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La biblioteca dei morti
 
La biblioteca dei morti 2010-12-10 13:47:47 Lara G.
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Lara G. Opinione inserita da Lara G.    10 Dicembre, 2010
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Dipende da cosa ci si aspetta

La storia potrebbe anche essere interessante ma purtroppo ha uno stampo "americano" da presto-ci-facciamo-un-film. I personaggi (stereotipi...americani) e gli eventi sono scollegati tra loro e credo che il successo che questo libro, a distanza di più di un anno, continua ad avere sia dovuto innanzitutto ad un ottimo lavoro di marketing e a quella copertina "gotica" così intrigante...naturalmente non me ne voglia chi ha trovato invece il libro (molto) interessante.
Ho letto anche il seguito, Il libro delle anime, ed è la ovvia conseguenza del primo, perlomeno nello stile.
Mi ha ricordato molto, per certi aspetti, Dan Brown e il successo che ebbe con Il codice Da Vinci, con la differenza che, nel Codice, c'erano diversi spunti storici su cui perlomeno riflettere. In ogni caso mi era sembrato esagerato anche il gran parlare che si fece attorno ai libri Dan Brown.

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Commenti

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06 Gennaio, 2011
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scusa ma devo putualizzare una cosa, hai citato il Codice da Vinci parlando di spunti storici, totalmente sballati. Spiego, quando mai i templari sono stati uccisi e buttati nel tevere?
In risposta ad un precedente commento

14 Gennaio, 2011
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Hai ragione, anche il Codice Da vinci era un miscuglio di notizie storiche alla Giacobbo (...), più o meno fondate. L'esempio non è calzantissimo, lo ammetto, ma il genere è molto vicino.
Lo "spunto storico" di cui parlo è riferito, per esempio, al ruolo della Maddalena, su cui io personalmente non avevo mai riflettuto e di cui non mi ero mai interessata ma su cui posso documentarmi, se voglio, mentre l'abbazia di Vectis, così come descritta da Cooper, per quanto parta da presupposti reali (qualcosa del genere è probabilmente esistito in quella zona, in quel periodo...), è opera della sua fantasia. Per tutto il resto non posso dire nulla perché non sono preparata.
Dan Brown, se non altro, cita opere di Leonardo vere e reali che io, mentre leggevo il libro, sono andata a riguardarmi.
In questo senso intendevo "spunti storici".
Concordo su tutta la linea: quando in questi giorni ho descritto ad amici il libro, ho utilizzato praticamente le stesse parole. E gli stessi paragoni.
Quanto a film sono piuttosto di bocca buona, e gli americani ogni tanto non mi dispiacciono. Come screenplay quindi lo salvo, come romanzo non vale la pena.
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