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Shining
 
Shining 2017-12-03 14:15:44 Anna_Reads
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Anna_Reads Opinione inserita da Anna_Reads    03 Dicembre, 2017
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All'Overlook le cose continuavano a esistere

Shining – Stephen King 1977

Shining è una bellissima storia padre-figlio.
Centro e perno di tutta la vicenda. Sì, è vero che c’è un bambino di cinque anni che “irradia”, un papà dai mille talenti (alcuni oscuri) tutti da dimostrare, un edificio che certamente è stato costruito con i mattoni della Hill House di Shirley Jackson e che ha poi generato il Demone-Casa di Terre Desolate, un estintore, delle siepi, un… qualcosa in una vasca da bagno e il tutto è scritto da King. Il King del 1977.
Però quello che conta davvero sono Jack e Danny.
Danny che vuole indubbiamente bene alla mamma, ma “era il bambino di suo padre” e Jack che non “irradia” come suo figlio, ma ha certamente un’intelligenza spiccata che diventa una maledizione. Jack si accorge presto della malvagità del luogo e per qualche motivo inizialmente pensa di poterne aver ragione, poi pensa di poterla sfruttare. La forza malvagia dell’Overlook gli permetterà di ottenere la gloria che merita, scriverà di questo, forse è stato scelto per questo. "Forse l'Overlook, da quel grosso e bislacco Samuel Johnson che era, aveva scelto lui perché fosse il suo Boswell." Jack Torrance che diventa il biografo dell’orrore.
E del legame feroce fra orrore e scrittura King ci parlerà ancora fra qualche anno attraverso Paul Sheldon.
Ma poi Jack scopre che non è così. Non è lui ad essere stato scelto. È Danny.
Perché Jack “Era quello vulnerabile, quello che avrebbe potuto essere piegato e distorto fino a quando qualcosa si sarebbe rotto." Ed è quello che succede. L’Overlook si impossessa di Jack, per avere Danny.
E Jack lotta.
Prima per sé e per la sua gloria e per l’Overlook. Poi per il suo bambino.
Non racconto oltre, perché libro e film si sono già allontanati parecchio, a questo punto.
E continueranno a farlo, quindi non spoileriamo.
(Però non è il freddo ad uccidere Jack).
Perché c’è soprattutto da raccontare come King scrive questa storia. In primis non trattando il lettore come un deficiente, ma come un essere senziente, disseminando il testo di piccole contraddizioni, aggiustamenti (l’ha posizionato indietro, il timer? Certo che no. No. Però lo avrei fatto. Oh sì. Ma solo un po’. Per il suo bene.) senza metterci sopra un’insegna a caratteri cubitali che si illumina ad intermittenza, per fartelo notare.
C’è un orrore che sta a pari con IT, certe pagine di Terre Desolate e viene superato solo – scoperto adesso – dal Miglio Verde. È un orrore classico, fatto di siepi che diventano animali mostruosi che si muovono tanto lentamente che tu lo sai che si muovono, ma riesci a dirti che l’hai immaginato, fino a quando non sono troppo vicini, passi vischiosi dietro una porta chiusa, oggetti quotidiani che somigliano proprio… o diventano proprio. Altro.
Sensazioni e impressioni minacciose mescolate con minacce vere e concrete.
Ci sono dialoghi “a piani multipli” mentali, a distanza e reali fra i personaggi e le loro proiezioni. Fra i personaggi e l’Overlook. Attraverso la mente, lo shining, le parole. Uno per tutti quello finale, struggente e bellissimo fra Jack e Danny, con cui prendo congedo.
“Il volto di fronte a lui mutò. Il corpo fu percorso da un lieve tremito; poi le mani insanguinate si aprirono come artigli spezzati. La mazza ne scivolò e cadde con fragore sul tappeto. E fu tutto. Ma a un tratto, davanti a lui c'era il suo papà, e lo guardava col volto atteggiato a un'espressione di sofferenza mortale, e con una pena così profonda che il cuore di Danny se ne sentì come infiammato in un'espressione di commozione intenerita.
"Dottore," disse Jack Torrance. "Scappa. Presto. E ricorda che ti ho voluto tanto bene."
"No," disse Danny.
"Oh, Danny, per l'amor di Dio..."
"No," disse Danny. Prese una delle mani insanguinate di suo padre e la baciò.
"È finita. Quasi."

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Commenti

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Bella recensione, Anna.
Mi sto convincendo che questo autore non sia solo 'commerciale' . Ma non ho letto nulla.
In risposta ad un precedente commento
Anna_Reads
03 Dicembre, 2017
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Grazie Emilio.
Ho avuto la fortuna di molti amici kinghiani che mi stanno facendo conoscere il meglio di questo scrittore (loro stessi dicono che alcuni degli ultimi lavori non siano decisamente all'altezza).
Devo dire che "Il miglio verde" (appena letto) mi è piaciuto tantissimo, così come (qualche anno fa) IT. Dolores Claiborne è un pezzo di bravura fenomenale (200 pagine di monologo) e Misery dice davvero tanto sulla scrittura e l'ossessione. La storia di Lisey è una stupenda storia d'amore (genere che di solito non mi incontra) e la Torre Nera è una dei cicli più belli che abbia mai letto...
No, decisamente non "commerciale".
Fammi sapere come va, quando decidi :)
In risposta ad un precedente commento
Emilio Berra  TO
05 Dicembre, 2017
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Grazie, Anna, per le segnalazioni.
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