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Come una bambola di stracci
 
Come una bambola di stracci 2019-01-22 09:56:17 sonia fascendini
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    22 Gennaio, 2019
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La forma artistica del reato

Kathy Mallory è un agente della crimini speciali di New York. Figlia adottiva di un poliziotto è cresciuta a pane e indagini. La stima che i colleghi ancora hanno per il padre ormai deceduto viene da lei abilmente sfruttata per eludere le regole con la certezza di essere sempre coperta dai poliziotti più attempati. Anaffettiva, allergica alle regole e testarda dà parecchio filo da torcere alle poche persone che ancora insistono a vedere sotto la sua corazza la ragazzina saccente, ma simpatica di un tempo. Di quella bellezza, poco credibile, che permette a una donna di scendere da una moto, farsi una doccia e essere subito pronta a indossare con disinvoltura un costoso abito da sera, provoca e incanta uomini di tutte le età. Anche il suo fisico è un'arma che con finta ingenuità usa a suo beneficio, abbinandola a una intelligenza e un'abilità informatica sopra la media. Ho iniziato con una lunga descrizione della responsabile delle indagini perché è invadente, con forza cerca di sopraffare gli altri poveri personaggi che relegati a comprimari le stano attorno. Molti solo abbozzati, altri bistrattati dalla O'connel fino a diventare delle patetiche macchiette. Eppure siamo dentro un giallo. Eppure l'idea di parenza era a suo modo originale. Un assassino che decide di inventarsi una nuova forma d'arte dove il protagonista è un morto assassinato dentro un museo. Naturalmente le sue parti anatomiche vengono smembrate e posizione in modo "artistico'. Il reato da cui prende il via il romanzo ricorda alla Mallory un altro delitto avvenuto parecchi anni prima di cui si era occupato suo padre. Il dubbio è che entrambi i delitti siano stati compiuti dalla stessa persona e che quindi un clamoroso errore giudiziario abbia messo in galera la persona sbagliata. Le indagini descritte in modo poco incisivo, i continui ritorni sulle problematiche personali di Kathy, il suo essere nonostante la posizione di responsabilità irragionevole, incapace di collaborare col gruppo o di rispettare le regole mi hanno abbastanza annoiato.Il finale, da buon giallo ci porta il responsabile del delitto e frizzi e lazzi per l'investigatrice che lo ha catturato. però anche quello mi ha convinto poco.

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