Lolita Lolita

Lolita

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Sarebbe difficile, per chi non ne è stato testimone, immaginare oggi la violenza dello scandalo internazionale, per oltraggiata pruderie, che Lolita provocò al suo apparire nel 1955. Ma chi è Lolita? Questa "ninfetta" (geniale invenzione linguistica di Nabokov, poi degradata nell'uso triviale, quasi per vendetta contro la sua bellezza) è la più abbagliante apparizione moderna della Ninfa, uno di quegli esseri quasi immortali che furono i primi ad attirare il desiderio degli Olimpi verso la terra e a invadere la loro mente con la possessione erotica. Perché chiunque sia "catturato dalle Ninfe", secondo i Greci, è travolto da una sottile forma di delirio, lo stesso che coglie l'indimenticabile professor Humbert Humbert per la piccola, intensamente americana Lolita.



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Lolita 2021-10-27 21:51:51 ALI77
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ALI77 Opinione inserita da ALI77    27 Ottobre, 2021
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UN LIBRO CHE SCUOTE I LETTORI

"Se avessi raggiunto la meta, la mia estasi sarebbe stata tutta tenerezza. un caso di combustione interna del quale Lolita, anche da sveglia, avrebbe a stento percepito il calore."(citazione)

E' difficile parlare di questo libro perché il tema trattato è sicuramente molto crudo e la lettura di questo libro suscita emozioni contrastanti quali rabbia, indignazione e sgomento.
D'istinto il lettore moderno respinge tutto quello che ci viene raccontato perché vengono commessi degli atti che sono contro ogni forma di morale e che ci risultano inspiegabili.
Lolita è una sorta di diario-confessione scritta da un uomo con lo pseudonimo di Humbert Humbert, morto in carcere, la storia viene raccontata solo dal suo punto di vista.
L'autore decide di affidare la narrazione in prima persona a questo personaggio inaffidabile e problematico, è un pedofilo che vive la sua malattia con vergogna e capisce che ciò che fa è immorale ma sa anche che non può rinunciare a questa sua "ossessione". Non può respingere la propria indole.
Lolita è sia vittima che carnefice, è consapevole di quello che sta facendo e del grosso potere che ha nei confronti di Humbert e di quello che lei rappresenta per lui e ci gioca molto su questo. Sicuramente ha bisogno di un grosso supporto psicologico.
Va anche detto senza dubbio che quello che fa Humbert è sbagliato e va condannato e non ci sono giustificazioni per la sua condotta.
L'intento dell'autore è quello di "indagare" e di scovare tutti gli aspetti più profondi e nascosti della mente malata di Humbert, nel sentimento e nel desidero che quest'uomo prova per la dodicenne Lolita e in generale per tutte le ragazzine.
Humbert per quanto sia un personaggio deplorevole e inquietante, è molto complesso e trovo che l'autore l'abbia descritto in maniera estremamente reale.
Il limite viene passato quando dai pensieri di Humbert, su quello che potesse succedere con Lolita, tutto diventa realtà e da lì inizierà il lento declino di questa storia di ossessione.
Entrambi i protagonisti hanno un grave disturbo psicologico e per Humbert si aggrava dopo l'inizio della loro relazione, quando sarà consumato dalla gelosia e dall'indifferenza che lei prova per lui. Lolita prende ciò che vuole da questo amore malato e la ragazzina non proverà nulla per l'uomo.

"E così, fra un tentativo di approssimazione e l'altro, mentre una conclusione percettiva la trasformava in macule di luna o in un lanuginoso cespuglio fiorito, sognavo di riemergere alla coscienza, sognavo di essere in agguato."(citazione)

Il talento di questo autore è di parlare di un argomento così controverso e inquietante utilizzando una prosa brillante, scorrevole e riesce a giocare con le emozioni del lettore facendolo dubitare di quale sia la moralità, cosa sia giusto fare e cosa no. Naturalmente è un narratore inaffidabile non ho mai creduto a quello che lui ha scritto, anche se sono consapevole che Lolita non sia una ragazzina che è stata irretita da Hubert e sicuramente anche lei è consapevole "ingenuamente" di quello che fa; ma credo anche che non dobbiamo mai dimenticare che ha dodici anni.
E' un libro che scuote qualcosa dentro al lettore non si può rimanere indifferenti, nel bene o nel male si è colpiti da questa storia, al di là della trama, chi legge questo libro dovrebbe andare oltre e vedere cosa l'autore ci volveva trasmettere. In questo testo credo sia interessante capire cosa pensava Humbert, perchè lo ha fatto, i rimorsi e la vergogna che provava.
Oltre a questo, credo che questa storia apra a molte riflessioni, sulle ossessioni amorose, sulle malattie mentali e su come certi limiti non si possano mai superare.

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Lolita 2021-08-12 14:41:10 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    12 Agosto, 2021
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Hubert e Lolita

«[…] L’altro quando evochi d’un tratto, a occhi chiusi, nel buio interno delle palpebre, la replica oggettiva, esclusivamente ottica di un viso amato, un piccolo fantasma dal colorito naturale (e così vedo Lolita).»

Non è semplice recensire un titolo quale “Lolita” di Vladimir Nabokov. Non tanto e non solo per quell’argomento così crudo e duro da affrontare che respinge per la sua essenza e incuriosisce per quegli inspiegabili atti, quanto anche per il viaggio che ha inizio e che altro non è che una apnea totale nella mente di quel protagonista così coinvolto e innamorato della piccola dodicenne Lolita, dalle sue sorti e da parte di quel fato avverso che sembra macchinare contro di lei.
La maestria di Nabokov è certamente nello stile e nel riuscire nell’immedesimazione. Hubert, il suo antieroe, è un pedofilo che vive della malattia quasi con vergogna ma che eppure, nonostante tutte le sue più intime riflessioni, non riesce a sottrarsene. Se all’inizio i suoi sono soltanto pensieri, il punto di non ritorno si ha con l’incontro con la giovane adolescente che supera quella linea di demarcazione tra immaginazione e realtà.
L’amore dell’uomo sarà accentuato dal diventare patrigno della ragazza, sarà vittima di gelosie estreme, sarà consumato nell’indifferenza in cui ella si concede ai suoi desideri e da quella sottigliezza caratteriale che, ancora, la caratterizza.
Il risultato è quello di un titolo che scuote e lascia il segno nel bene e nel male.

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Lolita 2021-01-31 20:01:16 CortaZur
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CortaZur Opinione inserita da CortaZur    31 Gennaio, 2021
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Un amore malato, un'infanzia rubata

Lolita, che gran libro e che grande scrittore. Dopo averne sentito parlare in ogni maniera e soprattutto dopo averla sentita citare da chiunque tanto che è diventata quasi una parola di linguaggio comune, mi sono deciso a leggere questo grande classico.
L'incipit e le prime pagine sono di una bellezza folgorante, il linguaggio, lo stile, la ricchezza del lessico (e qui si devono fare i complimenti alla traduttrice Giulia Arborio Mella) sono uniche tanto da venir voglia di leggerle ad alta voce.
La trama è nota ai più e non mi dilungo, quello che vorrei comunicare è la sensazione di straniamento che ho avuto durante tutto il romanzo. Veder crescere la relazione tra Humbert e Lolita, dalle fasi iniziali di conoscenza per poi vederla sviluppare in maniera così incestuosa, diventa sempre più scomodo e mi sono chiesto quasi da subito come potesse finire tale relazione e a cosa potesse portare.
Per scoprirlo ho dovuto attraversare svariati km in compagnia dei protagonisti e del loro viaggio lungo le strade degli Stati Uniti e soprattutto lungo l'infanzia della protagonista e man mano ho potuto sentire la tenisone crescente nel rapporto, tensione che mi faceva sentire sempre più a disagio nel leggere e situazione che mi faceva sempre più prendere le parti della Lolita seduttrice, della Lolita manipolatrice e della Lolita vittima.
Al contempo però non mancavano i passaggi di alta scrittura che Nabokov ragala soprattutto quando ci si annida nei pensieri di Humbert con tutte le sue elucubrazioni, congetture, gelosie e fantasie che valgono da sole trattati interi di psicologia.

Devo confessare che la parola fine ha portato quasi un senso di sollievo in quanto la spirale nella quale si avvita la storia di Humbert rende la lettura una corsa ansiogena a scoprire quanto peggio si possano mettere le cose per lui e per il suo ormai segnato destino di dannazione.
Gran finale per un ottimo libro.

P.S. mi sono chiesto per tutta la durata della lettura: sarebbe possibile oggi anche solo pubblicarlo un libro così dirompente?

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Lolita 2020-12-30 22:14:19 archeomari
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archeomari Opinione inserita da archeomari    31 Dicembre, 2020
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Amore a prima vista, a ultima vista, a eterna vist

PROSA, STILE E TRADUZIONE (G.Arborio Mella): 5 STELLE CON LODE

Il primo Nabokov non si scorda mai, tant’è che, terminato, l’ho già riletto. Non mi capitava dai tempi de “La montagna incantata” di Mann. Ci sono tantissimi passi che ho trovato geniali, eleganti, originali e anche spassosi, volevo sottolinearli, farli miei in qualche modo, perché sono sicura di aver trovato “la”prosa per eccellenza. Soltanto l’incipit, che ho voluto cercare e leggere in inglese, è un tale gioco concentrato di allitterazioni, consonanze e assonanze da sembrare una danza di parole. Dopo aver scoperto Nabokov romanziere (in realtà avevo letto solo le sue “Lezioni di letteratura”) credo che sarà davvero arduo trovare un autore che superi il suo stile e la sua scrittura. Come lui dice ai suoi studenti americani:
“Lo stile e la struttura sono l'essenza di un libro; le grandi idee sono risciacquatura di piatti".

La ricostruzione di un dramma, il diario-confessione in cui il protagonista, Humbert Humbert, scava nei recessi della sua memoria da che aveva coscienza fino agli ultimi fatti della sua disordinata e dissipata vita per chiarire l’eziologia della sua psicosi, la “ninfolessi”come la chiama lui, ossia l’ossessione per le “ninfette” , bambine dai 9 ai 14 anni. In parole poveramente e brutalmente legali, Humbert è un pedofilo. Ma solo nel pensiero, scagioniamolo, in realtà, non ha avuto mai intenzione di violare fisicamente una bambina.

“Humbert Humbert si è sforzato in tutti i modi di fare il bravo, dico sul serio. Lui aveva il massimo rispetto per le bambine normali, con la loro purezza e vulnerabilità, e in nessunissimo caso avrebbe attentato all’innocenza di una fanciulla, se ci fosse stato il minimo rischio di uno scandalo. Ma come batteva il suo cuore quando, in mezzo a quella schiera innocente, egli scorgeva una bimba demoniaca, «enfant charmante et fourbe», sguardo velato, labbra lustre, dieci anni di galera se solo le mostri che la stai guardando.”

Ma Lolita non è un libro sulle memorie di un pedofilo, sarebbe fare un gravissimo torto a questo bellissimo romanzo, e all’autore che ha impiegato anni per la sua scrittura. L’ombra di Lolita aleggiava probabilmente già nelle sue prime opere e qui trova massimo compimento.
Come si sa il libro ebbe, vista la tematica, molte difficoltà editoriali, nessun editore, siamo nel 1955, voleva pubblicarlo, ci pensò un editore francese, specializzato in pubblicazioni osè.

E’ un grande e tragico divertissement , che gioca su un tema urticante e scabroso, sui nomi - il nome del protagonista, Humbert Humbert, ad esempio -che poi nella prefazione dell’autore vengono dichiarati pseudonimi, sulle parole in francese (retaggio culturale di Humbert/Nabokov), sullo snobismo e sulla vanità del protagonista che in più punti non ci risparmia sviolinate alla sua avvenenza e alla sua prorompente virilità, largamente, a suo dire, al di sopra della media.
Ma non dirò altro, la trama è famosissima, consiglio invece, di gustare la tempra di questa scrittura magica, affabulatrice, incantatrice, impostata sulla giocosità dello scherzo, sullo strizzare continuamente l’occhio al lettore e ai “signori della giuria” cui si appella spesso. C’è grande teatralità in queste apostrofi metaletterarie, un invito a farci entrare di soppiatto in certe scene, a farci partecipare a questo drammatico gioco.
C’è un continuo oscillare tra moralità/immoralità, tra comicità/drammaticità ben dosati, mai stridenti che mi ha fatta appassionare alla lettura, non mi ha stancata. Sono rimasta piacevolmente conquistata. Alla fine del 2020 ho scoperto il mio scrittore preferito in assoluto, ho capito il perché della grandezza di questo romanzo, che mi ha divertita, mi ha infastidito, mi ha amareggiato, mi ha anche commosso in certi momenti.
Indimenticabile.

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Non posso che consigliare di leggere tutto Nabokov!
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Lolita 2020-03-26 20:01:16 Tomoko
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Tomoko Opinione inserita da Tomoko    26 Marzo, 2020
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Fuoco dei miei lombi

Attirata dalla copertina scopro che l’immagine è di Stanley Kubrick. È la storia di Humbert, uomo che si innamora di Dolorez Haze, soprannominata in numerosi modi dall’autore: Lolita, Dolly, Lo.
Lolita è però la sua figliastra di dodici anni. Non mi aspettavo un libro così denso e impegnativo, il vocabolario molto forbito e ricercato, l’ha reso “di difficile lettura”.
Quello che però mi ha tratta in inganno è che, nonostante Humbert sia follemente innamorato descriva Soavemente
e poeticamente? Lolita, in realtà ne diventa carnefice, consapevole di essere un pedofilo e sentendosi sedotto da lei?.
“Mentre Lolita faceva i compiti...succhiava la matita, si stravaccava in poltrona con le gambe sul bracciolo io mi spogliavo del mio pedagogico riserbo, accantonavo i litigi, mi dimenticavo il mio orgoglio da maschio e venivo letteralmente in ginocchio sino a te, mia Lolita!... -lasciamo in pace!- dicevi tu -lasciamo in pace, Cristo santo!- e mi alzavo dal pavimento..ma non importa, non importa, sono soltanto un bruto..”
Non aspettatevi di trovare momenti di erotismo, Humbert vuole solo far capire al lettore quanto ama Lolita.
Quando il suo piano per possederla si realizza, accade perché è lei stessa a farsi avanti, non perché humbert trova il coraggio proporsi.
“E oggi mi sorprendo a pensare che il nostro lungo viaggio abbia solo sfregiato con una sinuosa linea di fango la magnifica, fiduciosa, sognante, enorme terra che per noi, retrospettivamente era solo un insieme di cartine con le orecchie, guide squinternate pneumatici consunti e i suoi singhiozzi nella notte-ogni notte, ogni notte- non appena io fingevo il sonno.”
Non è stata almeno per me una lettura fluida e piacevole, il contenuto però è intrigante, perciò consiglio questo libro che trascina in un vortice perverso di sensazioni. È una lettura impegnativa, bisogna prendersi del tempo.
Lo stesso protagonista è talmente bravo a scrivere e a descrivere che riesce a trasformarsi da mostro qual è a persona rispettabile.
Cito una frase presa dalla postfazione dell’autore: “Lolita non si porta dietro nessuna morale...ci sono anime miti che giudicherebbero Lolita insignificante perché non insegna loro nulla.”

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Lolita 2019-09-01 12:07:08 cristiano75
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cristiano75 Opinione inserita da cristiano75    01 Settembre, 2019
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L-O-L-I-T-A

Qui si è al cospetto di un vero capolavoro. Un libro per certi versi "maledetto" che per decenni è stato bandito e quasi messo al rogo dalla morale pubblica russa e di gran parte del mondo.
Un "amore" destinato solamente alla distruzione di due esseri. Con uno dei due, il maturo, che sa bene che tutto ciò porterà alla propria distruzione.
Non nascondo che il libro in molte parti, può apparire un poco "buffo", che faccia sorridere. Come per esempio tutte le frasi dispregiative che il protagonista rivolge alla madre-matrona della piccola Lo, la cui unica colpa è di essere una donna matura, una piacente donna sopra i trenta anni, che per forza di cose non può reggere il confronto con una ragazzina in età adolescenziale.
E' talmente grandioso questo libro, che forse è l'unico in cui il grande Kubrik non è riuscito a renderne il valore assoluto nella trasposizione cinematografica (come invece gli era riuscito benissimo in Full Metal Jacket e Shining).
Trattando un tema molto delicato e complicato è la classica opera che la si ama o la si odia e suscita repulsione.
Io ho trovato che la caratterizzazione del vecchio Humbert sia qualcosa di magistrale. Il suo lento e inesorabile sprofondare nella disperazione e poi nella follia sia un qualcosa di unico, che lo si può solo paragonare alle descrizioni psicologiche dei classici russi.
E' uno di quei libri che hanno disegnato, plasmato, esasperato l'opinione pubblica.
La "ninfetta" (termine oramai entrato nell'uso quotidiano) è portatrice di una bellezza senza eguali, ma anche di pari distruzione e dolore, per chi ne resta ammaliato.
Il maturo signore, invece di fuggire alla vista della preda, ne rimane in estasi e da questo momento inizierà la spirale verso gli abissi del dolore per lui e tutti coloro che gli gravitano attorno.
Se c'è una cosa che colpisce in maniera diretta, come un cazzotto dato un peso massimo è la totale devota, folle, inesorabile, piena devozione che il protagonista ha verso la pura anima della fanciulla.
Dal momento in cui la vede la prima volta, per lui non esiste più null'altro, non ha più altro obiettivo, aspirazione di vita, se non starle vicino.
Nella psicologia è ricorrente il tema della predisposizione degli esseri umani, in un determinato momento della propria esistenza, a intraprendere un cammino verso la propria distruzione.
Questo cammino può iniziarsi con l'amore impossibile verso una persona, con il vizio del gioco, del bere, della lussuria, con la fiducia incondizionata verso un altro essere, con lo sperpero dei denari......per H. Humbert il suo precipizio reca le fattezze eteree di una leggiadra ragazzina soprannominata: L-O-L-I-T-A e che una volta pronunciato questo nome, non si ha più scampo.

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Nanà
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Lolita 2019-03-09 23:51:53 ChiaraC
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ChiaraC Opinione inserita da ChiaraC    10 Marzo, 2019
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SEMPLICEMENTE PERFETTO

Stile:10
contenuto:10
piacevolezza:10

Ammetto tuttavia di non aver tratto proprio piacere nel leggere Lolita. Come ben tutti sappiamo, il famosissimo libro di Nabokov racconta l'amore perverso tra un pedofilo, Mr. Humbert, e Dolorez Haze, la sua ninfa, il fuoco dei suoi lombi, il suo peccato, la sua anima, nonchè figliastra di dodici anni. Non riesco a provare pena per Humbert che si strugge per l'impossibilità del suo amore, e non provo empatia per le sue sofferenze. Di base lui violenta Lolita, è con lei un orco possessivo che le proibisce di avere contatti con altri bambini e cerca di tagliarla da ogni relazione con la famiglia: la madre di Lolita muore in un incidente mentre la figlia è al camposcuola, e lui le terrà nascosta la verità solo per poi rivelargliela brutalmente, le mentirà dicendo che la casa della madre è stata venduta, non le rivelerà mai il suo luogo di sepoltura. La convincerà ad accettarlo come patrigno e la violenterà ogni notte. E quando Lolita andrà al liceo femminile avrà pessimi voti, in quanto troppo impegnata a soddisfare le voglie del patrigno per studiare.
Ma l'amore che lui ha per lei, come lui la dipinge e la descrive, quello beh...è sublime. Lui la idealizza e la mette su un piedistallo, per lui Lolita è una dea da venerare, è un personaggio di una tragedia e lui è Shakespeare, è la musa che ispira le sue poesie, è una diva del cinema e lui il suo vecchio e umile compagno che la segue nell'ombra.

Il libro è narrato dal suo punto di vista, e se non si presta attenzione si cade nella trappola di comprendere i dolori del povero Humbert.
Lui ama Lolita come farebbe un adulto, ed è quasi impossibile non rispecchiarsi nei suoi sentimenti: Humbert spera di poter passare del tempo da solo con lei durante un picnic, o capita per caso nella sua stanza per vedere se lei è disposta a parlargli per un po'. Le compra regali per farle piacere, cerca di organizzare gite in montagna. Si fa tremila film mentali dove lui e Lolita sono i protagonisti. Ma cosa sono, poi, questi film mentali? Il marcio è sempre lì dietro l'angono, e lo si nota da tanti, piccoli particolari:
Humbert spera che in quel noioso picnic di famiglia lui possa fare una passeggata con Lolita e poterle dare un bacio, che tradotto sarebbe: un uomo di quarantanni spera di rimanere da solo nel bosco con la figliastra dodicenne, così può molestarla.
Oppure, Lolita finalmente entra in camera sua per dargli attenzioni e mostrargli uno dei suoi disegni: Lolita ha 12 anni e mostra al patrigno uno dei suoi disegni, e la cosa peggiore è che agli occhi di Humber questo è un tentativo di seduzione. Tanti gesti quotidiani di Lolita (mangiare una mela, leccare un lecca lecca) sono percepiti come moine sensuali e ammiccanti.
E la cosa più terribile è che anche il lettore gli reinterpreta in questo modo!

Lolita è stato il romanzo più frainteso della storia. Prima si riteneva fosse un racconto erotico, ma una volta diventato famoso, è stata Lolita a passare dalla parte del torto, entrando nell'immaginario collettivo come l'adolescente che provoca il vecchio signore. E invece no! E' tutto nella testa di Humber e Nabokov lo descrive molto bene: persino la famosa scena di Lolita che, con occhiali da sole a forma di cuore, prende il sole in bikini con un lecca lecca è stata fraintesa. Stiamo parlando di un'adolescente che lecca un lecca lecca e ha gli occhialoni a forma di cuore, quante ragazze lo fanno, ogni giorno? Perchè nell'mmaginario collettivo è lei, quella provocante, e non lui il perverso?
Nabokov è riuscito con ampia maestria a descrivere le passioni e i dolori di un pedofilo e far sì che la folla empatizzasse con lui, e che anche la folla potesse dire: è vero, Lolita lo ha provocato.

Ma ok. Tuttavia, il contenuto è favoloso, ricco di colpi di scena, e la personalità problematica di Humbert viene colta dal lettore più attento (quando lo leggerete, notate per favore come si esprime il signor Humbert: usa solo pleonasmi, frasi allegoriche, comparazioni eroiche. Parole assolutistiche, anche. Indice di una personalità non normale).
Un tema così controverso è trattato con maestria ed ironia, e il libro non è mai pesante, ma sempre scorreole, sebbene a tratti sia molto difficile da digerire e ti faccia sentire male con te stesso.

Infine, lo stile: sorprendente. Maestrialmente scritto, ma non solo. Notate la ricchezza del vocabolario. Le figure retoriche, il linguaggio. E cosa più sorprendente: venne scritto in inglese, che non era la lingua madre di Nabokov. Nabokov era russo ed era emigrato negli Stati Uniti solo da pochi anni. E dopo pochi anni già parlava con tanta maestria una lingua non sua! Infatti, so che fu proprio il caso letterario dello "straniero che parla meglio dei nativi". Incredibile.

Lolita è un libro da non perdere.

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Non importa. Lolita è unico nel suo genere.
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Lolita 2018-03-31 17:50:30 Cristiano
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Opinione inserita da Cristiano    31 Marzo, 2018

Tra i migliori libri della Storia della Letteratur

E', per me, una delle Opere più grandiose, potenti e meravigliose che io abbia mai letto.
Con alcuni altri testi, è un libro questo che ha dato un significato diverso alla mia esistenza, che ha condizionato un certo mio modo di pensare.
E' un libro che va letto senza pregiudizi, senza farsi condizionare dalla morale dominante, dalla società gretta è bigotta.
E' un testo stupendo, che in definitiva parla del vero amore, dell'amore puro, disinteressato, distruttivo, folle, impetuoso, che porterà a una sola via di uscita: la morte, la distruzione della persona che ama.
Leggere Lolita è come essere proiettati nella propria adolescenza, nel proprio mondo di gioventù, dove le preoccupazioni erano la partita a calcetto, i compiti a casa, la mamma che preparava il piatto sublime al ritorno da scuola, ma soprattutto i primi amori, le prime cotte, gli innamoramenti veri, profondi in cui un giovane metteva tutta la propria anima.....
Leggendolo mi sono commosso, perchè nell'amore incondizionato dell'anziano per la Ninfetta ho capito quanto un uomo possa autodistruggersi quando aspira a tornare giovane, a riappropriarsi di un mondo oramai lontano dove ci si sentiva liberi e senza vincoli sociali, economici e preoccupazioni tipiche di chi oramai invecchiato ha dimenticato ogni forma di sogno e romanticismo, appesantito dalla vita e dal trascorrere ineluttabile della vita verso la propria fine.
Humbert è un uomo che all'improvviso scorge in questa ragazzina la possibilità di riscattarsi dalla sua vecchiaia, dalla sua solitudine, dalla pesantezza di un'esistenza che sembra non avere più sogni.
Questa, meravigliosa, splendida, giovanissima, bellissima, piena di vita creatura appare all'improvviso al vecchio professore, come un raggio di sole a squarciare le tristi nubi della sua misera esistenza. Un angelo giovane e fresco, non contaminato dalla vita, che emana felicità e gioia, che con la sua bellezza acerba è capace di rendere bello e unico ogni cosa che ha intorno.
La gioventù è forse la cosa più preziosa che abbiamo, insieme alla vita, il professore Humbert vede nella Lolita forse, l'ultima speranza per poter sognare un ultima volta quei tempi lontani, per poter rubare ale Tempo un ultima isola di felicità.
Sacrificherà se stesso, la sua posizione sociale, i suoi denari, le sue conoscenze. Egli sa bene che una passione come la sua per Lolita non potrà che avere un epilogo tragico, drammatico, ma sa anche che ogni momento trascorso con il suo piccolo angelo è un momento sottratto alla morte, un momento di felicità vera, piena, così intensa da riuscire ad esorcizzare la morte, l'oblio e la tristezza della vecchia senza più speranza.

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Lolita 2017-06-06 09:06:20 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    06 Giugno, 2017
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Amore, desiderio o malattia?

E' molto difficile recensire un romanzo come "Lolita"...
Che dire, in primis mi aggiungo alla schiera di ammiratori dello stile di Nabokov e dico che, sì, l'incipit di questo suo romanzo è tra i più belli mai scritti: un sunto perfetto, seducente e disperato delle vicende che lo seguiranno.
L'argomento trattato è un tabù, che potrebbe turbare facilmente chi è più sensibile all'inviolabilità minorile, pur non contenendo alcuna scena di erotismo spinto. Ma non sarebbe l'erotismo eccessivo il problema (altrimenti non si spiegherebbe il successo che ancora non mi spiego delle varie Cinquanta sfumature...), ma lo è l'età della piccola Lolita. Dodici anni.
Quello che penso, personalmente, è che la letteratura è piena di personalità negative di vario genere: assassini, depravati e simili. Ma se ci si turba di fronte alla personalità di Humbert, ci si dovrebbe turbare anche personaggi i cui tratti si leggono molto più frequentemente, che magari tolgono la vita a persone una dietro l'altra, accumulando un bel numero anche in poche centinaia di pagine. Il fulcro di questo discorso è che stiamo leggendo un'opera di fantasia, che ci racconta una storia e non ci costringe assolutamente a condividere i pensieri dei suoi protagonisti, e nella maggior parte dei casi non lo fanno nemmeno gli autori che a quelle figure danno vita. Altrimenti ogni scrittore sarebbe un assassino, un depravato, o comunque un avanzo di galera.
Si può disprezzare la condotta di un protagonista, ma personalmente ho letto "Lolita" come avrei letto qualsiasi altro romanzo.

Humbert, diciamolo a chiare lettere, è un pedofilo. Ma è uno di quelli che soffre della sua malattia in silenzio, che spesso se ne vergogna e ne soffre, che non si azzarda ad adescare gli oggetti del suo desiderio depravato. All'origine di questa sua malattia, c'è una passione infantile finita precocemente in tragedia, con il suo primo amore Annabel che morirà improvvisamente per una malattia. Quando conosce Lolita, dodicenne, mentre lui è sulla soglia dei venticinque anni, Humbert rivede la sua amata scomparsa e il suo desiderio si acutizza pericolosamente. Fantasie si fondono con la realtà, anche perché la piccola Lolita è davvero precoce e non fa nulla per distruggere le illusioni del suo "ammiratore", anzi, le fomenta. Humbert è un mostro, ma Lolita è ben lontana dall'essere la bambina innocente che dovrebbe.
Tra varie vicissitudini, Humbert diventerà il padre adottivo di lei: vagheranno senza meta per gli Stati Uniti, soggiornando in squallidi motel, e Humbert riuscirà a saziare i suoi appetiti, ma ne diventerà completamente assuefatto. Coltiverà una dipendenza affettiva senza sbocchi nei confronti della sua Lolita, che lo terrà completamente in suo potere. L'approfittatore verrà completamente consumato dall'indifferenza con cui lei gli si concede, ma non potrà comunque farne a meno.
La malattia di Humbert si macchierà di un amore infetto, completamente inerme, che va oltre lo status di "ninfetta" della sua amata, ma che si legherà indissolubilmente alla sua figura, anche quando Lolita bambina non lo sarà più. Il suo affetto sfocierà molto spesso nel ridicolo e vi ritroverete a scuotere la testa di fronte a tanta debolezza e follia.
Lolita è una vittima, ma fino a un certo punto. Humbert l'accompagna nel suo corso che la porterà a diventare un'anima dannata, ma è un sentiero che aveva già incominciato prime dell'arrivo di Humbert e che non smetterà di percorrere una volta che lui sparirà dalla sua vita.
Questo è sicuramente un libro difficile, sia per il tema trattato sia per la disperazione che impregna ogni singola pagina, trasmessaci magistralmente dall'autore tramite il suo protagonista.
Di sicuro, suscita nel lettore un turbine di emozioni, positive e negative.

"Io ti amavo. Ero un mostro pentapodo, ma ti amavo. Ero ignobile e brutale e turpido e tutto quello che vuoi, mais je t'amais, je t'amais! E c'erano momenti in cui sapevo come ti sentivi, e saperlo era l'inferno, piccola mia. Bambina Lolita, coraggiosa Dolly Schiller."

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Lolita 2017-02-08 21:52:55 Il Nido Del Gufo
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Il Nido Del Gufo Opinione inserita da Il Nido Del Gufo    08 Febbraio, 2017
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Il Novecento (quello Estetico, però)

Mi sono approcciato alla lettura di questo romanzo con delle aspettative che sono state deluse. Ma è stata una fortuna. L'incipit, meraviglia delle meraviglie (altro che i sospiri Barricheschi, questa è Forma, con la F maiuscola).
Ma a sorprendermi (in positivo) sono state tre cose.

Primo, lo stile. Una narrazione di "scintillante alterigia" (Pietro Citati), da esteta puro, un'attenzione ai particolari e una minuzia squisita accompagnate però dall'abisso profondissimo di uno spirito corrotto che più prende coscienza di sé più si immerge nel nero più nero, in un climax continuo e inarrestato.
Insomma, un gustoso pastiche di estetica tardo ottocentesca e cupezza individualista e nichilista del miglior Novecento (Kafka, Celine e compagnia bella - BELLISSIMA!)

Secondo, l'assenza pressoché totale di scene di erotismo spinto: il libro sembra davvero un romanzo d'amore, senza quell'indugiare ruffiano e molto post-moderno di quelli che più particolari mettono, più si sentono realisti. Qui il dolore, l'abisso e la perdizione si sentono tutti, senza il bisogno di spiattellare l'orrore come se fosse un talk show.

Terzo, l'assenza di una morale. Il libro, nelle parole dello stesso Nabokov, non ha intenti pedagogici o moralisti, non vuole contrapporre l'orco pedofilo all'innocente angelo violato. Qui nell'abisso si precipita insieme, e ciò rende a mio parere il libro ancor più sconvolgente. Nonostante il narratore parli in prima persona e si condanni spesso per quel che racconta, non si ha mai l'impressione di detestarlo davvero.

Insomma, un vero, grande capolavoro. Raramente mi è capitato di leggere romanzi con una prosa così seducente, morbida, minuta e al tempo stesso nera e profondissima. Da leggere senz'altro.

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D'Annunzio, Huysmans, Wilde ma anche Proust e Kafka. Hai detto niente!
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