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Balharà
 
Balharà 2011-08-31 09:59:40 Giulia Di Carlo
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Opinione inserita da Giulia Di Carlo    31 Agosto, 2011

Profumi e colori di Sicilia

Balharà, Ballarò è un mercato del Centro storico di Palermo dall’aspetto simile a quello di un suk arabo. Qui, in un vicolo incuneato fra le viuzze del mercato, vive la Signora Pina, vedova cinquantenne e maestra in pensione, che continua, dopo quasi trent’anni, a confidarsi con la fotografia del marito Salvatore, morto prematuramente. Un incendio divampato fra le bancarelle del mercato costringe gli abitanti della borgata a sgombrare dalle proprie abitazioni. Quando tutto torna alla normalità è notte fonda e finalmente la Signora Pina fa ritorno a casa: lì, dietro la cabina dell’ascensore, trova nascosto un bambino. Lo porta in casa con sé e scopre che il piccolo è un extracomunitario. Decide di non avvertire la polizia, ma di indagare lei stessa su quel ritrovamento. Nessuno lo aveva visto prima . Si mette allora alla ricerca dei genitori e, intuendo che il caso è davvero complicato, decide di formare una squadra investigativa speciale. Così, con Ignazio il posteggiatore, il Cavaliere Boccafusca e Sebastiano, un giovane studente di giurisprudenza, tutti abitanti del vicolo, elabora un piano investigativo. Una trama ben congegnata che mette in evidenza la psicologia dei protagonisti: persone diverse, con diversa cultura, ma tutte accomunate dalla consapevolezza della non presenza delle Istituzioni e dalla abilità acquisita nel dover fare da soli. Così fra ”Gesù, Gesù!..” e “si prese di coraggio…” i personaggi si muovono su una scena dominata dal contrasto tra l’apparenza e la realtà, in un quartiere assolato e impregnato dei colori e degli odori della sicilianità. La protagonista, Pina, già conosciuta nel precedente romanzo “Vicolo San Michele Arcangelo” è una donna positiva e sospesa fra l’appartenenza agli affetti perduti e la voglia di vivere e di incontrarne di nuovi: è una maestra della sua borgata dato che ha imparato a districarsi tra quello che vi appare e quello che vi è. E’ una investigatrice pragmatica ma rispettosa anche delle miserie umane La storia è narrata con stile colloquiale ed è pervasa di sottile ironia sentita alla maniera pirandelliana come "avvertimento del contrario". Un libro avvincente e scorrevole, che si legge sorridendo e che, arrivati all’ultima pagina, fa desiderare che continui ancora…

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Vicolo San Michele Arcangelo
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