Dettagli Recensione
BOSCH
Hieronymus Bosch, un pittore del ‘500 e un poliziotto contemporaneo. Il primo è autore di visioni viziose, gente perduta nell’oblio del peccato e della depravazione. Il secondo è testimone da tempo del male in ogni sua forma. Non è solo un semplice caso di omonimia, le loro anime sono affini, aspetti oscuri si celano nell’intimo, una sottile linea separa la luce dalla tenebre, fino dove è lecito spingersi? Quando il buio prende il sopravvento? Un’indagine ed un processo per omicidio portano Bosch sull’orlo del precipizio, ragione e istinto danzano, l’una cede il passo all’altro, riuscirà il protagonista a evitare la caduta?
Arte, giallo e legal thriller si fondono creando una trama avvincente, ricca di colpi di scena. Le descrizioni dei personaggi, degli ambienti e delle scene del crimine sono curate, lo svolgimento del processo e delle investigazioni sono spiegate in ogni passaggio. L’autore è un veterano del genere, quindi il contenuto è affidabile, solo il finale è debole, qualche interrogativo resta.
Concludendo, consiglio di affiancare ancora una volta il tenente Bosch in questo nuovo sordido caso.
“Pensò a tutto ciò che di brutto c’era là fuori. Una città dove le cose sbagliate erano molto più numerose di quelle giuste. Un luogo dove la terra poteva aprirsi sotto i tuoi piedi e risucchiarti nell’oscurità. Una città di luci perdute. La sua città. Era tutto quello e tuttavia restava un luogo da dove ricominciare, la città della seconda possibilità.”
