Narrativa straniera Romanzi La decomposizione dell'angelo
 

La decomposizione dell'angelo La decomposizione dell'angelo

La decomposizione dell'angelo

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"Se la causa della decadenza è la malattia, allora la causa fondamentale di essa, la carne, è una malattia. L'essenza della carne è la decadenza. La funzione della carne, collocata nel trascorrere del tempo, è quella di testimoniare la distruzione e la decadenza." Honda Shigekuni, indimenticabile protagonista della tetralogia Il mare della fertilità che trova compimento in questo romanzo, giudice ormai in pensione, adotta con grande slancio l'orfano Toru. In lui vede l'ennesima reincarnazione del suo amato e perduto compagno di scuola Kiyoaki. Ma si tratta dell'inseguimento di qualcosa di impossibile da raggiungere.



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La decomposizione dell'angelo 2014-09-06 05:30:58 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    06 Settembre, 2014
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PRIMA DEL SILENZIO

Il quarto volume della tetralogia "Il mare della fertilità" di Mishima è anche l'ultima opera dell'autore, spedita all'editore poche ore prima di morire.
La traduzione letterale del titolo è "I cinque segni della decomposizione dell'angelo" , ed è tratto dalla tradizione buddhista, secondo cui "le loro corone di fiori appassiscono, le loro vesti si insudiciano, le loro ascelle esalano un fetido odore, perdono la gioia di essere, e sono abbandonati dalle vergini ingioiellate". Nell'opera le interpretazioni simboliche sono aperte.

I fatti del romanzo si dipanano nell'arco di cinque anni (un azzardo letterario che lo scrittore ha voluto correre: il '70, anno in cui iniziano le vicende della narrazione, è anche quello in cui si tolse la vita).
Ci sono due protagonisti principali: il vecchio Honda, già ampiamente conosciuto nei tre precedenti volumi, ora ha 76 anni; il giovane Toru è un sedicenne, orfano, impiegato come guardia costiera per avvistamento navi, il quale "sapeva che la ricchezza e la virtù erano incompatibili"; "viveva lontano dall'ambizione, dall'avidità, dalle passioni".
La prima parte è un susseguirsi di grandiose descrizioni marine: "il sole spuntò di nuovo, e di nuovo il sole si trasformò nella placida dimora della bianca luce"; "...un'onda bianca si alzò come candida ala, poi subito ricadde"; "il bianco delle onde diventò per un istante del colore di una rosa gialla, annunciando l'arrivo della sera".

Honda, "dopo aver superato i settant'anni, ciò che aveva visto ogni mattina al suo risveglio era il volto della morte". La sua vita ha un'ulteriore svolta quando si convince che Toru sia la reincarnazione del suo amico di gioventù Kiyoaki, morto ventenne: decide di adottarlo.
Si susseguono aspetti sconcertanti che, sotto lo stile sempre eccellente dello scrittore, inquietano per il loro acuto pessimismo: l'approfondimento psicologico dei personaggi fa emergere un'ambiguità interiore che ci sorprende, quasi increduli. Si evidenzia la perdita di punti fermi, di valori, "in cui le convenzioni sociali venivano usate a proprio piacimento, e l'onestà e la sincerità trasformate in gioco". Giochi perversi, dove l'obiettivo freddo e consapevole è ferire o godersi la morte dell'altro. Personaggi che conoscono il male che alberga in loro, in bilico fra disperazione e compiacimento.
L'idea della morte è spesso presente: "la carne stessa rappresenta un'affezione, una morte latente"; "l'essenza della carne è la decadenza". Conoscendo la biografia del'autore, è facile passare dalle pagine del testo al travaglio dell'intera vita dello scrittore dai tanti successi letterari, fino all'orrore delle immagini della tragedia finale.

Il lungo capitolo conclusivo è indimenticabile, sorprendente eppure in qualche modo atteso: ricongiunge l'ultima vicenda a fatti di sessant'anni prima. Si tratta di un piccolo gioiello letterario in sé, che si apre a innumerevoli interpretazioni; una scena semplice e solenne, l'ultima che Mishima ci ha lasciato...prima del silenzio.

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solo a chi ha letto i tre precedenti volumi della tetralogia.
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La decomposizione dell'angelo 2014-02-01 16:22:19 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    01 Febbraio, 2014
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Il mare della fertilità- fine

Dopo aver scritto l'ultimo capitolo de “La decomposizione dell'angelo” la penna di Mishima si spense.

Si tratta dell'ultimo tassello della tetralogia, Il mare della fertilità, opera-testamento cui Mishima
affida tutto il suo pensiero.
I quattro romanzi che compongono la tetralogia sono necessari e concatenati, tanto che è consigliabile affrontarne una lettura sequenziale, per cogliere appieno il flusso ideologico.

E' un lungo percorso quello che ci impone l'autore giapponese, a tratti irto a tratti dolce, a tratti oscuro a tratti assolato; è un cammino ideologico e spirituale, impregnato di spunti filosofici e religiosi, un cammino che richiede una mente pronta ad ascoltare per entrare in un mondo lontano dai retaggi socio-culturali occidentali.

L'angelo della morte scende prepotente sulle pagine di questo quarto romanzo, contagiando con un'aura funesta uomini e natura, schiacciando la bellezza e colorando di grigio il cielo.
Il caro Honda, protagonista costante di ogni episodio della tetralogia, sta portando al termine la sua vita terrena; egli si avvicina agli ottanta anni e raccoglie i frutti di un'esistenza intera.
In quest'ultimo lavoro Mishima sembra fondersi in una comunione col suo protagonista, tirando le somme di un percorso di vita terreno, con la consapevolezza di avvicinarsi ad un mondo nuovo.
La bellezza e la vita lasciano il posto all'incipiente morte, la luce si affievolisce pagine dopo pagina, le nebbie che aleggiano sull'oceano sembrano avanzare, il vento tra le fronde degli alberi sembra sussurrare litanie tristi.

Il percorso di Mishima raggiunge il culmine e si svela, non senza un ultimo pizzico di difficoltà; è un romanzo di estrema compiutezza sul piano del contenuto, pregno di concetti filosofici appartenenti al mondo buddista e non solo, corroborato dal pensiero dell'autore in tema di nazionalismo e di economia.
Di gran valore i tratti in cui torna prepotente la penna lirica di Mishima, capace di donare un'anima al mare o ad una foresta, capace di ritrarre il silenzio o di fotografare il concetto di bellezza.

Con quest'ultimo romanzo cala il sipario su Il mare della fertilità, cala il sipario sulla vita di un uomo e di uno scrittore, lasciandoci tra le mani un'opera dalla struttura complessa, che riesce a donare e trasmettere tanto a chi avrà la voglia di mettersi in cammino, abbandonando preconcetti e pregiudizi.
Se qualche nube temporalesca coglierà il lettore per strada, sappia che al termine sarà ricompensato con un arcobaleno.

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La decomposizione dell'angelo 2013-07-10 09:49:09 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    10 Luglio, 2013
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TENNIN GOSUI

Oggi concedetemi di sussurrare malinconicamente, invece che scrivere il mio commento. Perche' sia essa scelta o subita, la fine di un'entita' che ami merita rispetto. Con tono ovattato lascio allora un pensiero per l'ultimo lembo della mia penisola Mishima, un autore che si e' insinuato in me fin dal primo romanzo letto.
"La vita umana e' breve , ma io vorrei vivere per sempre."
(Mishima Yukio, 25 novembre 1970, biglietto di addio scritto prima del suicidio rituale).
Con la morte giunge di conseguenza la fine della sua splendida produzione letteraria, epilogo tenacemente incarnato tra le pagine del libro di cui vi parlero' , il cui finale venne composto il giorno precedente il seppuku.

Ultimo capitolo della tetralogia IL MARE DELLA FERTILITA', benche' la penna sia sempre piacevole manca dello splendore onnipresente altrove, quasi che l'idea di morte, di disillusione stesse a poco a poco ingoiando non solo il Mishima uomo, ma anche l'artista.
Il quasi ottuagenario Avvocato Honda, insindacabile protagonista dell'intera opera, adotta il giovane orfano Toru, nella cui identita' riscontra l'ennesima incarnazione del caro amico Kyioaki.
Ma questo e' un libro di morte, e' un libro di decadenza.
E' il libro della decomposizione della bellezza cosi' come riporta il titolo , la cui traduzione e ' letteralmente I CINQUE SEGNI DI DECOMPOSIZIONE DELL'ANGELO, con riferimento alla tradizione buddhista dove gli angeli terreni vicini alla morte manifestano la loro decadenza con cinque segni evidenti agli uomini.
Il romanzo e' molto impegnativo non tanto nella forma, quanto nel contenuto.
Pochi sono i personaggi principali ma di una complessita' intrinseca non indifferente, forse l'opera avrebbe bisogno di una rilettura per cogliere ogni sfumatura e approfondirla come merita. Certo e' che il carapace di Mishima e' evidente in tutta la tetralogia ed in questo quarto libro ansimano gli ultimi spasmi di un uomo il cui forte nazionalismo non trova pace nella modernizzazione del Giappone, quasi che i cinque segni di decomposizione dell'angelo si traspongano nella decomposizione del suo amato Paese, i segni della decadenza dell'antica tradizione nipponica ormai inequivocabili.
Nelle opere dell'autore lette e' sempre incantevolmente espressa la sua sensibilita' attraverso i fiori, che egli descrive con un'opulenza artistica ed esotica cui solo madre natura in persona potrebbe tenere testa.
TENNIN GOSUI ci lascia impietriti davanti ad un giardino privo di colore, orfano dell'esplosiva gioia purpurea di una vecchia lagerstroemia condannata a morte da una giovane lama.

Se ogni libro della tetralogia puo' essere letto senza poi procedere coi successivi, e' necessario affrontarli cronologicamente non essendo opere a se stanti.

IL MARE DELLA FERTLITA'
FINE

Ciao Yukio-san.

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