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Il cardellino
 
Il cardellino 2014-05-20 08:07:22 Elisabetta.N
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    20 Mag, 2014
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Aspettando...

892 pagine attendendo un messaggio che, ero certa, sarebbe trapelato alla fine… e poi?
892 pagine per sentirmi dire "Che la vita – qualunque cosa sia – è breve. Che il destino è crudele ma forse" (forse? Dopo 892 pagine almeno dammi una qualche certezza!) "non casuale. Che la Natura (intesa come Morte) vince sempre, ma questo non significa che dobbiamo inchinarci e prostrarci al suo cospetto." (Anche perché evidentemente per il protagonista, come più volte lui stesso ammette, non ha funzionato) "Che forse anche se non siamo sempre contenti di essere qui," (ma parla per te!) "è nostro compito immergerci comunque: entrarci, attraversare questa fogna," (Che bella prospettiva invitante…) "con gli occhi e il cuore ben aperti."

Non volevo inserirmi così prepotentemente nel pezzo del brano ma dopo, ripeto, 892 pagine mi aspettavo di più e mi sono sentita un tantino presa in giro.
Prima di leggere avevo visto alcune recensioni positive (non ero andata nel dettaglio, avevo solo visto che erano voti alti) ed aspettavo con ansia il punto di svolta, quel momento in cui mi sarebbero brillati gli occhi e avrei esclamato “Ecco!! È per questo che ha vinto il premio Pulitzer!!”
Invece ho atteso invano e in cambio della lettura di un numero enorme di pagine, ho ricevuto una frase che poteva essere riassunta in “La vita è una ed è breve. Vivila al meglio”.

Riassumere brevemente la trama è un’impresa impossibile, e come sarebbe possibile riassumere in poche righe una vita intera?? Fatti, concatenazioni di eventi, la cui complessità, devo ammettere, è stata sorprendente, ma che però mi hanno completamente e irrimediabilmente annoiata. Le vicende di Theo non mi hanno appassionato o interessato, anzi devo dire che ho assunto lo stesso atteggiamento, nei confronti di questo libro, che il protagonista ha nei confronti della vita: indolente e passivo.

Lo stile della Tartt, invece mi ha favorevolmente colpito. Dolce, limpido e scorrevole (probabilmente non avrei terminato il libro se fosse stato altrimenti), ma forse un tantino troppo descrittivo. Le descrizioni molto lunghe, per quanto efficaci, mi sono apparse fredde e prive di emozioni. Sono riuscita benissimo ad immaginarmi i luoghi in cui si sono svolte le vicende, ogni minimo particolare, ed era veramente sorprendente, ma tutto ciò non mi interessa se da queste descrizioni non riesco a cogliere le emozioni più profonde del protagonista.

Il protagonista, Theo, è un altro degli elementi che non mi sono piaciuti nel libro. I personaggi passivi, indolenti, e tendenzialmente auto-distruttivi non mi sono mai piaciuti, in nessun libro. Fin dall’inizio vediamo che Theo non fa mai una cosa di sua iniziativa, ma viene trascinato da un capo all’altro della sua esistenza, tra alti e bassi (ma soprattutto bassi) che però non lasciano traccia… tutto gli scorre addosso… e le poche azioni che intraprende sono da vigliacco, come un bambino che lancia il sasso e poi nasconde la mano…
Mi sono fatta un’idea abbastanza precisa di come possa essere il suo volto: espressione neutra, mai un sorriso, o se proprio, un piccolo ghigno, occhi assenti con pupille dilatate, forse un fascino da anima tormentata, non certo da bravo ragazzo come sembrano tutti pensare nel romanzo.

Concludendo, non è stata una lettura adatta a me.
La cosa che mi è mancata più di tutte mentre leggevo è stato il coinvolgimento. Quella forza che solitamente mi spinge a rimanere alzata tutta la notte pur di continuare a leggere. Mi è davvero mancata. E per me questo è un qualcosa di fondamentale che ci deve assolutamente essere, anche se in minima parte, e credo che per me sia forse più importante anche della trama, dello stile e dei protagonisti… mi è mancata la scintilla…

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Commenti

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Mamma mia ma come hai fatto a finirlo se non ti piaceva ! Che mattone...bello lungo .
Complimenti per la costanza :-)
A me a parte il finale un po' troppo rocambolesco era piaciuto molto .
Devo dire che l'ho intervallato con altre letture altrimenti non ci sarei riuscita... Inoltre mi dispiace lasciare una storia a metà senza sapere come va a finire anche se la storia e il protagonista non mi piacciono...
Se alla fine ci fosse stato un forte messaggio, un cambiamento, un qualcosa che non fosse un monologo interiore per tirare le somme e per far vedere che, per il momento, si stava impegnando a fare la cosa giusta, gli avrei magari dato un voto intermedio per quanto riguarda la piacevolezza, ma così...
La penso uguale! Totalmente! Sento di aver perso un sacco di tempo! Leggo libri da vent'anni e posso dire che questa è una delle esperienze più negative che abbia avuto. No, no e no.
In risposta ad un precedente commento
Elisabetta.N
06 Settembre, 2016
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Menomale che qualcuna concorda con me! Molti lo hanno trovato un capolavoro.. Ma si sa, i gusti sono gusti..
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