Narrativa straniera Romanzi Stella meravigliosa
 

Stella meravigliosa Stella meravigliosa

Stella meravigliosa

Letteratura straniera

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Giappone, primi anni Sessanta. La vita tranquilla, discreta, regolare della famiglia Osugi viene sconvolta da eventi meravigliosi: uno a uno, padre, madre, figlio e figlia avvistano misteriosi chiarori e ricevono messaggi telepatici da creature di un pianeta lontano. E, attraverso il contatto con gli alieni, fra timore e stupore scoprono un segreto sepolto nella loro memoria... "Stella meravigliosa", che pure svela la passione del grande scrittore giapponese per l'ufologia e le possibilità di vita extraterrestre, non è un romanzo fantascientifico in senso stretto: fantasia e realtà si intrecciano mirabilmente per immergerci in un mondo portatore di fondamentali interrogativi universali.



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Stella meravigliosa 2025-04-30 14:58:53 68
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68 Opinione inserita da 68    30 Aprile, 2025
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Doppio viaggio

Una riflessione articolata sulla condizione umana da parte di chi vive da tempo all’ interno del mondo, una famiglia extraterrestre proveniente da pianeti diversi, mimetizzata nel cuore di un’ umanità disadorna, impegnata a salvarla da uno stato di belligeranza prima che sia troppo tardi.
La ricerca di se’ e delle proprie origini in un pianeta disunito, disomogeneo, disperso, persone normali nella propria unicità, il solo modo per difendersi, caratteristiche e desideri difformi, un nucleo separato al proprio interno.
Le riflessioni della famiglia Osugi scoperchiano la fragilità di una pace pericolante, il mondo un luogo infelice e senza senso dove il pensiero va scomparendo, la malvagità nascosta nell’ abitudine, la violenza in uno stato di anestesia, la quiete nell interesse verso le cose, mentre la fantasia, che separa l’ umanità’ dalla follia, va scomparendo.
In questo viaggio personale e collettivo all’ inseguimento di origine e desideri da condividere con qualcuno proveniente dal proprio pianeta, lo sguardo rivolto al cielo e a se stessi nel più assoluto silenzio, emergono circostanze sconosciute e dissapori famigliari.
Jiuichiro, il pater familias, predica nel quotidiano la salvezza degli esseri umani, pace e benevolenza, mentre Akiko, figlia di Venere, solitaria, raffinata, bellissima, priva di civetteria, mostra noncuranza verso gli apprezzamenti umani.
Come soffermarsi in un luogo che non proprio, liberarsi dalla solitudine del mondo ancora soggiogati a quella della propria famiglia, convivere con se stessi, generare una creatura figlia della partenogenesi, ritrovarsi vittime di inganno e violenza?
Le pagine del romanzo vivono una tensione crescente tra sfumature latenti, dialoghi sferzanti, teorie politico-filosofiche, inscenando una lotta intestina tra extraterrestri alla ricerca di individui appartenenti alla propria specie, con una visione antitetica del mondo e dei suoi desideri, uno scopo divergente che converge inspiegabilmente.
C’è chi vorrebbe sterminare gli esseri umani senza che se ne rendano conto, chi salvarli a loro insaputa, la guerra alle porte, uno stato di belligeranza originato dal timore verso l’ universo e il mondo, dal terrore e dal sospetto nei confronti degli altri, non alimentato da una collettività uniforme, ma dall’ afflato individuale.
Nella possibile vittoria il senso della sconfitta, un dolore insopportabile, una verità rivelata all’ altro, rigettata a se stessi, una fine certa, prossima, un viaggio di non ritorno abbandonando il presente.
Ciò che è degno di esistere è estraneo a questo mondo ma ne conserva le chiavi dell’ esistenza, il respiro eterno della bellezza e dell’ arte.
Hiukio Mishima, illuminato, preveggente ( il romanzo è del 1962 ), dotato di finezza intellettiva e di un certo sarcasmo, costruisce un romanzo non esattamente di fantascienza all’ interno di un mondo alieno e alienante corroso da insensatezza, da un’ amoralità deragliata nella follia, vestita di niente, presente e futuro anestetizzati dalla mancanza di pensieri e di desideri.
Gli alieni guardano, giudicano, convivono nel mondo in una condizione di mimetismo, consapevoli della follia che lo riguarda laddove fantasia e umanesimo paiono ammainati definitivamente.
È il tempo della Guerra fredda e del Giappone post bellico, della ricostruzione e della omologazione, di un mondo che rischia di scomparire, indifferente alle atrocità del passato, sotto la minaccia del nucleare, ma che sa ancora parlare di amore, di relazioni famigliari, di gioia e speranza, richiamando frammenti di umanità da un’ alienazione dominante.


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Stella meravigliosa 2016-02-17 03:15:44 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    17 Febbraio, 2016
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Offriamo sogni ai giovani

La genialità letteraria proteiforme di Yukio Mishima trova in “Stella meravigliosa” un’originale – e forse impropria - declinazione fantascientifica.

La famiglia Osugi ha provenienza astrale e vive sulla Terra contemplando il cielo (“Su tutti i tetti della città le stelle splendevano come gentili gocce di fleboclisi”), cercando di avvistare dischi volanti e mantenendo fede a una missione particolare: diffondere la pace e salvaguardare il pianeta dalla minaccia nucleare, che ha già trovato le sue manifestazioni sia nella guerra (“L’America si è ormai macchiata d’infamia sganciando la bomba a Hiroshima. Sarà una macchia eterna per la sua storia”), sia negli esperimenti delle super potenze.
L’obiettivo viene perseguito dal capofamiglia attraverso una sensibilità straordinaria (“Inoltre il suo animo gentile ed educato gli rendeva difficile contemplare con indifferenza quel mondo dilaniato. La guerra fredda e l’inquietudine, un illusorio pacifismo, la gente che precipitava con meravigliosa velocità lungo il pendio di una falsa prosperità economica, un folle edonismo, la femminea vanità dei leader della politica economica mondiale, tutto ciò feriva le sue dita come un mazzo di rose messogli arbitrariamente fra le mani”) e con la propaganda in seno a un’associazione nella quale ben presto s’infiltrano loschi figuri (“L’associazione degli amici dell’universo… erano divenuti membri dell’associazione soltanto per spiare”), anch’essi di derivazione extra-terrestre, che hanno obiettivi opposti e distruttivi.

Per Mishima, la narrazione diviene occasione per intessere un pessimismo cosmico (“Era conscio dell’estrema vulnerabilità della sincerità e della bellezza”) venato di nichilismo (“Grazie all’interesse per la divinità l’essere umano è riuscito a evitare di trovarsi faccia a faccia con il nulla…”) e di un senso estetico atemporale (“La sublime bellezza delle iridi di questo ragazzo non pareva appartenere al mondo terrestre. Sembrava piuttosto una cristallizzazione del cielo notturno”), per manifestare sfiducia nel genere umano (“Il suo obiettivo è l’annientamento di sé e dell’altro”), per interpretare la realtà (“Il caso è semplicemente un fenomeno in cui una necessità superiore, che oltrepassa la comprensione umana e che di solito è accuratamente occultata, si svela per un attimo”) e il disagio storico anche in tonalità spaziali (“… avrebbe regnato un silenzio da pianeta morto. Ossia una perfetta eleganza. In quell’attimo la terra sarebbe divenuta una stella meravigliosa…”).

Giudizio finale: millenaristico, filosofico, galattico.

Bruno Elpis

“La Via Lattea scorreva bassa verso occidente, mentre sulle loro teste si snodava sinuosamente la costellazione di Idra. Il quadrilatero della Vela, che contraddistingueva il cielo meridionale in primavera, scintillava con una luce intensa, quasi a sfiorare le cime degli arbusti. E verso lo zenit la costellazione del Leone, rivolta a occidente, appariva sdraiata a contemplare il mondo, mentre la stella di prima grandezza Regolo volgeva il suo occhio luminoso sull’eclittica.”

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