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Lasciar andare

Letteratura straniera

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Congedato poco tempo prima dall'esercito, ancora scosso dalla recente morte della madre, Gabe Wallach entra nell'orbita di Paul Herz, un compagno di studi, e di Libby, la moglie di Paul. La volontà di Gabe di essere una persona seria e generosa verso il prossimo viene messa alla prova dal rapporto con Martha Reganhart, una donna divorziata, madre, vivace. La complessa relazione di Gabe e Martha, e la spinta di Gabe a risolvere i problemi degli altri sono al centro di questo primo romanzo di Philip Roth: ambientato negli anni Cinquanta, tra Chicago, New York e Iowa City, è il ritratto di un'America definita da vincoli sociali ed etici profondamente diversi da quelli di oggi. Pubblicato nel 1962, subito dopo la raccolta Goodbye Columbus, quando l'autore aveva 29 anni, Lasciar andare è presentato in una nuova traduzione ad opera di Norman Gobetti.



Recensione della Redazione QLibri

 
Lasciar andare 2016-03-15 19:49:47 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    15 Marzo, 2016
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LA VITA SECONDO ZIO ASHER

“Ascolta lo zio Shmuck, okay? Le cose vanno e vengono, e tu devi essere un ricettacolo, devi fartene attraversare. Altrimenti, per te, ragazzo, la morte sarà atroce, e a me spiacerebbe tanto. Che cosa vuoi diventare, un inscatolatore di esperienza? Ci metterai un tappo sopra e uno sotto? Lascia che l’esperienza fluisca, lasciala andare. Aspetta e accetta e impara a tirar via la mano. Non aggrapparti! Che cos’è il matrimonio, se non merdosa forma di rapacità, una terribile, ripugnante manifestazione di superbia.”
Il romanzo ha un incipit e un finale bellissimi, due lettere, la cosa migliore del romanzo, degne dell'ultimo Roth.
La storia è scritta in parte in prima persona dall’io narrante Gabe, studente e poi docente di letteratura che conosce una coppia: Paul e Libby Hearz. Gabe si sente di dovere la sua educazione sentimentale a Henry James, e Henry James è galeotto all'inizio del romanzo nel creare un filo d’attrazione tra Gabe e Libby. Bisogna però anche dire che Henry James stesso nutre seri dubbi sulle proprie capacità nel campo dei sentimenti, espresse in modo toccante in uno dei suoi racconti La bestia nella giungla, con rara sincerità. Magari maestro di stile,di eleganza, di nebulosità, ma affidare l’educazione sentimentale a Henry James….
Gabe presta, come dicevo, Ritratto di signora a Paul, ma lui non ha tempo per il romanzo, perciò lo legge Libby; all’interno del romanzo c’è la lettera della madre di Gabe, una lettera molto personale (quella dell’incipit). Dalla lettura nasce una certa intimità tra i due e anche attrazione. Gabe però ha l'attrazione facile, come vede una donna se ne innamora e entra in confusione. Libby dal canto suo ha un marito cervellotico e antipatico, adatto a rovinare la vita propria e altrui. Paul l'ha sposata senza ascoltare i giusti consigli di zio Asher di rimandare alla fine degli studi il matrimonio, l’ha spinta ad abortire quando lei desiderava tanto un figlio, e quando quel figlio poteva far loro recuperare il rapporto con i genitori di entrambi, rotti a causa del matrimonio. L'aborto era tra l'altro clandestino con il 16% di possibilità di morte della donna, e Paul aveva seri dubbi sulle capacità del medico. Il legame della coppia è da subito una specie di cappio al collo; Libby deve lasciare gli studi. L'aborto (causato dal rifiuto inconscio di John del legame) rappresenta il secondo passo falso. L'aborto verrà pesantemente espiato con l'astinenza sessuale, il disamore, la malattia di Libby e la sua nuova rinuncia agli studi e l'adozione costosissima di un altro bambino.
Spero tra l'altro che le adozioni in America non funzionino più così come viene descritto nel romanzo.
Gabe nel frattempo pur pensando a Libby con una parte del cervello, conosce una donna divorziata con due figli, Martha, ma anche lì porta scompiglio perché pensa a corrente alternata di amare/non mare la donna che certamente è attratta da lui. Gabe nel momento del culmine della passione e dopo che Martha ha passato due notti insonni a vegliarlo malato, non appena si alza va a perquisire gli armadi della poveraccia facendo notare al lettore e a Martha stessa lo stato di tremendo disordine della sua casa. Non solo, nota subito che la donna, una taglia forte, ha dei pantaloni che le ingrossano il sedere, e fa i suoi commenti velenosi con il lettore e con lei sullo stato del suo abbigliamento. Per non parlare delle meschine discussioni sui cento euro dell’affitto che lei non ha, e che chiede a lui (figlio di dentista di grido) con grette discussioni sulla spartizione delle bollette. Questo al culmine della passione, facciamo passare un anno. In ogni caso, la collega di Martha resta incinta e nel frattempo la coppia di Libby e Paul ha deciso di adottare il bambino e Gabe darà una mano anche in questa impresa grottesca.
Il lato debole del romanzo è che Roth non è ancora ben consapevole di sé, dei suoi limiti e punti di forza umani, di cosa è e di cosa vuole come uomo, non come scrittore. Nel romanzo si intravede, in alcune pagine molto chiaramente il talento del grande scrittore ma credo che questo non sia il suo miglior romanzo. Non c’è quella sua bellissima feroce lucidità. C’è una nebulosità non solo sentimentale, ma di conoscenza di sé, che allontana il libro dal lettore. I personaggi sono ondivaghi, soprattutto gli uomini, e le donne sono un po’ troppo succubi. Credo che il consiglio di zio Asher nel caso di Gabe e anche di Paul sia azzeccatissimo. In varie parti del romanzo Gabe decide di sposare qualcuno, in genere Martha. Ma poi si ricrede sempre. Non so, in questo romanzo le cose che mi piacciono di Roth non sono ancora molto evidenti, ma è sempre un Roth. Forse è un Roth che potrebbe piacere anche ai non –lettori di Roth, forse più a loro che agli altri. In ogni caso ci regala una storia sentimentale godibile, piena di dialoghi intelligenti (anche se non sempre brillanti come nei suoi migliori romanzi), e con molto poco zucchero. Forse alcune pagine andavano tagliate, per esempio la visita di Gabe ai parenti di Paul. Adatta per i lettori sentimental-diabetici ma non per le lettrici di romanzi rosa. L’idea di “sentimentale” che ha Roth lascia abbastanza a desiderare. Io lo preferisco come mostro senza cuore, dopo la metamorfosi o l’autocoscienza quando passa al sesso e lascia perdere i sentimenti che tanto non fanno per lui.

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