Il cacciatore di teste Il cacciatore di teste

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Belmi Opinione inserita da Belmi    17 Settembre, 2021
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È la paura, non il dolore, a rendere malleabili

Non avevo mai letto niente di Nesbo e questo primo incontro mi ha più volte sorpreso. Mi aspettavo un giallo/thriller del nord, come altri autori mi avevano già abituato, ma quello che non mi aspettavo è stato l'incontro con Roger Brown, l'uomo che non ti aspetti, un cacciatore di teste ma non solo.

Per lasciarmi il "gusto" della lettura non avevo letto niente sul libro e forse questo ha contribuito al piacere della lettura e all'evoluzione inattesa del libro.

I personaggi sono pochi ma ben caratterizzati e l'elemento sorpresa è sempre dietro l'angolo ma se la suspanse iniziale è alta e avvincente, con il passare delle pagine tutta la situazione diventa forse un pò troppo.

Ho apprezzato il libro, l'ho trovato una lettura piacevole e scorrevole ma la storia almeno per me ad un certo punto ha perso di credibilità. Proverò a leggere altro di questo "prolifico" autore per dare un giudizio più completo, al momento non lo boccio ma non lo passo neanche a pieni voti.

Consiglio il libro a chi cerca una lettura avvincente, non cruda e scorrevole.

Buona lettura

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    01 Gennaio, 2020
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Un triangolo spiazzante

Fin dalle prime battute questo thriller sembra un triangolo. Lui, il marito, spocchioso, duro, arrogante e senza scrupoli. Lei, la moglie, morbida e flessibile come la creta, dove anche la più piccola pressione lascia il segno, raffinata ed elegante. L’altro, felino, affascinante, misterioso. Però nulla è come sembra. Il cacciatore diventa preda. Ciò che pensavi fosse falso è vero. L’omicidio premeditato, che pensavi avesse avuto lei come vittima, perché non avevi mai avuto nessun dubbio su questo, ti ha cambiato le carte in tavola sotto il naso, in un bellissimo crescendo, tutto concentrato sul finale, dove tutto trova una sua spiegazione ed un suo equilibrio. Decisamente spiazzante, come poche altre storie ed egregiamente architettato. Peccato solo per alcune parti davvero troppo, diciamo così, sporche (ed è solo un eufemismo), per poter essere anche solo un minimo credibili. Originale la copertina: senza testa.

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AndCor Opinione inserita da AndCor    30 Ottobre, 2017
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Inbau, Reid e Buckley mietono vittime

Roger Brown è un mirabolante headhunter di top manager, il migliore nella (spietata) selezione delle risorse umane. Completano il suo profilo, un carattere "professionale, analitico e senza alcun coinvolgimento emotivo", una moglie bellissima e bipolare, la riverenza per l'FBI e un disturbante complesso per la sua bassa statura e per il suo nullo desiderio di paternità: un preciso identikit completato da un hobby tanto redditizio quanto pericoloso, i furti d'arte.
Quando Roger sembra aver trovato il suo equilibrio vitale, entra in scena un candidato di nome Clas Greve, simulacro del manager-squalo e possessore di un'opera famosa di Rubens, che risveglia le orecchie da mercante di Roger e gli fa sognare il colpo della vita.
Roger organizza dunque il misfatto nei minimi dettagli e va a buon fine, ma si ritroverà dinanzi anche due oggetti a lui ben familiari. Da quel momento, niente sarà più come prima.

Siamo di fronte a un romanzo a dir poco particolare, dove abbiamo da un lato una serie di incastri, eventi e controeventi che si delineano attraverso uno stile scorrevole e sufficientemente fluido, mentre dall'altro il distacco marcato fra autore e protagonista non permette all'opera di fare appassionare anche il lettore più esigente.

Per quanto il filone narrativo oscilli tra il distopico e il thriller, l'ultima parte del romanzo va quasi 'fuori tema', risultando slegata rispetto al corpo centrale e sconfinando in un non-sense grottesco e ai limiti del goffo e del caricaturale.

Un inno ai colpi di scena, ideale per chi adora i paradossi kafkiani, ma senza riporre grandi aspettative. D'altronde, chi mai filosoferebbe sul relativismo gnoseologico mentre si trova immerso in un serbatoio pieno di sterco?

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Giovannino Opinione inserita da Giovannino    01 Dicembre, 2016
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Una mezza delusione....

Era diverso tempo che, entrando in libreria, vedevo il nome di Jo Nesbo campeggiare sugli scaffali ma per un motivo o per un altro non avevo mai letto un suo romanzo. Due settimane fa cercavo un libro tra la saggistica da leggere durante una trasferta di lavoro ma non avendo trovato nulla di interessante mi sono imbattuto di nuovo in Nesbo e così ho cercato un suo romanzo che non fosse troppo lungo (circa 300 pagine) da poter leggere, così da potermi fare una prima idea sulla sua scrittura. Il romanzo che ho scelto è stato Il cacciatore di teste appunto, primo perchè era un romanzo a sé stante e non collegato ad altri e secondo perchè rispondeva al requisito si non eccessiva lunghezza.
Il romanzo parla di un cacciatore di teste (di quelli aziendali e non il più classico bounty killer) che è chiamato a scegliere l’amministratore delegato di una nota azienda di navigatori satellitari e su imbeccata della moglie, collezionista ed espositrice di opere d’arte, decide di puntare su un ex amministratore delegato olandese ora in pensione. Inizialmente la scelta sembra azzeccatissima e il nostro protagonista è felice del consiglio della moglie, finchè, durante uno dei suoi furti in casa di quest’ultimo (si, il nostro protagonista ha una doppia vita, cacciatore di teste e ladro di quadri) non si accorge che questo lo tradisce con la moglie….
Ora da qui partirà una storia tra l’assurdo ed il surreale, che vedrà il nostro cacciatore di teste per svariate volte in fin di vita e ad un secondo dalla morte ma che alla fine riuscirà a cavarsela sempre nei modi più assurdi e disparati, fino ad arrivare alla per nulla richiesta spiegazione finale, da parte di un commissario di polizia, fatta durante uno show televisivo in prima serata.
Insomma come avrete capito non mi è piaciuto per nulla, sebbene per le prime 50 pagine promettesse bene. Il protagonista sembra un Patrick Bateman (American Psycho) più preciso ma senza dubbio meno interessante, oltretutto la storia della seconda vita, cioè lui ladro di opere d’arte, regge solo per le prime 100 pagine (diciamo solo per far scoprire il tradimento della moglie) perchè poi scompare del tutto. Infine per ben 4 volte si salva da morti praticamente certe (ad un certo punto in una macchina con 4 persone in 3 muoiono dopo un incidente ma lui ne esce miracolosamente illeso). E poi lo “spiegone” finale è veramente noioso e scontato, il punto è che se la storia fosse stata minimamente credibile non ci sarebbe stato bisogno di rimettere a posto i pezzi per 15 pagine punto per punto, ma essendo totalmente campata in aria serve qualcuno che ci dica come questa storia riesca a giungere ad una parvenza di conclusione credibile…
Salvo però lo stile che mi sembra veloce, istintivo ed avvincente, e sono molto interessanti anche le varie spiegazioni che da sull’ambiente circostante (soprattutto quando parla di arte e quadri d’epoca). Per il resto una storia scapestrata e senza senso.
Probabilmente darò un’altra possibilità a Nesbo, spero che si riprenda perchè mi aspettavo molto di più da quello che avevo letto su internet.

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Vita93 Opinione inserita da Vita93    13 Dicembre, 2014
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In cosa sei bravo? A rintracciare le persone

Roger Brown è un cacciatore di teste al servizio delle grandi aziende. Si autodefinisce il migliore di Oslo. Il più scaltro. Il suo metodo di selezione, composto da ben 9 fasi come nelle procedure degli interrogatori della polizia, è una vera e propria tortura per i candidati.

È sicuro di sé, arrogante e amante della bella vita. Tutte caratteristiche secondo lui necessarie per sopperire ad una statura di 168 cm, in un paese come la Norvegia in cui l'altezza media maschile, di 15 cm superiore, è tra le maggiori di tutto il continente.
Ha una bella casa e una moglie affascinante, proprietaria di una galleria d’arte. Ma non si accontenta, vuole sempre di più per soddisfare un tenore di vita al di sopra delle proprie possibilità a cui ha ormai abituato la propria compagna e se stesso. Sprezzante del pericolo ed in totale delirio di onnipotenza arriva a pensare, con la complicità di un amico a capo della security di un’agenzia di sicurezza, che i furti di opere d'arte siano la soluzione a tutti i suoi problemi economici.

Quando incontra Clas Greve, ex amministratore delegato di un’importante azienda, Roger intuisce subito che potrebbe essere un candidato perfetto da proporre ad una società per cui sta lavorando. E non è l’unica motivazione per cui vuole conoscerlo meglio. Clas afferma infatti di essere il proprietario di uno splendido e prestigioso quadro di Rubens, pittore fiammingo.

Lo scrittore norvegese Jo Nesbo è celebre principalmente per la serie di romanzi polizieschi aventi per protagonista il detective Harry Hole. Una figura carismatica, uno dei migliori personaggi della letteratura thriller dell’ultimo ventennio.

"Il cacciatore di teste" non si attesta sui livelli del miglior Nesbo. Nel suo genere si tratta ad ogni modo di una lettura godibile, con una trama solida, non priva di apprezzabili colpi di scena e talvolta perfino cupamente ironica.

La versione cinematografica del romanzo, dal titolo “Headhunters” e diretta dal regista Morten Tyldum (da segnalare, tra i suoi principali lavori, “The Imitation Game”) è stata inoltre un successo sia di critica che di pubblico, tanto da essere il film norvegese di maggior incasso di tutti i tempi.

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A chi piacciono i noir e a chi è curioso di leggere un romanzo di Jo Nesbo senza Harry Hole.
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Opinione inserita da Rosita Geuna    16 Febbraio, 2014

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Ho letto tutti i libri di Jo Nesbo (l'uomo di neve, il pettirosso, nemesi, la ragazza senza volto, il leopardo) trovandoli molto coinvolgenti, quasi si fa fatica a smettere di leggere, per sapere come sarà la prossima pagina... nel caso del cacciatore di teste ho avuto l'impressione che non fosse addirittura scritto da Nesbo. Banale senza suspance, violenze ridicole, ecco il termine giusto del libro ridicolo. Al prossimo... speriamo in meglio...

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marlon Opinione inserita da marlon    18 Gennaio, 2014
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MONDO SINTETICO

Oslo 2008
Roger Brown è potente. E’ lui che decide chi siederà nella stanza dei bottoni. Le multinazionali si avvalgono delle sue straordinarie capacità per accaparrarsi i migliori manager in circolazione. Roger Brown è un cacciatore di teste. I candidati che vengono selezionati dovranno subire un “ interrogatorio” da parte del protagonista. La loro vita privata, le loro abitudini … nulla deve essere tralasciato. Una sorta di raggi x . L’obiettivo è quello di carpire informazioni ed eventualmente segreti. Come ad esempio se un candidato possiede opere d’arte di valore nella propria casa. E già … perché Roger per arrotondare, come secondo lavoro, è un ladro di opere d’arte. Un ladro che si intrufola nelle case delle persone, dopo aver studiato il “colpo” nei minimi particolari.
Roger conduce una vita più che agiata. Una casa bellissima, una moglie bellissima , abiti firmati ecc.. ma tenere in piedi questa "Disneyland" costa tanto. Infatti per un uomo alto un metro e sessantotto, nel paese dei vichinghi, dove le più alte cariche superano il metro e novanta e dove l’altezza è anche sinonimo di bellezza, portamento, intelligenza non è facile farsi strada. A meno che non ci sia tanto denaro da mettere sul piatto. Un metro e novanta di moglie bisogna saperla tenere ( visione del protagonista …).
Ed è in questo mondo materiale, fatto di apparenze, di facciata, di REPUTAZIONE, di bugie che fa la sua comparsa Clas Greve. Il candidato ideale. Un curriculum di tutto rispetto e soprattutto proprietario di un quadro dal valore assoluto. “ La caccia al cinghiale” di RUBENS !!! Peccato che Clas sia anche un uomo dal passato oscuro. E questa oscurità trascinerà Roger in un incubo dove nulla è ciò che sembra e lo trasformerà da cacciatore a preda.
Non avendo mai letto niente dell’autore non posso fare paragoni con i suoi precedenti romanzi . A mio giudizio è un buonissimo noir. La trama è interessante ed originale. Leggendo altre recensioni mi è parso di capire che oltre ad avere talento, Jo Nesbo non ti annoia mai. E me lo ha dimostrato in questo romanzo rocambolesco, ricco di colpi di scena e di originalità. Nesbo ci spiega come un’odissea costellata di guai può anche essere una soluzione per comprendere la propria esistenza. E magari apportare delle modifiche … Nel caso specifico Roger, il protagonista, è un ometto furbo,intelligente, avido e calcolatore. In un mondo sintetico e falso .Il suo mondo…. Ne vedrà di tutti i colori !!!

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lakylucy Opinione inserita da lakylucy    02 Gennaio, 2014
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Grazie al Vs contributo

Accidenti, l'ho letto tutto d'un fiato!!
E' il primo libro che leggo di Jo e non sarà l'ultimo, ora devo quindi leggere tutti gli altri nella giusta sequenza.
Grazie ai suggerimenti e commenti che leggo su questo sito mi sono incuriosita e l'ho provato.
Non posso confrontarlo con i precedenti che hanno un personaggio fisso e un filo conduttore.
Penso d'aver fatto bene a cominciare con "il cacciatore di teste" così l'ho apprezzato per quello che è, una storia a se.
Le scene sono descritte bene ed è facile immaginare di guardare un film. Anzi...sarebbe bello se ci facessero un film.
La cosa che più m'ha stupita è la semplicità con cui son descritte le scene di panico, orrore, schifo, sesso, stanchezza....sembrano cose di normale quotidianità, non mi hanno sconvolta più di tanto e allo stesso modo ne son rimasta affascinata.
Bravo Jo!

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Il primo autore che mi viene in mente? N.Ammaniti.
Tanto per non dire i soliti nomi!
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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    11 Ottobre, 2013
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"La reputazione è tutto."

Bentornato Nesbo. Fine crisi di astinenza. Beh, non sappiamo ancora nulla di Hole, di ciò che stà facendo ora, però mi conforta che Nesbo abbia finalmente battuto un colpo.
Dei precedenti libri da lui scritti non ritrovo tanto...e non penso sia una nota negativa. Apprezzo negli autori il sapersi mettere in gioco con sfide sempre nuove e non scegliere invece la vittoria sicura e urlata.
Lo stile è sempre deciso e preciso, tuttavia quel graditissimo pathos a cui mi aveva abituata, e che io sua accanita lettrice voglio ritrovare, beh ammetto di non averlo trovato.
E quel desiderio fortissimo di riprendere la lettura spinta dalla morbosa curiosità? Desiderio questa volta non pervenuto. Ecco, questo è l'elemento che non mi aspettavo e che mi ha più delusa.
E il protagonista, Roger Brown professionale, analitico e senza alcun coinvolgimento emotivo. Un perfetto cacciatore di teste, proprio non riesce a farmi simpatia.
Durante la lettura ciò che mi viene in mente è falsità; è tutto un rincorrersi di falsità e di apparire che mi strappano continui sorrisi tristi perchè tutta la storia è una enorme tristezza. Quest'uomo è triste. Nel suo sentirsi al di sopra di tutto e tutti.
Nesbo non ti smentisci mai! Sei sempre cattivissimo. Scene paradossali fino al parossismo.
Ed è sempre notevole la sua capacità di dirti tutto prima, durante il racconto ma alla fine strapparti sempre quel commento di meraviglia quando tutti i nodi tornano al pettine. Sei bravissimo nel districare vicende.
Ma da te voglio di più!!!!!

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Non volete conoscere Roger Brown, la stella più fulgida del firmamento dei recruiter?
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Tanu Opinione inserita da Tanu    26 Luglio, 2013
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Un Nesbo sotto un'altra veste

Personalmente ho trovato divertente la deviazione di Jo dal suo stile che tutti conosciamo: il pulp noir alla norvegese con Harry Hole protagonista ci ha accompagnati per anni ma credo che Nesbo si sia voluto giustamente prendere una pausa e se ne è uscito con un prodotto divertente che scommetto si sia pure divertito a scrivere. La storia se vogliamo è un pò grottesca, i colpi di scena spesso hanno il pathos spezzato dalla comicità delle situazioni (vedi quando il protagonista finisce in una latrina) ma nel complesso ho trovato questo libro divertente ed una piacevole diversione dal classico Nesbo. Per gli amanti dello scrittore norvegese, un libro che comunque non può mancare dalla libreria.

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altri Nesbo, thriller scandinavi in genere
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Opinione inserita da tommielli    28 Giugno, 2013

Jo Nesbo dove sei?

Ho appena finito questo libro, la mia conclusione è che non sembra scritto da Jo Nesbo, ma da uno scrittore alle prime armi. Si legge bene, è vero, ma certe scene descritte e certi dialoghi risultano grotteschi e perfino comici, in certi punti mi sembrava di leggere una scena di 007. Colpi di scena sì, ma snocciolati in gran fretta e senza argomentazioni. Anch'io non lo definirei un thriller. Mi preparo a leggere Lo Spettro, l'unico che mi manca, sicura che sarà tutt'altra lettura.

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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    22 Marzo, 2013
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Il migliore headhunter sulla piazza

Non raggiungere la soglia dei 170 centimetri , in particolare se vivi ad Oslo e la media maschile norvegese e' di 182 centimetri, potrebbe essere un problema .
Una buona dose di potere, charme, arroganza e stile, uniti ad una discreta presenza fisica sono un full di assi, cinque assi. Ma se i semi delle carte sono notoriamente solo quattro, manca il quinto : l'altezza.
Soluzioni ? Il denaro.
Il denaro ti puo' comprare qualche centimetro di statura, puo' pagare una casa di lusso, gioielli e una galleria d'arte per la tua fantastica donna, che temi di perdere perche' sei pazzo di lei tanto da negarle un figlio, lei deve essere solo tua senza alcun concorrente.
Roger Brown.
168 centimetri di maschio nordico in doppio petto di sartoria italiana , presuntuoso ed attraente, professione cacciatore di teste. Non uno qualunque. Il migliore sul mercato del top management.
Nel tempo libero dedito a furti di opere d'arte, le mogli di un certo livello costano care.

Io credo che l'onesta' premi, se la casa editrice invece di ululare all'uscita del nuovo"thriller mozzafiato" di Nesbo lo avesse chiamato col suo nome, forse molti lettori non sarebbero stati traditi nelle loro aspettative.
Con questo non voglio dire sia un thriller mediocre, semplicemente non e' un thriller. Questo e' un noir, uno splendido noir.
Scrittura limpida, veloce, avvincente, trama interessante , non manca di colpi di scena questo romanzo in cui Jo Nesbo coniuga elementi intriganti, sense of humor e perche' no anche una certa dose di sesso servito in eleganti flute di cristallo, le bollicine nello Champagne non guastano mai.

Per i cultori di Nesbo, sappiate che qui di Harry Hole non c'e' traccia, buona lettura.

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rivendell Opinione inserita da rivendell    18 Marzo, 2013
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Jo, ma sei proprio tu?

Quando l'ho visto ho pensato: "Jo Nesbo senza Harry Hole? Nooo, non è possibile".
Un attimo dopo ho ripensato: "Beh, è giusto prendere un po' le distanza da quello che, ormai, è un marchio di fabbrica".
Prendo il libro (anzi l'eBook) comincio a leggerlo e, in un paio di giorni, lo finisco e penso: "Mi sembra di averlo già letto!"
Visto e considerato che a Jo piacciono le citazioni musicali posso definirlo come una di quelle canzoni che...sì...d'accordo...sono belle...ma sono strasentite!
I colpi di scena non esistono, nel senso che un appassionato di thriller li prevede già con due pagine di anticipo.
Non sto a raccontarvi la trama, tanto la trovate nella presentazione del libro qui sopra, io voglio solo trasmettervi le emozioni provate.
Una lettura, tutto sommato, piacevole ma lontana anni luce dai romanzi con Harry Hole protagonista.
Quel senso di sapere tutto in anticipo che ti lascia un non so che di insipido in bocca, come si suol dire, ne carne ne pesce.
Dimmi la verità Jo, l'hai scritto già pensando al film che ne sarebbe stato tratto?
Confessa, non nasconderti dietro le pagine!
Dimmi Jo, ma questo libro, sinceramente, l'hai scritto tu?

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