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La regina dei castelli di carta
 
La regina dei castelli di carta 2012-02-05 21:45:29 Pupottina
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    05 Febbraio, 2012
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La fine di una trilogia perfetta

Si rende conto, però, di una cosa: sarà difficile trovare un altro libro, un altro poliziesco, allo stesso livello dei libri di Larsson. E sapere che purtroppo non ne potrà scrivere più altri (in quanto morto a 50 anni di infarto, mentre era in redazione: esattamente come morirà uno dei suoi personaggi, Morander, che vivono per il lavoro, pur avendo un male incurabile) è una fitta cuore. Scusate il gioco di parole! Per molto, molto tempo, mi vedrò costretta a sospendere questo mio hobby di leggere polizieschi ed altro, poiché niente è in grado di equiparare questi polizieschi.
Dopo Uomini che odiano le donne e La ragazza che giocava con il fuoco, eccomi qui a parlarvi di questo poliziesco che assume caratteri internazionali e presenta donne che hanno una tale forza e coraggio che ogni altra vorrebbe essere uguale.
Però, c'è altro da dire, per avvertire chi vuole entrare nel mondo presentato da questo libro: considerando le oltre 800 pagine, preparatevi ad avere una tendinite o a fare sollevamento pesi. O_O
Stavolta, nonostante Lisbeth Salander sia immobilizzata in un letto d'ospedale, la fantasia di Stieg Larsson riesce a creare una nuova avventura che è il seguito delle precedenti e riprende esattamente da dove l'avevamo lasciata nel secondo volume, ma ad essere coinvolti nella storia e nelle indagini ci sono tanti nuovi personaggi e molte più donne, oltre a quelli già conosciuti.
Può essere utile, anche qui, prendere nota dei personaggi, prima di trovarne così tanti da non ricordarne con esattezza le funzioni, l'essere pro o contro.
Non lo so se vi ho trasmesso la passione che i libri di Larsson mi hanno trasmesso a tal punto da arrivare a dire: "Kevin, voglio essere come Lisbeth Salander!"
Ma come mi è saltato in mente? Lei è un metro e cinquanta con il corpo di una bambina, le tette rifatte, un caratteraccio da sociopatica e nel complesso deve essere bruttarella forte, nonostante a lei ci si affezioni perché complessivamente è una persona speciale. Alcuni in lei vedono addirittura una lesbica satanista, psicopatica, schizofrenica e paranoica, ma lei è sempre quella che riesce a leggerti dentro e può arrivare fino a tatuarti addosso "Io sono una sadico porco, un verme ed uno stupratore", cioè un bastardo.
Ecco ricominciamo il percorso con chi sa perfettamente di cosa parlo, in quanto si è lasciato coinvolgere da questi libri.
Lisbeth Salander, come abbiamo visto alla fine del secondo tomo (vista la consistenza del numero di pagine), è stata ferita mortalmente. Anzi per un momento abbiamo anche pensato che ormai sarebbe rimasta sotterrata dietro la casa di suo padre, ma invece, non si è arresa ed è stata anche fortunata riuscendo a venire fuori dalla buca in cui era stata sepolta. La sua fortuna aumenta, perché l'uomo che lei ama, Mikael, riesce a trovarla in tempo per avvertire i soccorsi che tempestivamente la portano dove rimmarrà per quasi 800 pagine. Ma il mondo per una come lei non è mai così limitato, poiché le bastano un cellulare ed il suo palmare per riuscire ad aiutare gli altri. Alla fine è sempre lei che mette i risultati delle ricerche sulle labbra degli altri. Però, Larsson, nelle scene d'azione, ha inventato nuovi personaggi, sempre donne, sempre super donne, diverse da Lisbeth, come la sensuale e spregiudicata Erika, la muscolosa e gelosa Monica, la dolce ed agguerrita Susanne, la professionale ed empatica Annika e l'intelligente ed intuitiva Sonya. Ce ne sono anche altre con parti minori, ma comunque utili all'evoluzione delle vicende. Sono tutte donne che portano avanti l'evoluzione della storia, mentre Mikael Blomkvist cerca di trarre le conclusioni dei criptici messaggi di Lisbeth. Questi personaggi la dicono lunga su come Larsson apprezzava le donne e su quali fossero i suoi gusti femminili (illimitati). ;-)
Ancora una volta Lisbeth e Mikael si inseguono, di pagina in pagina, senza mai incontrarsi veramente. Soltanto a pagina 807 si incontreranno, ma Lisbeth avrà altro da fare prima. Affinché il cerchio, che ha come centro lei, possa chiudersi, deve trovare eliminare tutti i cattivi che dal secondo sono arrivati al secondo libro, ma alla fine non si trasforma in un'assassina. Sceglie sempre la legge e riacquista dignità agli occhi dell'opinione pubblica.
Anche in questo libro, sono intricate le vicende amorose fra i vari personaggi. Mikael è l'uomo con la pancetta che fa impazzire le donne, è l'intellettuale coraggioso e perspicace che ha bisogno della più brava hacker che conosce. La rispetta, ne è affascinato e si ostina a difenderla a tutti i costi, ma in fondo non sa esattamente nemmeno lui cosa vuole. Passa da una relazione all'altra ed alla fine confessa alla sua amante ventennale di essersi innamorato di Monica e di volere con lei una storia seria.
Lisbeth, invece, dopo essere fuggita da Mikael, nel secondo tomo, perché è certa di amarlo, pensa e ripensa a lui, ma anche a Myriam Woo, la sua compagna lesbica, ma poi confessa anche a lei di non amarla e va sino a Parigi per dirglielo. Nel frattempo seduce uomini d'affari e ci prova anche con il suo avvocato, che però è donna e quindi denota di avere i gusti molto ampliati, rispetto alla maggior parte del genere umano.
Poi, inaspettatamente, il fidanzatissimo Mikael si presenta da lei e fa proposte ammiccanti di amicizia che si posso facilmente fraintendere e lei, pur ammettendo a se stessa di non provare più niente per lui, lo lascia entrare. Qualcosa nel suo carattere da sociopatica è cambiato o forse lo ama, ma non vuole ammetterlo, oppure semplicemente, quando arriva sera, ha voglia di fare sesso e chiunque le capiti a tiro e rientri nei suoi gusti è il benvenuto, uomo o donna che sia.

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