi ad un'altra ancora fino a che, combinato qualcosa di troppo, non verrà portato sull'isola, nel riformatorio di Olavi Harjula, un uomo, padre e padrone di mezza età, convinto che il lavoro durissimo, le pene corporali e nessuna pietà possano restituire a questi ragazzi perduti una esistenza normale.
La prima cosa che Juhani nota e che lo getta nello sgomento e nella disperazione è che il mare non è blu. È di un grigio sporco e triste. Juhani oltre che essere un ragazzo sfortunato è anche molto sensibile e vivrà a suo modo la vita nel riformatorio.
Risulterà simpatico ad Olavi, ma dovrà conoscere la crudeltà degli altri ragazzi che percepisce come “un'unica, enorme bestia feroce”.
Conoscerà la fatica e le imprese al limite dell'umano portate avanti da Olavi più per disperazione che per vero spirito d'avventura: come quella di allevare bachi da seta. In Finlandia, in un clima rigidissimo.
Eppure questa impresa contagerà tutti. I ragazzi e anche la triste moglie di Olavi, madre di 5 figlie, ognuna con il nome di un fiore, che crescono per forza di cose separate dai ragazzi, loro senza disciplina alcuna, vittime di un padre che non esiste, perché assorbito solo dai suoi ragazzi.
Nel frattempo i genitori di Juhani muoiono in un incidente stradale in Italia.

Parallelamente scorre la storia di Tyyne, la vaccara dell'isola che lavora per il riformatorio, cura gli animali, ma la sua esistenza è impregnata da un fanatismo religioso e un'odio verso tutti i ragazzi, che vede come esseri immondi, perduti, fallati, irrecuperabili e malvagi.

Dall'inizio dell'allevamento dei bachi tutto precipita: Juhani fa amicizia con una figlia ma viene presto scoperto dalla signora Harjula e per punizione viene da lei letteralmente innaffiato di diserbante, passando i mesi successivi in ospedale, la povera Anemone viene sottoposta ad una imbarazzante visita ginecologica per appurarne la verginità, la signora Harjula intanto, trascurata dal marito inizia una relazione con un ragazzo del riformatorio, all'incirca 20enne...
I loro incontri avvengono nella serra dei bachi, e quando le crisalidi si schiudono e ne escono delle farfalle nere, la maledizione cade su di loro, la donna, delirante non vuole più avere nulla a che fare col ragazzo, presa dai sensi di colpa, ben presto pericolosamente dimenticati.
Tyyne impazzisce quando il gatto dell'isola muore in circostanze macabre e incredibili, praticamente impazzisce e annega in mare. Tyyne nel delirio da la colpa ai ragazzi, che sono malvagi, e comincerà ad uscire la notte per sorvegliare il pollaio.
Ma vedrà qualcosa che non deve vedere, e verrà uccisa.
Juhani sa benissimo cosa è accaduto, ma alla polizia non dirà nulla.
Ormai è stato ammesso al liceo sul continente e la sua vita cambierà.
Forse troverà la sua strada.

Dopo anni ritroviamo Juhani adulto, marito di una delle figlie di Olavi (se la stessa Anemone di anni prima non è dato sapere) lui ancora alle prese con Olavi, che osteggia l'impresa di costruzioni per la quale lavora e che lo odia per aver tradito la sua fiducia innamorandosi di una delle sue figlie. Nell'atto finale consegnerà a Juhani una valigia con gli effetti personali dei suoi genitori, all'interno delle quali Juhani troverà diari e lettere che chiariranno la loro triste vita e la loro triste morte.

È un libro tristissimo, cupo, grigio come il mare d'inverno finlandese, scritto in modo asettico e freddo, in terza persona, spesso omettendo persino il nome dei personaggi: la madre di Juhani è la madre, il padre è il padre, la figlia di Olavi sposa di Juhani non ha un nome e non è dato sapere se sia la stessa fiamma dell'adolescenza. Forse per sottolineare il fatto che non è quello che veramente importa della storia.

Vengono descritte le tragedie e le speranze dell'adolescenza, di un Juhani che è un ragazzo difficile ma non cattivo, solo provato da una vita che è andata a rotoli (non per colpa sua) già quando era un bambino.
Due genitori giovani, istruiti ma che non riescono a vivere la vita con serenità, cercando nello stordimento qualcosa che manca.
Una donna trascurata, madre insoddisfatta di 5 figlie, che cerca sollievo nella passione carnale per un ragazzo.
Un uomo convinto che delle imprese al limite dell'assurdo siano un modo per “superare se stessi” e redimersi.
Una donna sola, triste e mentalmente disturbata, fanatica religiosa, che in passato ha rapito una bambina (a cui faceva da baby sitter) pensando di poterla tenere con sé, di averne il diritto perchè in famiglia era maltrattata e che per il suo morboso scrutare gli altri troverà una morte triste e banale.

Insomma, non certo una lettura semplice e spensierata.
Non è un libro che si può definire bello, ma un libro che fa riflettere.
Che lascia un velo di tristezza.

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