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Desperation
 
Desperation 2025-06-23 07:22:45 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    23 Giugno, 2025
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Bella la lezione di lingua demoniaca!

Ammetto di non aver mai sentito dei pareri davvero convinti per i romanzi gemelli che compongono La forza del male, al massimo qualche tiepida approvazione. Per mio conto ero però molto curiosa di scoprire cosa si fosse inventato il caro Stephen per strutturare queste due storie, così vittima anche della bellezza delle copertine da accostare ho deciso di recuperarle nelle prime edizioni, per farmene un'idea personale. E nonostante una recente edizione italiana proponga per primo "I vendicatori", ho seguito il consiglio più frequente cominciando da "Desperation".

Questo è il nome della cittadina mineraria nel Nevada in cui si ambienta per la maggior parte la narrazione. Le vicende in realtà iniziano qualche miglio più in là, in particolare lungo la Highway 50, un'arteria che attraversa orizzontalmente gli Stati Uniti centrali; qui stanno viaggiando diversi personaggi -la coppia formata da Peter e Mary "Mare" Jackson, la famiglia Carver sul loro spazioso camper ed il premiato scrittore John "Johnny" Edward Marinville- prima di essere tutti fermati con le motivazioni più disparate dal titanico poliziotto locale Collier "Collie" Entragian. Scoprono così che l'uomo ha preso il controllo dell'intera località, massacrando indiscriminatamente i suoi concittadini nell'arco di pochi giorni, ed ha in serbo un trattamento per nulla ospitale anche per i protagonisti.

In pochi capitoli ci troviamo quindi di fronte a parecchi tropes ricorrenti nei testi di King, e molto apprezzati dalla sottoscritta: una cittadina maledetta con un passato tragico, delle persone comuni impegnate a sopravvivere in una situazione estrema, un'entità antica e malvagia che minaccia di scatenare il suo potere sul Mondo. Avendo già fatto esperienza con questi elementi, l'autore li manovra con grande sapienza, andando così a strutturare una narrazione che da un lato risulta di conforto per i suoi Fedeli Lettori e dall'altro include una'adeguata quantità di svolte di trama per niente banali, nonché cadenzate con un buon tempismo: non si ha mai la sensazione che un'informazione sia superflua o inserita troppo presto nella storia.

E questo nonostante la linea temporale non venga sempre presentata in modo ordinato. Sono anzi inclusi diversi flashback del passato dei protagonisti, momenti pseudo-onirici e racconti su eventi avvenuti molti decenni prima, tutti elementi che ho trovato davvero interessati da leggere, ma anche analizzare perché nascondono una quantità di dettagli sottintesi, oltre a molti rimandi ad altre opere kinghiane. Posso tranquillamente dire che sono state tra le mie parti preferite dell'intero volume, in particolare quando si arriva al racconto sulle origini del cosiddetto China Pit; tra i pregi finisce poi la caratterizzazione dei protagonisti, che come sempre si dimostra uno degli aspetti in cui il caro Stephen eccelle, senza alcuno sforzo apparente. In questo caso è riuscito perfino nell'arduo compito di rendermi simpatico il piccolo saccente di turno, un tipo di carattere che in altri contesti (un esempio su tutti, il giovane Mark de "Le notti di Salem") avrei trovato detestabile.

La prospettiva più interessante ed insolita penso sia però quella dell'antagonista: i capitoli nel POV di Entragian e dei vari accoliti sono estremamente inquietanti e veicolano al meglio la tensione crescente del romanzo. Purtroppo l'elemento paranormale rappresenta al contempo una debolezza di questa lettura, perché non è sempre coerente e chiaro nei suoi poteri e limiti, cosa che porta il lettore (per quanto Fedele!) a chiedersi perché certi piani non vengano attuati prima o con più forza. Ciò rende da un lato la missione fin troppo agevolata per i protagonisti, e dall'altro dipinge i loro nemici come degli sprovveduti in più di una scena.

Gli altri demeriti del libro sono per la maggior parte soggettivi. Infatti, per mio gusto ho trovato irritante la presenza di commenti fuori luogo ed inutile la sessualizzazione dei personaggi nella prima metà, così come non ho gradito più di tanto la scelta di focalizzarsi sull'aspetto religioso: chiaramente non è la mia tazza di tè, ma mi è risultata ancor più indigesta dopo essermene beccata già una bella dose nella mia ultima lettura "Protocollo Uchronia". Avrei poi adottato uno sviluppo della storia meno frettoloso dal punto di vista temporale, anche per giustificare meglio le dinamiche tra i personaggi o per dare più spazio a caratteri poco sfruttati, come nel caso di Ralph per il quale davvero mi aspettavo un approfondimento più incisivo.

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