Dettagli Recensione
Un cold case che brucia ancora
Fin dal primo incipit veniamo catapultati nel cuore oscuro di Piolenc, un tranquillo villaggio del sud della Francia, teatro di eventi inquietanti che si snodano su due piani temporali: l'estate del 1989 e quella del 2018. Nel 1989, due gemelli scompaiono misteriosamente; solo il corpo della bambina verrà ritrovato, mentre del bambino non si avranno più notizie. Trent'anni dopo, la sparizione di un’altra bambina riapre ferite mai rimarginate, riportando a galla segreti sepolti e sospetti mai sopiti. L'indagine si presenta complessa e stratificata; ogni indizio sembra condurre a nuove domande piuttosto che a risposte definitive. La narrazione si sviluppa attraverso capitoli brevi e incalzanti, in un’atmosfera intrigante, oscura, emotivamente carica. Tuttavia lungo la lettura ho sentito la sensazione di perdere il mordente. Complici forse i numerosi personaggi secondari, delineati con sufficiente chiarezza, ma forse non con la profondità psicologica attesa o desiderata. Il padre dei gemelli scomparsi emerge come figura tragica e tormentata, simbolo di un dolore che non conosce tregua. La scelta di focalizzare l'attenzione sull'infanzia e sulla sua vulnerabilità aggiunge un ulteriore livello di inquietudine alla trama. E’ decisamente un romanzo che esplora le ombre del passato e le cicatrici che il tempo non riesce a guarire. Nonostante alcune forzature nella risoluzione del caso ed una certa linearità nelle indagini, il romanzo è piacevole, soprattutto per i suoi colpi di scena ben orchestrati. Poteva forse essere più incisivo.