La mappa del destino La mappa del destino

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    03 Agosto, 2018
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Il popolo ombra

Gioca d'astuzia Glenn Cooper se, sfogliando la presentazione del romanzo, attrae subito l'attenzione la seguente frase: "Io, Barthomieu, monaco dell'abbazia di Ruac, ho duecentoventi anni. E questa è la mia storia".

Impossibile non continuare a leggere. E' interessante il filo temporale del racconto che salta dal Paleolitico fino ai giorni nostri, passando per i primi dell'anno mille.

La trama non è molto complessa ma l'autore la svela poco per volta mantenendo sempre alto l'interesse. La tensione non è tanta da considerarlo un vero e proprio thriller ma più un fantasy vestito di giallo.

L'idea di base è entusiasmante, chi non vorrebbe avere tra le mani l'elisir di lunga vita, anche se, come spesso accade, c'è sempre un prezzo da pagare.

Con mio grande rammarico, durante l'excursus storico, si racconta dei cavalieri templari, argomento che non tollero più per gli innumerevoli romanzi, film, serie tv e quant'altro è stato fatto.

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bale8486 Opinione inserita da bale8486    25 Mag, 2013
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Io, Barthomieu, ho duecentoventi anni

Incantato dallo stile dell'autore, mi sono imbattuto in questo curioso romanzo. Le aspettative erano molto alte, vista la bravura di Gleen Cooper nel creare 2 titoli importati quali: La biblioteca dei morti e Il libro delle anime.
Ancora una volta abbiamo a che fare con un mistero atto a coinvolgere intelligence e servizi segreti, tutti verso un unico obiettivo.
Un team di ricercatori scoprirà un sito che potrebbe cambiare la storia, richiamando il passato in un'attuale presente misterioso.
Coinvolgente in alcuni punti e dispersivo in altri, si presenta tutto sommato scorrevole ed intrigante.

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Romanzi d iGleen Cooper
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Andreas Sballetti Opinione inserita da Andreas Sballetti    10 Dicembre, 2012
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Pessimo

Scrivo la mia prima recensione per stroncare questo romanzo di Cooper che non riesco a finire.

Avevo letto gli altri libri di Cooper e avevo trovato le idee piuttosto interessanti nonostante uno stile letterario tipicamente americano molto semplificato, quasi scolpito grossolanamente, che però esaltava la fluidità e la scorrevolezza del testo aumentando la gradevolezza della storia per il lettore.

Quest'ultima opera però è evidentemente scritta sotto pressioni editoriali. Storia scialba e poco appassionante, insensati comportamenti dei personaggi monotonamente incolori. Sembra un'opera scritta controvoglia e questo si riflette inevitabilmente sul flusso del testo che risulta stentato, quasi innaturalmente trascinato da un capitolo all'altro.

La qualità delle opere di Cooper è inversamente proporzionale al numero delle stesse. Le prime gradevoli. Quest'ultima pessima.

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McLennon Opinione inserita da McLennon    07 Settembre, 2012
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Titolo alla Dan Brown ...

LA MAPPA DE DESTINO è un buon libro, per chi ama un'avventura in stile Dan Brown condita con un pizzico di vicende alla Indiana Jones.

La trama per certi aspetti è abbastanza originale, ma non mancano Deja Vu con altre storie simili, tuttavia risulta scorrevole e intrigante.

Alcuni colpi di scena (non molti) riescono a tenere abbastanza alto l'interesse alla lettura anche se, come detto da chi mi ha preceduto, il romanzo non risulta certo essere uno dei migliori usciti dalla penna di Cooper.

Lo consiglio comunque perchè a me è parsa una lettura godibile e leggera, un libro che si fa leggere volentieri.

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Fonta Opinione inserita da Fonta    03 Luglio, 2012
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Non l'opera piú bella di Cooper ma...

Nell'abbazia di Ruac, un paesino francese, scoppia un terribile quanto accidentale incendio!
Durante i soccorsi, un vigile del fuoco scorge in una cavità del muro un vecchio libro che non é catalogato nella famosa biblioteca dei monaci.

Luc Simard é un esperto della zona e di archeologia, assieme al suo amico Hugo riesce a tradurre una parte del libro e a scoprire in esso una mappa che li porterà ad uno dei piú grandi siti archeologici che la storia conosca, dieci caverne affrescate in epoca preistorica!

Tal, é un giovane cacciatore della tribú dei bisonti, appassionato di erbe guaritrici scopre una miscela di piante officinali che gli crea sogni particolari e strane sensazioni.

L'abate Bartolomeo, nel 1300 scrive un manoscritto in cui dichiara di aver superato la veneranda età di duecento anni, nascondendo poi questo volume all'interno dell'abbazia di Ruac.

Qui il cerchio si chiude ed inizia la misteriosa avventura raccontata da Cooper.

Il format é lo stesso de "la biblioteca dei morti" e del "libro delle anime". : vari excursus tra epoche storiche apparentemente slegate tra loro, che trovano un filo conduttore attraverso personaggi e fatti intriganti e misteriosi!

Ho letto con voracità la prima opera di Cooper trovandola a suo modo geniale, ho apprezzato il suo seguito nel secondo volume e mi sono approcciato con entusiasmo a questa terza fatica dell'autore. Personalmente non ne sono rimasto colpito favorevolmente, per carità, una bella storia, ben congeniata ed architettata che non mi sentirei mai di sconsigliarne la lettura ma, neppure mi sentirei di pubblicizzarlo ad amici e parenti combe il libro del secolo! =)

Un buon libro, nulla di piú e nulla di meno, lontano dal bel "libro dei morti" ma, comunque un libro scorrevole (sopratutto la seconda metà) e ben studiato.

I personaggi sono poco incisivi e molti sono marginali ed a mio avviso superflui anche se l'autore li presenta con amplie descrizioni che incancreniscono la lettura, non portando poi a sviluppare le vicende di tali personaggi.

Daró ancora spazio a Cooper nella mia biblioteca ma, con l'entusiasmo un filo ridimensionato.

Buona lettura.

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cuspide84 Opinione inserita da cuspide84    01 Giugno, 2012
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Una caverna e...l'Infuso della Rivelazione!

La caratteristica peculiare di questo romanzo è quella di "teletrasportare" il lettore in ben cinque epoche differenti: nel 30.000 BP, ovvero il 28.050 a. C., nel XII secolo, nel XIV secolo, alla fine del 1800 e ai giorni nostri; non spaventatevi: nonostante la notevole distanza temporale tra ciascuna di esse, la storia è ben articolata e si segue senza alcuna difficoltà.
Fin dalla prima pagina ci troviamo laddove tutto ha avuto inizio e dove si svolge l'intera vicenda: siamo a Périgord, in Francia, nel 1899 e siamo testimoni di un'importante scoperta archeologica... una caverna con dei meravigliosi dipinti rupestri raffiguranti bisonti, cavalli e tori, antecedente addirittura a quella di Lascaux (essendo del periodo aurignaziano); purtroppo questo ritrovamento non può ancora essere svelato al mondo e bisognerà aspettare la nostra epoca perchè quei dipinti possano essere nuovamente osservati da occhio umano e adeguatamente studiati...
ed è qui che entrano in gioco il protagonista del romanzo, l'archeologo Luc Simard, che, grazie ad un antico volume, segretamente nascosto nell'abbazia della zona (e tutto da decifrare), riuscirà a ritrovare l'entrata della grotta e a scoprire un segreto custodito gelosamente per secoli... e il suo "Team Ruac", da lui appositamente costituito per studiare ogni dipinto di ogni camera della grotta.
Proprio a causa del segreto nascosto dietro le pitture rupestri, iniziano una serie di eventi tragici che vedono coinvolti Simard e i componenti del suo team...qual'è il segreto nascosto dietro ai dipinti della camera numero 10? Per quale motivo gli abitanti di Ruac sono così schivi nei confronti dei forestieri? qual'è il legame tra Abelardo ed Eloisa e l'infuso della rivelazione?

Per saperne di più non vi resta che leggere questo romanzo...se le precedenti opere di Cooper vi sono piaciute questa non potrà di certo deludervi... e se invece questa è la prima che leggete...beh...avrete trovato un altro autore da aggiungere alla lista dei vostri preferiti!
Provare per credere!

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Gli altri romanzi di Glenn Cooper
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    12 Mag, 2012
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Io, Barthomieu…

Come per gli altri romanzi Glenn Cooper, l’autore, ha deciso di narrare la sua storia su diversi periodi temporali, in questo caso sono quattro: la preistoria, il 1899, il 1300 ed il presente.

Nel corso del libro Cooper riesce a portare avanti parallelamente tutti i racconti che nel finale si ricongiungeranno in un’unica storia.

Questa volta siamo in Francia più precisamente nel Périgord.

Entra in gioco Luc Simad, un importante archeologo, che riesce a mettere le mani su un antico manoscritto risalente al 1300 il quale venne rinvenuto tra i resti di un’antica abbazia di Ruac.
Grazie a questo prezioso reperto, Luc ed un altro suo amico archeologo riescono a trovare una caverna piena di dipinti rupestri magnifici e misteriosi allo stesso tempo.
Il protagonista sente il desiderio di scoprire di più su questa strana grotta e delle raffigurazioni che essa contiene.
Senza saperlo si trova a faccia a faccia con un segreto millenario.
Non tutti però hanno il desiderio che questo “segreto” venga svelato all’umanità.

Come in tutti i suoi libri la storia è piena di: colpi di scena, inseguimenti, scoperte incredibili, omicidi, una piccola storia d’amore ed in questo caso anche un manoscritto in latino che aspetta solo di essere decodificato.

Anche questa volta non sono riuscita a staccare gli occhi dalle pagine che scorrevano veloci, ho dovuto terminare il libro in una serata, ero troppo curiosa di come andava a finire!

Questo mix di suspance e mistero mi attrae così tanto che quando inizio non riesco più a smettere di leggere.

Una lettura molto affascinante che voglio consigliare a tutti gli appassionati del genere!

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spanish77 Opinione inserita da spanish77    06 Febbraio, 2012
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ORIGINALE

Cambio di ambientazione rispetto ai due precedenti lavori. Si arriva in Francia, nella regione del Pèrigord, una zona originale ed affascinante. La trama della storia, anche stavolta abilmente tessuta da Cooper , gira intorno a dipinti rupestri che vengono accidentalmente ritrovati all’interno di una grotta nei pressi dell’ Abbazia di Ruac. Salti temporali di notevole lunghezza articolano anche stavolta lo svolgimento della storia; si va dalla preistoria di 30.000 anni fa fino all’attualità, per tornare di nuovo indietro nel tempo fino al 1100 D.C. e così via. Personaggi prestigiosi, realmente vissuti, si alternano a quelli inventati e fatti realmente accaduti si aggrovigliano a eventi frutto dell’immaginazione dello scrittore. Stavolta in palio c’è la ricetta che conduce all’Elisir di lunga vita, che gli abitanti di un piccolo paese conservano e proteggono ostinatamente , ostacolando con qualunque mezzo chiunque voglia entrare nella loro comunità e così sconvolgerla. Ritengo che la trama , per quanto articolata, sia avvincente ed originale, come in tutte le altre opere di Cooper. Le varie ambientazioni e gli approfondimenti storico-artistici sono curati al punto giusto, tanto da non annoiare un lettore principiante e da non sfigurare al cospetto di chi può vantare qualche conoscenza in merito. Insomma, anche stavolta la giusta amalgama di pathos, mistero ed erudizione, che non deluderà gli amanti della narrazione colma di tensione e “suspence”. Se devo criticare qualche aspetto, credo che in alcune fasi, l’uso fulmineo e repentino della violenza sia stato un mezzo un po’ troppo sbrigativo per abbreviare alcune sequenze dall’epilogo già scritto. In effetti è un po’ bizzarro e forse anche poco conveniente a livello stilistico, il fatto che di punto in bianco vengano a mancare personaggi fino a quel momento funzionali allo svolgimento della trama e quasi sempre la loro fine è crudele , fulminea e straziante. Autentico e misterioso, leggetelo senza farvi condizionare dalle precedenti opere dello stesso autore e troverete che anch’esso merita molto più che un semplice consenso.

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Dan Brown, le altre opere di Cooper, thriller a sfondo storico.
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Halvis85 Opinione inserita da Halvis85    31 Dicembre, 2011
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Nè infamia nè lode

E' il primo libro di Glenn Cooper che leggo. Ho cominciato perchè mi è stato presentato come uno scrittore sullo stile di Dan Brown che a me piace molto. Devo dire che il libro mi è piaciuto, ma non mi ha entusiasmato. E' sicuramente una lettura piacevole, leggera. la scrittura è semplicee la struttura in capitoli non troppo lunghi aiuta. Interessante la narrazione su più livelli temporali. Purtroppo per essere un thriller mi è sembrato un po' lento a decollare e con poca suspance. Se escludiamo l'ultimo capitolo (ma anche qui, niente di nuovissimo) tutto si svolge senza grandi sorprese.

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Dan Brown e simili
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    27 Ottobre, 2011
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Mappa di attrazione del lettore

Terzo libro della trilogia. Non sono sicura che la chiuda, potrebbe anche esserci un seguito. Restano valide le mie impressioni dopo la lettura del secondo volume. Anche con questo, l’autore trova la mappa di attrazione dell’animo del lettore, e riesce ad appassionare con una storia davvero intricata e davvero piacevole.

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LA biblioteca dei morti - Il libro delle anime
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polenta violenta Opinione inserita da polenta violenta    06 Settembre, 2011
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Mini Cooper

Cooper è il classico consulente matrimoniale non sposato. In parole povere ci prova, ci riprova, capisce gli errori dei precedenti due libri e... li rifà.

Stavolta se non altro diminuisce le scene di sesso (ad ecezione del, appunto, uomo uccello) e come al solito usa i nomi di personaggi storici che a vedersi coinvolti si staranno rivoltando nella tomba ansiosi di trovare il buon vecchio Cooper vicino a loro per dargli una lezione.

I personaggi sono Ok, certo non antipatici ma neanche compagni di vita messi su carta.
La storia non è banale come nei due precedenti ma neanche originalissima.
Lo stile è il solito di Cooper, scorrevole, piacevole e veloce, questo si! Ma di una semplicità disarmante, la descrizione dei luoghi come quella dei personaggi può essere stata fatta da un chiunque senza un briciolo di talento. Mi piacerebbe inoltre leggere qualche spunto riflessivo quando si sta trattando temi come quelli contenuti in questo libro...

Insomma se proprio non avete di meglio da fare.

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a chi quando legge non vuole pensare troppo a ciò che sta leggendo
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19alessio79 Opinione inserita da 19alessio79    22 Agosto, 2011
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Libro estivo

Premetto che ho preso questo libro non tanto per trama o pubblicità, quanto perchè la libreria Auchan non esibiva di meglio. Eppure, nonostante non sia chissà che letteratura impegnativa, l'ho trovato piacevole e scorrevole, con delle belle ricostruzioni storiche, soprattutto nella parte medievale. La trama, ambientata nei suoi tre periodi(presente, circa anno 1100 e 30000 BP), si incastra alla perfezione, cedendo purtroppo solo sul finale troppo "americanizzato". Una nota del tutto personale: non capisco questo voler per forza non tradurre letteralemente il titolo dall'inglese all'italiano(The Tenth Chamber, "La decima camera" che poi è realmente l'argomento del libro, con "la mappa del destino" di cui semmai si parla in mezza paginetta). In conclusione, lo consiglio e credo che mi lascerò convincere dalla pubblicità dei primi due.

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Manem Opinione inserita da Manem    08 Agosto, 2011
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Meglio del secondo

Se il secondo era la continuazione del libro dei morti, per la verità a questo molto simile, con il terzo la storia cambia. Solo la storia perché, in realtà, lo stile è sempre quello. Creare tanta suspance da tenere incollati alla lettura fino ai ringraziamenti (compresi) ma soprattutto andare avanti e indietro nel tempo, caratteristica di Cooper. Il libro appassiona. E' scritto in modo semplice e lineare. La storia è carina. Ben diverso dal primo anche se ritornano alcuni elementi come il libro, la biblioteca, il monastero a cui l'autore non riesce veramente a discostarsi.
Unico Neo: Cooper, a mio avviso, eccede nei flash back disorientando un po'; si passa dal periodo preistorico, al Medioevo, ai templari, alla prima e seconda guerra mondiale con tanti e tanti personaggi e tante e tante storie in tanti e tanti momenti diversi. Tutto alla fine torna però leggetelo in fretta perché se no ci si perde un po'.

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faye valentine Opinione inserita da faye valentine    26 Mag, 2011
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Stile che vince non si cambia

Terza opera dello scrittore americano Glenn Cooper che lo conferma come una buona rivelazione nel campo della letteratura d'intrattenimento contemporanea. Questa volta l'autore ci porta in un paesino della Francia popolato da strani e diffidenti individui, molto caratteristico quanto misterioso. L'archeologo Luc Simard, novello Indiana Jones (per sua stessa ammissione!), si occupa della scoperta e dello studio di alcune grotte, miracolosamente conservate nel corso dei secoli. A fargli compagnia l'amico Hugo, l'ex fidanzata Sara e la sua squadra di specialisti. Ma, come Cooper ci ha già abituati nelle sue due opere precedenti, anche qui non mancano i salti temporali in epoche passate: i piani narrativi divengono tre: oltre al tempo presente, Cooper ci porta in epoca medievale e perfino preistorica. Davvero interessante, soprattutto quest'ultima ambientazione, così solitamente atipica!
Ho amato particolarmente anche l'ambientazione medievale, ma per motivi più nostalgici: questa volta l’autore ha rispolverato con accattivante maestria la storia tra Abelardo ed Eloisa, e mi ha fatto rivivere un po' in quel clima da “disputa sugli universali” che non sentivo da tanto...
Credo che l'arma vincente di Cooper sia nello stile, la cui più grande qualità sta nella semplicità con cui ci permette di affrontare la vicenda: il filo logico non viene mai perduto nonostante i salti temporali, i richiami a personaggi storici, ma resi accessibilissimi a lettori di ogni provenienza culturale, sono efficaci e anche divertenti a volte, lo humor costante, la schietta semplicità con cui ci espone i fatti rendono le sue opere, e questa in particolare, godibilissime da tutti. Non tralasciando la varietà dei temi trattati: avventura condita da una buona dose di thriller, di storia, d'amore e anche un pizzico di sensualità.
Lo consiglio come buona compagnia estiva, per chi non ha eccessive pretese.
Per chi volesse interessarsi all'appassionante vita di Abelardo e scrutarne i contenuti filosofici esistono diverse pubblicazioni delle Lettere di Abelardo ed Eloisa.

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i precedenti romanzi dello stesso autore (anche se siamo di fronte a una storia tutta nuova)
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    04 Aprile, 2011
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La mappa del destino

Sulla scia dei primi due libri di Cooper come potevo lasciarmi sfuggire questa sua terza opera? Soprattutto perchè i primi mi sono davvero piaciuti.
Lo stile rimane immutato, scorrevole, capitoli brevi che lasciano l'incognita di quello che possa accadere, inducendo il lettore a divorare le pagine, si ma questa volta diciamo che l'appetito non mi è venuto mangiando, per usare un modo di dire. Questo probabilmente perchè vi ho trovato enigmi e situazioni sinceramente un po' fritti in un olio già sull'esausto andante.
A mio avviso è molto vicino alla sceneggiatura per un film nello stile.
Anche in questo terzo libro la trama si sviluppa su tre periodi temporali: società contemporanea, Medioevo e udite udite...preistoria.
Delle tre quella che ho apprezzato maggiormente è quella medioevale, che ha un epilogo davvero romantico ma avvolto in una coltre di mistero i cui personaggi sono realmente vissuti.
Nel complesso l'opera è sicuramente godibile e consigliabile ma siamo un po' sotto tono Mr. Cooper.
Buona lettura a tutti.
Syd

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Cooper, Brown e simili
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Ulisse Opinione inserita da Ulisse    18 Marzo, 2011
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Mancanza di originalità

Lo stile di Cooper è sempre piacevole e non stanca, anche se ricalca i salti di epoche dei due libri precedenti. Il contenuto è francamente deludente, l'elisir scoperto per caso 30000 anni fa e costudito gelosamente ai giorni nostri dagli abitanti di un piccolo villaggio francese mi sembra una trovata banale e inflazionata (a tratti mi ricordava la pozione del druido gallo Panoramix nella saga di Asterix e Obelix...anche l'ambientazione sembra la stessa). Il finale è scontato e le ultime 20 pagine si possono anche non leggere. L'elisir di lunga vità era stato già scritto......e digerito, poco originale !

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Gondes Opinione inserita da Gondes    24 Febbraio, 2011
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Consigliato

La storia è molto ben intrecciata, con continui cambiamenti di epoche e questo non annoia certamente il lettore, che si vede catapultato in ogni capitolo in uno scenario totalmente diverso. Tutto ruota attorno ad un libro trovato per caso all'interno di un muro in un monastero, e grazie all' archeologo Luc Simard, verrà risolto il mistero che questo nasconde. Molte volte Gleen Cooper viene accusato di scrivere libri nello stesso modo con cui si scrivono le sceneggiature dei film, ma secondo il parere questo è da considerarsi un pregio e non un difetto come alcuni sostengono. Quando la lettera è particolarmente scorrevole e descrittiva e ti fa apparire tutto in modo quasi realistico, proprio come vedere un film, vuol dire che lo scrittore e il lettore hanno ottenuto quello che volevano. A chi è piaciuto questo libro consiglio vivamente un altro libro sul genere molto bello con un finale veramente emozionante: “IL MANOSCRITTO DI DIO” di Cordy Michael

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Acciaio Opinione inserita da Acciaio    14 Febbraio, 2011
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Delusione annunciata

c'è un pò di tutto in questo romanzo: diversi periodi storici legati tra loro; un antico manoscritto indecifrabile; un eroe per caso.
proprio come nell'avventura precedente della biblioteca dei morti.
se con il primo libro cooper ha fatto il botto, il secondo romanzo (il libro delle anime) ha mostrato un calo di tensione che si è confermato, purtroppo, in quest'ultimo.
da leggere per passare qualche ora piecevole senza aspettarsi spunti di riflessione sul destino del genere umano.

ps. pessima traduzione del titolo originale

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chi ha letto i precedenti due libri e a chi piacciono i thriller storico-religiosi
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    08 Febbraio, 2011
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Chi si accontenta...

Il Tema non è esattamente originale , era già stato trattato in maniera stupenda nel "Canyon delle ombre" di Clive Barker , che io preferisco...( anche se la storia che si sviluppa è assolutamente diversa) non aggiungo altro o svelo troppo .
Anche chi non avesse letto il libro di Barker ad un terzo del racconto può intuire parecchio, non che un thriller avventuroso per essere bello debba per forza rimanere incomprensibile fino alle ultime 50 pagine...anzi.
Tutto sommato si legge con piacere, è sicuramente meglio di quella pena assoluta del "libro delle anime" e ho apprezzato il fatto che Cooper stavolta chiuda la storia senza dilungarsi troppo, anche i piani temporali distinti per spiegare il tutto sono ben argomentati ma non pesanti, la descrizione della grotta è sicuramente affascinante.
Da mettere nella categoria : leggilo, goditelo (perchè non è malaccio) e dimentica .
Opinione personalissima , Cooper non mi fa impazzire ma appunto come dice il proverbio: chi si accontenta...

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Lady Aileen Opinione inserita da Lady Aileen    27 Gennaio, 2011
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Devo recuperare i libri precedenti

E' il primo libro che leggo di Glenn Cooper e non é collegato con i due libri precedenti, per cui si legge tranquillamente senza problemi.
La prima cosa che mi sono chiesta é il motivo per il quale non hanno mantenuto il titolo originale: trovo sia molto più pertinente rispetto a quello italiano. Ma non importa, perché invece la copertina mi piace molto.
Le vicende sono narrate in terza persona e il protagonista (che domina per gran parte del romanzo) é Luc Simard un noto archeologo amante del proprio lavoro (forse avrei speso qualche parola in più per la sua caratterizzazione che risulta monodimensionale: praticamente oltre alla descrizione di un archeologo dedito al lavoro e amante delle belle donne non traspare molto altro).
La narrazione si sposta abilmente tra varie epoche: ai giorni nostri, medioevo ed epoca preistorica.
Coinvolgente, scorrevole, buon ritmo, ricco di suspance e azione, colpi di scena ben piazzati, interessanti e curate le ricostruzioni storiche (non c'è da meravegliarsi considerati gli studi dello scrittore).
Ma sarà il lettore ad avere il quadro completo della situazione infatti molti aspetti rimarranno un'enigma per lo stesso Luc. Non manca il risvolto romantico ma é decisamente molto marginale e la cosa non mi dispiace.
Un thriller godibilissimo (da ombrellone o da sere invernali) con una trama intelligente, originale e un finale inaspettato. Sicuramente recupererò gli altri libri di quest'autore.

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