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Michaela e Gerard, originari di Cambridge, nel Massachusetts, si stabiliscono a Santa Tierra, nel New Mexico, un mondo diverso, con paesaggi bellissimi e inquietanti. Gerard ha ottenuto un’importante borsa di studio per le sue ricerche e Michaela l’ha seguito senza esitare, come ha sempre fatto fin dal momento in cui l’ha conosciuto. Quando Gerard viene colpito da una misteriosa malattia che inizialmente viene mal diagnosticata, le loro vite vengono sconvolte. A trentasette anni, Michaela deve affrontare la terrificante prospettiva del rimanere vedova e di perdere l’amato marito e compagno, la cui influenza è stata fondamentale nella sua formazione e nel plasmare la sua identità. Michaela si prende disperatamente cura di Gerard nei suoi ultimi giorni, rendendosi però conto che l’amore per suo marito, per quanto feroce e disinteressato, non è abbastanza per salvarlo e che la morte va oltre la sua comprensione. Il lutto provoca un vero e proprio sdoppiamento in Michaela, con il suo alter ego disposto a tutto pur di ricongiungersi al marito, desideroso di seguirlo fino alla fine. Con un racconto vivido, doloroso e sentito, che mescola sogno e realtà, Joyce Carol Oates descrive la traiettoria di sofferenza di chi resta ed è costretto a resistere alla perdita e a combattere per ritrovare il proprio posto nel mondo.



Recensione della Redazione QLibri

 
Respira 2022-11-06 22:24:14 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    07 Novembre, 2022
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Respira!

Gerard e Michaela si s stabiliscono a Santa Tierra in Messico per un periodo limitato di tempo, perché hanno avuto entrambi un incarico di lavoro lì. Dovrebbe essere una specie di vacanza, l’occasione per visitare posti nuovi, invece le cose prendono una piega diversa. Lui, è un uomo che condivide ogni cosa con la compagna e che con lei parla di tutto, ma che ha una riluttanza patologica a affrontare argomenti che concernano la sua salute. Naturalmente evitare un problema non ha mai aiutato nessuno a risolverlo, per cui Gerard si ritrova in ospedale malato terminale, con un tumore al polmone e metastasi ovunque con Michaela al suo capezzale a dirgli Respira ogni volta che sembra fare una pausa respiratoria più lunga, ogni volta che sembra stia per andarsene.
Respira è una specie di memoir,in cui la Oates utilizzando personaggi con nomi di fantasia, attinge alla sua vicenda personale a piene mani e ripercorre la perdita dell’amato marito malato di cancro. Il narratore si rivolge a se stesso, non al lettore, come se cercasse di ritrovare il bandolo della sua vita.
L’ordine Respira percorre tutte le pagine, anche dopo la morte del marito.
E Gerard, dopo morto, sembra moltiplicare la sua presenza come luce riflessa da mille specchi.
“Ti amo. Oh io ti amo!
Sento l’illusorietà di questo mondo che balugina, freme, tremola, come onde concentriche su uno specchio d’acqua di insondabile profondità c’è l’altro mondo che Gerard aspetta Cerca di alzare gli occhi per vedere il volto di Gerard. Ma anche questo volto ha perso la propria nettezza”.
MIchaela viene scaraventata dalla malattia e dalla morte di lui Fuori dal tempo, espressione che ci rimanda a Grossman anche lui caduto fuori dal tempo,anzi scaraventato fuori dal tempo dalla morte del figlio amato.
Ma Michaela oltre ad avere perso l’amato, ha perso l’amore, ogni possibilità di amore,
“Così sola. Sola da non poter essere toccata. Da non poter essere abbracciata, protetta. Nominata. “
Cosa succeda veramente a Michaela dopo la morte del marito non è sempre chiaro. Viene-non viene ricoverata in ospedale per encefalite? Oppure per depressione? Vive o muore?
Però i fatti non hanno nessuna importanza. La luce da seguire nella notte di questa narrazione che attraversa il dolore e la disperazione è l’amore per Gerard, la fedeltà a Gerard e cosa significa esattamente essergli fedele. Lei è pronta a tutto.
Del resto in certe condizioni particolari può capitare che l’occhio sia cieco ma il cervello veda ciò che non appare agli occhi in una visione. Dopo la morte del marito, Michaela non usa più gli occhi per guardarsi intorno, avendo perso interesse per il mondo, ma a volte le capita di vedere cose…cioè Gerard, oppure fatti legati a divinità locali, terribili e assetate di sangue.
Ma la presenza incombente di qualcosa di oscuro e di terribile che caratterizza i romanzi della Oates, qui manca. Nel senso che tutto è terribile fin dalla diagnosi e niente che minacci la vita di Michaela può toglierle qualcosa di più. Le divinità sono più che altro citazioni, allucinazioni, ma fondamentalmente la morte è desiderata da “Orfeo che insegue Euridice” che non si volta a guardarlo in un bellissimo ribaltamento del mito.
Per tutto il romanzo infatti Michaela insegue il marito Gerard, direzione inferi: lo accompagna all’ospedale, continua a vederlo a tratti fuori dall’ospedale dopo la sua morte, continua a seguirlo mentre il suo mondo vacilla e va in frantumi, mentre le allucinazioni diventano più reali dei sogni fino al bellissimo finale. Il lettore è in un certo senso autorizzato a scegliere il finale che preferisce relegando tra le allucinazioni le altre possibilità. L’ultima riga lascia persino aperto uno spiraglio alla speranza. Io ho amato tutto il romanzo, a parte quella riga.

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