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Un karma pesante
 
Un karma pesante 2010-11-09 19:20:27 lucaferri
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lucaferri Opinione inserita da lucaferri    09 Novembre, 2010
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Lettera aperta all'autrice di un capolavoro


Io ho adorato NON VI LASCERO' ORFANI perchè è un libro vero, sincero, scritto benissimo, pieno di frasi molto belle ed emozionanti che vanno dritte al cuore....un libro non facile che tu hai scritto spogliandoti completamente di tuoi segreti e di piccole intimità famigliari e rendendoci tuoi complici in un bellissimo percorso di vita.....
Ti giuro che ero proprio curioso di vedere come saresti uscita da due difficoltà...quella di ogni opera seconda, che deve bissare o superare il successo della prima, mettendo sempre in una situazione di disagio e di pressione psicologica...e quella di scrivere per la prima volta un romanzo, un libro dunque ben diverso e senza appigli autobiografici.
Daria hai scritto un capolavoro, credimi....
Sono completamente certo di quello che scrivo...non sono di sicuro un grande critico letterario, anche se ho sognato per tutta la vita e sogno ancora di fare il giornalista o lo scrittore, ma sono certo di rappresentare il lettore medio e questo libro è meraviglioso...
Eugenia è un personaggio fantastico, in cui è impossibile non riconoscersi, perchè, durante questa emozionante storia di vita lunga 30 anni, Eugenia siamo noi e, quando non lo siamo, rappresenta magari quello che avremmo voluto essere, i nostri sogni, la nostra voglia di mollare tutto e ripartire, le nostre angosce, le nostre infatuazioni, le nostre paure, gli amori che spesso non riusciamo a vivere del tutto e in cui rimaniamo invischiati, la voglia di vivere ma anche di sparire.
Eugenia mi è piaciuta da morire perchè è fragile, sempre sul punto di spezzarsi, ma è anche capace ogni volta di rinascere con una tenacia incredibile....quando si trova, unica informata, a sapere della malattia del padre, sembra crollare e scappa a Londra, ma in realtà la sua forza sta nel sapersi costruire in un attimo, e giovanissima, una vita in una città straniera...
Anche il fatto di licenziarsi due volte per ripartire con un nuovo lavoro e proseguire nel suo sogno (peraltro non chiaro in un primo momento neanche a lei, ma di sicuro qualcosa di più bello del presente) è veramente affascinante....
Eugenia è capace di lasciare un lavoro proprio nel momento in cui il capo comincia a prestarle attenzione (come nel giorno della nevicata oppure quando si inventa il cortometraggio a New York) e poi crede talmente in se stessa (pur avendo alle spalle solo uno spot pubblicitario di 30 secondi) da partire davvero per New York lanciandosi in un'avventura piena di incognite....
Ma ti innamori definitivamente di lei, se non l'hai già fatto all'inizio del racconto, quando una bugia raccontata ad Erica Jong diventa lo spunto per iniziare la sua carriera di regista.
E poi è fantastico il modo fresco e immediato in cui racconti, a partire dall'attacco di panico in aereo in cui Eugenia crede di morire....questo continuo flash-back, alternato al presente con Pietro e le figlie, rende la storia veramente emozionante e ti impedisce di abbandonare la lettura perchè il presente di Eugenia non è meno avvincente del passato.
Bellissimo anche il modo in cui introduci, con varie citazioni qua e là, il personaggio carismatico del Conte, romantico e tragico amore giovanile messo sempre a confronto con gli amori incostanti pre-maternità...il momento in cui dedichi un capitolo al loro amore e alla fine tragica dell'unico che faceva sentire Eugenia la "sua donna" è quello giusto e lo fai in modo perfetto.
E' rappresentato benissimo anche il personaggio del marito, che nel racconto di Eugenia, oltre che intelligente, riesce ad essere a suo modo ironico e rassicurante...si sente che dopotutto la ama e lei stessa riesce a trovare romantico il loro menage fatto di continui litigi.
Giusto anche dare risalto in copertina al dialogo con Alessandro, unico amore per cui Eugenia fa una follia economica e figura molto bella...la frase in cui lei dice che ha capito perchè lo amava è splendida.
Di grandissimo effetto il momento in cui Eugenia ha l'incidente, a cui segue nel capitolo successivo il ricordo dell'ospedale e della vecchia operazione di peritonite, che si dissolve nuovamente nel presente e nel coma attuale.
Un gioiello anche il finale, introdotto da quel viaggio a Venezia con Lucia, con quelle frasi bellissime di uno zio che forse l'aveva capita come nessun altro.
Vorrei parlare per ore del libro e di mille risvolti e mille frasi che mi sono piaciute tantissimo (moltissime me le sono scritte...) e se ti fa piacere lo farò....
Per ora ti ripeto solo che è un capolavoro assoluto e che l'unico modo per introdurre un'intervista a te in cui si parli di questo libro sarebbe..."alè Bignardi alè alè", come è stato detto per Piperno.
Complimenti Daria, non vedo l'ora di farmi autografare questa copia e di dirti di persona che sei una grandissima scrittrice!!!!

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