Nove perfetti sconosciuti
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Che montagne russe, lapocki miei!
Dal momento che uno dei miei obiettivi letterali per l'anno nuovo è di riscoprire la passione per la lettura nel senso più cozy possibile -ovvero, scollegandosi dal lato social di questo hobby- ho pensato fosse un'ottima idea recuperare vecchi titoli dei miei autori del cuore. Con due romanzi che ho apprezzato parecchio, la cara Liane può rientrare senza timore in questa categoria, e proprio per questo la mia prima lettura del 2025 è stata il suo "Nove perfetti sconosciuti".
Dopo un flashback incentrato sul passato di Maria "Masha" Dmitrichenko, la scena si sposta alla Tranquillum House, il suo resort nel sudest australiano dove piccole celebrità e persone comuni si recano per rimettersi in forma fisicamente e mentalmente. Come lettori seguiamo diverse prospettive, tra clienti e personale della struttura, ma a spiccare tra le altre è sicuramente quella di Frances Welty, autrice di libri rosa in declino nel lavoro ma non solo. La donna arriva al resort per riprendersi dopo una crudele truffa, e finisce così per far parte del gruppo sul quale Masha vuole testate la nuova procedura di trasformazione di sua invenzione.
Se avete già letto qualcuna delle mie recensioni, sapete come la presentazione falsa di un libro mi irriti; in questo particolare caso, avrei potuto sindacare sul titolo scelto perché i nove partecipati al ritiro non sono realmente degli sconosciuti, personalmente ma neanche a livello di fama. Invece non ho nulla da eccepire dal momento che l'autocecità è il tema centrale della storia: i personaggi non sono degli estranei verso gli altri quanto per sé stessi, infatti un po' tutti loro sembrano essere estremamente capaci ad intuire le difficoltà del prossimo ma a dir poco ottusi nell'indovinare i propri limiti psicologici. Il testo affronta anche temi secondari, che riguardano i singoli caratteri; quello che ho trovato più rilevante e meglio approfondito è l'elaborazione del lutto, ma si parla anche di apparenza estetica e di rapporto tra genitori e figli.
A veicolare brillantemente il tutto troviamo lo stile versatile e scanzonato di Moriarty, che ha la straordinaria capacità di bilanciare nei giusti tempi battute umoristiche e riflessioni ponderate. In questo titolo più che nei precedenti, ho apprezzato il suo talento per intessere delle ottime relazioni, spiegando bene i legami passati e gettando con sicurezza le basi per dei nuovi rapporti. In generale, trovo che i personaggi rappresentino un grosso punto di forza: si percepisce l'impegno nel rendere uniche e facilmente identificabili la personalità e la voce di ognuno.
E questo non era affatto facile, considerando che i POV totali sono ben dodici! una scelta che comprendo a livello concettuale, ma sulla quale ho finito con l'avere delle riserve perché alcuni sarebbero stati facilmente condensabili in altre prospettive. In particolare Lars, Ben e Delilah non mi hanno trasmesso granché, quindi avrei optato per approfondirli di più oppure eliminare direttamente i loro capitoli. Un ragionamento simile si potrebbe applicare sui temi, perché sfoltire almeno in parte gli argomenti trattati avrebbe permesso a quelli centrali di risaltare.
Nonostante queste critiche, il romanzo è riuscito ad emozionarmi in diverse scene, ma questo ha influito sulla valutazione solo fino ad un certo punto. Il vero limite per me è stato l'intreccio, perché la maggior parte del volume presenta un ritmo talmente fiacco da far pensare che non ci sia neppure una trama da seguire. Quando infine la narrazione prende il via, gli eventi ai quali assistiamo sono così rapidi e surreali da lasciare interdetti: l'impressione è quella di un accelerazione folle ed insensata dopo chilometri di strada percorsi con la prima ingranata. Magari mi andrà meglio con la prossima storia ideata dalla cara Liane.
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Rimedi contro il mal di schiena
Una scrittrice che soffre di mal di schiena, dopo averle provate tutte decide di spendere una somma di tutto rispetto per trascorrere dieci giorni in una specie di ritiro spirituale. La promessa è di quelle che fanno battere il cuore: alla fine di questo periodo, che sarà costellato da pratiche di rilassamento, pasti sani e gustosi, momenti di riflessione insomma dove sarà coccolata in tutto e per tutto, potrà dire addio al terribile mal di schiena che non le da tregua. Già prima di arrivare in quel luogo ameno inizia però ad avere qualche dubbio. Altri arrivano quando incontra gli altri ospiti, ognuno con un tipo di problematica diversa. Ma poco importa. Un po' di più importa il tipo di "terapia" prevista. Fino a quando le stranezze diventano piuttosto ingombranti. Mi è piaciuta l'idea di questo romanzo, anche se magari mettere dieci sconosciuti in una villa isolata, da dove non possono fuggire e senza neppure i cellulari per chiedere aiuto è qualcosa di già sentito. In effetti lo sviluppo è in parte inaspettato e quindi il romanzo ha un qualcosa di intrigante. Però gli manca parecchio per essere un grande libro, di quelli che ti fanno venire voglia di rileggere. ci trovo della banalità, poca attenzione nel descrivere a fondo i personaggi. E' vero che sono parecchi, però si poteva fare di più. E molto di più si poteva fare nel trovare una spiegazione a quello che succede: la spiegazione che mi ha da Liane Moriarty mi sembra troppo comoda, per lei naturalmente.