Villa Triste Villa Triste

Villa Triste

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Per non andare a combattere in Algeria – siamo ai primi degli Anni Sessanta – un giovane francese di cui sappiamo molto poco, va a rifugiarsi in una stazione termale affacciata su un lago dell’Alta Savoia, a pochi chilometri dalla Svizzera. Volendo nascondere la sua identità, si presenta come un discendente di una nobile famiglia russa: il conte Chmara.



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Villa Triste 2016-03-06 20:05:42 Riccardo76
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Riccardo76 Opinione inserita da Riccardo76    06 Marzo, 2016
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La villa del sublime romanticismo

Una storia in incognito, una identità sbiadita come sbiaditi sono i ricordi che compongono la narrazione, un salto temporale avanti e indietro. Una fuga dalla guerra d’Algeria tuffandosi in una realtà che pare non essere così reale e in questa dimensione nasce un amore, forse vero a metà.
Una ambientazione fumosa e indistinta come vaghi sono i ricordi, striscianti le ore e le giornate passate come striscianti sono gli amanti in una villa, una villa triste nella quale abbandonarsi, soli distesi a terra al buio, cercandosi e perdendosi, una scena bellissima carica di un erotismo romantico che mi ha particolarmente colpito. La ricerca di una vita nuova oltre oceano, una fuga d’amore che forse triste rimane come triste è la villa che per paradosso racchiude i momenti più romantici e intensi di tutta la storia. Un altro romanzo che compone l’opera di questo grande autore, un componimento giovanile che a mio avviso non ha ancora la grandezza di altri capolavori di Modiano, ma che è assolutamente piacevole leggere. Lo stile è il solito di Modiano, l’autore era alle soglie dei trenta anni e già aveva tutte le caratteristiche per diventare il grande scrittore che è diventato, la memoria, il ricordo erano già allora il suo punto cardine.

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