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Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde
 
Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde 2013-09-17 07:18:33 Cammisa
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Cammisa Opinione inserita da Cammisa    17 Settembre, 2013
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testamento di Stevenson?

Stevenson è uno degli autori più conosciuti e affermatosi nella seconda metà dell’800 grazie non soltanto a quello che viene definito il suo capolavoro, ovvero “L’isola del tesoro” , ma anche , e forse soprattutto, grazie a questo romanzo che presenta la dualità dell’animo umano, la scissione tra istinto e ragione, tra bene e male, tra esistenze decorose e impudiche verità, anticipando così anche le future teorie del filosofo Freud, riguardo la personalità e i processi consci - inconsci, e dello scrittore italiano Pirandello per il quale ognuno di noi non è “uno soltanto ma centomila”. La trama non è di fatto la cosa più importante del romanzo e infatti pochi sono gli avvenimenti che si susseguono nel corso della storia, appaiono addirittura marginali inizialmente per poi ritrovare una connessione completa soltanto con l’ultimo capitolo che credo essere il più esplicativo dell’intera opera dal momento che consta di una lettera, scritta dal dottor Jekyll durante un momento di lucidità, nella quale rivela la ragione dei suoi esperimenti e l’insegnamento che ne ha tratto. Il dottor Jekyll è un uomo che da sempre ha cercato di reprimere i desideri più bassi, le spinte dell’animo umano che lo facevano protendere verso il piacere e la parte animalesca che esiste in ognuno di noi, appare come un uomo retto, onesto, dagli elevati principi morali, cittadino esemplare e chirurgo capace e di gran fama..

“In realtà il peggiore dei miei difetti era un temperamento irrequieto e allegro, che per molti uomini ha significato la felicità, ma che io trovavo difficilmente conciliabile col mio imperioso desiderio di andare a testa alta e di tenere in pubblico un contegno più grave del comune.”

Orgoglio,onore, decoro, lo obbligano a rivelare solo la facciata dando di sé un’immagine vera solo in parte, quell’immagine che proprio l’età vittoriana predicava costantemente e alla quale tutti cercavano di abituarsi ma in realtà nessuno riusciva a reprimere l’altra parte, la faccia oscura dell’animo umano.. C’erano padri di famiglia che di notte scorazzavano nei bordelli, commercianti ben amati impegnati in contrabbando e traffici illegali, figure religiose che si svestivano della loro funzione per fare ben altro: corruzione, ipocrisia, falsità di quell’epoca furono ampiamente attaccate dai diversi autori del periodo, tra cui lo stesso Stevenson. Il dottor Jekyll allora inizia a riflettere sulla scissione di bene e male che coesistono nell’uomo e prova una serie di esperimenti che possano portarlo a separare nettamente, mentalmente e fisicamente, le due parti.

“Era quindi più l’ esigente natura delle mie aspirazioni che non una particolare degradazione a farmi come ero e a separare in me, con una frattura assai più profonda che nella maggior parte degli uomini, le regioni del bene e del male che dividono e insieme compongono la duplice natura dell’uomo”



Crea così Mr. Hyde, il suo doppio, la sua parte malvagia, cruda, cruenta, volgare, incline soltanto ai piaceri e alla cattiveria, un mostro che finalmente prende forma e si sente libero, può fare qualunque cosa, non esiste morale nella sua mente ma soltanto un attaccamento profondo alla vita e soprattutto a se stesso. Finalmente libero dal suo corpo e dalla sua identità, Hyde può finalmente divertirsi giungendo al degrado più totale tra scorribande, omicidi, violenze e stragi. Eppure quando il dottor Jekyll ritorna in sé, ecco nascere un profondo senso si vergogna e colpa per quello che è il suo alterego, il suo doppio, anche se in realtà, mentre Hyde rappresenta il puro e solo male dell’uomo, il dottor Jekyll non simboleggia affatto il bene, Hyde continua a coesistere dentro di lui, tanto è vero che più volte si sottopone alla metamorfosi, essendo inoltre consapevole di non poter più fare a meno di Hyde per sentirsi libero e non essere sopraffatto dall’impossibilità di raggiungere i piaceri e seguire i suoi istinti.

“Eppure quando guardai quell’orrendo idolo nello specchio, non ebbi alcun moto di ripugnanza, ma piuttosto un fremito di soddisfazione, Quello ero pur sempre io. Sembrava naturale e umano”

Ma alla fine il dottor Jekyll che aveva voluto superare i limiti umani, che aveva voluto farsi dio per scindere le due realtà dell’uomo, sarà costretto a subire la vendetta della natura e lascerà a Hyde il compito di farla finita non potendo più sopportare il peso troppo grande , sia per l'anima che per il corpo. Stevenson ci rivela quindi , con questo piccolo libro ma denso di significato, come in ognuno di noi esistano due componenti, bene e male, luce e buio, bianco e nero. L’uomo non è più quell'essere dall'animo nobile che molti credevano, forse nessun uomo lo è mai davvero stato. Stevenson ha inoltre forse capito, attraverso le parole di Jekyll, che è impossibile scindere bene e male? Che c’è possibilità di scegliere quale parte far prevalere ma che a un certo punto non è più possibile redimersi?

Come fece il dottor Jekyll nel romanzo, è forse questo il testamento che Stevenson ci ha voluto lasciare?

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