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La casa del giudice
 
La casa del giudice 2018-11-24 12:19:25 catcarlo
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catcarlo Opinione inserita da catcarlo    24 Novembre, 2018
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In Vandea

Non si sa bene cosa abbia combinato a Parigi, ma ritroviamo Maigret confinato in Vandea ad annoiarsi finchè un’anziana donna, Didine, non denuncia un crimine nella casa del giudice che le abita vicino. Lei e il marito sono due incalliti spioni nonché pettegoli – benchè sgradevole, il ritratto della vecchia impicciona che sa tutto di tutti in paese è riuscitissimo – ma alla notizia il nostro sente nuova vita rifluire in sè come il sergente delle Sturmtruppen e si mette a indagare anche se ufficialmente non ci sono né vittima né delitto. La faccenda implica il trasferimento a L’Aguillon, ennesimo borgo marinaro per Simenon in cui raccontare di un porto e di pescatori che si alzano all’alba (qui con l’aggiunta degli allevatori di cozze): appena arrivato si apposta e sorprende il giudice Forlacroix nell'atto di trascinare un cadavere fuori dalla sua casa per sbarazzarsene in mare. Tra i due uomini si instaura subito una corrente di simpatia, ma Maigret, seppur piacevolmente avvolto dall’ospitalità ricevuta, indaga partendo dalla famiglia, ovvero i figli Lise, malata di mente e affetta da ninfomania, e Albert che suggerisce all'investigatore di volgere la sua attenzione su Marcel Airaud, ingenuo e rozzo pescatore, padre del figlio della cameriera dell’albergo nonché amante di Lisa. Se i sospetti cadono sul magistrato, questi si proclama innocente confessando in cambio l’omicidio, perpetrato anni prima a Versailles, di uno dei numerosi amanti della moglie. Uno di essi è il vero genitore di Albert mentre la paternità di Lise resta incerta: l’antica tragedia c’entra però poco con la banale quotidianità del nuovo fattaccio, la verità sul quale il commissario porta a galla seguendo una successione di complicati incroci interpersonali (si spiega pure la fissazione di Didine per il benestante vicino di casa) che rivelano come le situazioni siano ingarbugliate e come ognuno abbia qualche segreto da nascondere. Pieno di figure che compaiono per poche pagine eppure si dimostrano indimenticabili - oltre a Forlacroix almeno la cameriera Therese, l’imbrillantinato e mediocre ispettore Mèjat, il codazzo di notabili che segue il giudice istruttore – il romanzo che vede il suo protagonisti risolvere due omicidi al prezzo di uno si fa apprezzare come uno dei migliori della serie anche perché il po’ po’ di roba sopra descritto sta in centocinquanta facciate scarse.

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