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Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde
 
Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde 2013-08-11 13:28:21 paola melegari
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
paola melegari Opinione inserita da paola melegari    11 Agosto, 2013
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Possiamo scegliere! Sempre!

Tutti conosciamo la trama di questo romanzo di Stevenson.
Trovo questa recensione difficile, perciò mi piacerebbe cercare di analizzare piuttosto che raccontarvi la trama, che come ripeto è piuttosto conosciuta.
La lotta tra bene e male, scusate non mi basta.
In qesto periodo storico, il milleottocento....,nella Londra vittoriana avvenne un fatto di cronaca angosciante, un medico assassina prostitute mutilandole gravemente : Jack lo Squartatore..
-Forse Stevenson ossessionato da questo, ha cercato di costruire una storia, giustificando forse il genere umano, trasformando un uomo perbene in un essere meschino e crudele.
Il dott. Jekill: dottore in medicina, in legge, in lettere, membro della Società Reale, ha delle pulsioni perverse, e con l'ausilio di droghe, polverine non ben identificate, si traforma in Hyde essere dalle sembianze opposte alle sue e suo tramite commette atrocità non ben definite se non genericamente.
L'avvocato Utterton,caratterizza la conduzione del racconto, da uomo perbene, benpensante, amico di Jekill. La sua curiosità gli insinua subito il dubbio ch qualcosa di losco si celi oltre la porta di quel laboratorio, sul retro di casa Jekill .
La morbosità con cui egli indaga , con il gusto di voler scoprire malvagità insospettabili, quasi a rivalutare la sua rettitudine e quella delle persone perbene.
La malvagità che sovrasta la bontà , la bontà di jekill che vince la malvagità di hyde solo per due mesi, poi lo sovrasta nuovamente sino ad un hyde irreversibile , la dipendenza dalle pervrsioni è più forte e vince.
-Forse Stevenson ci vuole dire che in ognuno sono compresenti bene e male?.- Forse anticipa le teorie attuali , che l'ambiente in cui cresciamo ci condiziona profondamente.
-Forse nella Londra del tempo, avrà notato che le figlie di prostitute non avevano scelta , diventavano a loro volta prostitute.
Ma Jekill, era perbene,- forse in lui l'educazione vittoriana aveva soffocato pulsioni che ai giorni nostri avrebbe potuto sfogare senza frustrazioni devianti?
_Forse vuole trasmetterci che anche noi come Jekill, possiamo scegliere, con la volontà e la determinazione? Ma che non abbiamo infinite possibilità di redimerci, che c'è un punto di non ritorno?
Cosa ci vuole dire Stevenson? Si limita a raccontare una storia di fantasia, stop punto e a capo?
Oppure il suo acume ci invita a fare questi ed altri ragionamenti.
Mi piacerebbe che voi mi commentaste, inviandomi nuovi spunti, vorrei capire meglio.
A meno che non ci sia nulla da capire, solo leggere e via.
A voi se volete...
Come spesso succede le mie opinioni finiscono con un punto di domanda, scusate.
E se fosse meglio così? ............
paola

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
fankestain (non so se scrive così)
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Commenti

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Forse Stevenson voleva proprio instillare nel lettore tutti i dubbi che ha suscitato in te. E altri ancora.
La reversibilità dell'esperienza del male.
Il male come pulsione insopprimibile nell'uomo.
Il dualismo drammatico insito nella natura umana.
La bellezza apollinea del bene, il fascino dionisiaco del male.
La sperimentazione e la conoscenza del male: per dominarlo e sconfiggerlo. Salvo risultare soccombenti.
Ahimé, temo che molte delle domande che tu, Paola, ti poni e ci poni ... non abbiano risposte. :)
grazie bruno, sei molto bravo, sicuramente ti sei espresso meglio di me .
comunque grazie per le tue parole, e come immeginavo le mie domande resteranno tali, probabilmente.
ciao paola
In risposta ad un precedente commento
Pia Sgarbossa
11 Agosto, 2013
Ultimo aggiornamento:
11 Agosto, 2013
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Io non l'ho letto Paola...posso solo dirti il mio pensiero se accetti...In ogni persona a mio avviso albergano il bene e il male...in noi sta la scelta di andare in un verso o nell'altro (libero arbitrio)...Mi sovvengono in questo momento le belle riflessioni che ho trovato in Piccole Donne, dove il male viene chiamato il nemico interno e le dritte che danno i genitori alle figlie per cercare di evitarlo, saperlo combattere...davvero educativo!
Ciao e grazie delle buone riflessioni a cui inviti...Un abbraccio a te cara Paola, Pia.
grazie pia, ma il mio quesito era posto nel senso che non mi volevo limitare alla lotta tra bene e male che alberga in tutti noi.
Mi chiedevo se Stevenson volesse farci riflettere su altro.
Il libro è semplice, come lettura ma per me è stato il più complesso da recensire .
Forse non ho le competenze filosofiche e psicologiche per farlo.
Mi acconteterò di quello che sono riuscita ad esprimere.
ciao pia
a presto
paola
Ok Paola...ma non credo che lo leggerò...almeno per ora ... in futuro, chissà! :))
Pia
Paola, questo il mio pensiero
Stevenson rende visibile la trasformazione, normalmente percepita solo tramite le azioni.
La mette in scena affinchè tutti vedano che questa metamorfosi di intenti e di natura ha anche una materia.
E ciò che è materiale può essere distrutto.

Ha un senso quello che dico? .... :)
Valentina
In risposta ad un precedente commento
paola melegari
12 Agosto, 2013
Ultimo aggiornamento:
14 Agosto, 2013
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ciao vale,
intendi dire che l'autore vuole materializzare ciò che normalmente è un fattore astratto?
La mutazione fisica e morale di Jekill in Hyde ALTRO NON E' CHE LA MATERIALIZZAZIONE DEL BENE E DEL MALE, CONCETTI ASTRATTI.
Brava vale, mi piace.
Bella idea se ho capito bene.
grazie e a presto
paola
Ho pensato spesso alla tua domanda, purtroppo ho un vago ricordo di questo romanzo, lo lessi secoli fa e lo trovai molto bello.
Credo che il periodo storico appartenga allo stesso periodo in cui si iniziarono a sviluppare le teorie del Lombroso, un medico-criminologo che stabiliva come gli atti efferati dei maggiori criminali fossero prevedibili perchè lo erano per nascita, causa la fisionomia del volto o la conformazione della struttura cerebrale.
Hide aveva il volto della malvagità, era brutto e non presentava i tratti eleganti del suo alter ego.
Forse l'autore ha voluto dimostrare che questi criminali dal volto terribile possano al contrario vivere anche nell'uomo più retto e perbene. Se diamo uno scossone al criminale che è in noi, se un semplice esperimento fa venir fuori il male, questo si farà strada in maniera prepotente e distruttiva anche in chi ha una vita esemplare.
Scusami, ma i miei ricordi sono vaghi, ma le mie impressioni erano più o meno queste
Raffaella
In risposta ad un precedente commento
paola melegari
14 Agosto, 2013
Ultimo aggiornamento:
14 Agosto, 2013
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mi pare che lombroso fosse in concomitanza del fascismo, primi novecento, infatti il duce la fece sua,una teoria un pò discriminante. morì nel 1909, non so se all'epoca a cui si riferisce stevenson già esistessero le sue teorie.comunque se anche non fosse così la scienza già si muoveva in quella direzione.
comunque grazie, mi piace il tuo commento ciao paola
In risposta ad un precedente commento
silvia t
15 Agosto, 2013
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Non è proprio così, le teorie di Lombroso sono della fine dell'ottocento, è morto nel 1909, di sicuro Lombroso non è stato influenzato né dal fascismo né tantomeno del nazismo che è iniziato molto dopo, non era una teoria discriminante solo basata su dei presupposti errati. Nell'ottocento ancora il DNA non era conosciuto e ancora non si conosceva l'importanza dell'ambiente sull'espressione fenotipica di un gene.

Per quanto riguarda le tue domande io ho sempre letto gli eventi che avvengono in questo delizioso racconto in modo molto semplice; Stevenson ipotizza ciò che potrebbe succedere se un uomo viene provato dei freni inibitori dando libero sfogo alla propria aggressività e lo fa in un modo molto originale che da vita, come in un vortice ad altre riflessioni.

Stevenson immagina ciò che succederebbe secondo la propria personalità e la propria esperienza instillando nel lettore il dubbio di cosa sceglierebbe se dovesse venir a patti con la propria parte più aggressiva e istintiva.

Tutte òe domande di Paola nascono da questo, dall'immedesimazione del lettore nel doppio personaggio, Stevenson. tocca delle pieghe così profonde dell'animo da riuscire ad arrivare a tutti; non assolve nessuno, chiunque può trovare del vero, ma allo stesso tempo esasperando le due estremità fa anche tirare un sospiro di sollievo a chi legge, ma instilla il dubbio e genera pensieri.

Allora la riflessione si sposta e si allarga e davvero diviene un discorso filosofico.

Una grande opera d'arte figlia del suo tempo.



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