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L'assaggiatrice
 
L'assaggiatrice 2012-02-25 16:55:09 EvaBlu
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3.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
EvaBlu Opinione inserita da EvaBlu    25 Febbraio, 2012
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L'Assaggiatrice Assatanata

Prendete una come me. Una che in giovane età ha abbandonato la sua terra d’origine – a causa delle svariate ragioni di cui ci si fa scudo e si abbandona la propria terra al sud – per trasferirsi definitivamente altrove. Una che, tuttavia, la propria terra ha sempre continuato ad amarla, e di un amore infinito; ragione per cui ha sempre accuratamente evitato di imbattersi in quella letteratura in grado di riportarla a casa, vuoi per le ambientazioni, vuoi per l’abbondante utilizzo della lingua del posto.
- Leggiti Camilleri, è bello, non sai cosa ti perdi
- No, Camilleri no, non ci riesco proprio; tutto quel dialetto.
Ma a questo punto, la confessione è dovuta: una come me, Camilleri non lo legge perché è come ricevere un pugno di nostalgia allo stomaco: fa male, insomma.

Poi, un bel giorno, una come me, decide di ovviare alla regola e di leggere L’Assaggiatrice di Giuseppina Torregrossa. E all’inizio tutto è meraviglioso, così meraviglioso che quasi c’è da commuoversi: eccola la Sicilia, bella e profumata come una magnifica femmina al sole, fatta di usanze e tradizioni, veleggiata dalla musicalità della lingua, intrisa di sapori unici, incarnata dai visi volitivi e sensuali delle donne che da sempre ne rappresentano la forza.
Sicilia che è pure Anciluzza, abbandonata improvvisamente dal marito e che si ritrova da sola, disonorata e senza soldi, a dover provvedere a se stessa ed alle due figlie.

Le fondamenta della storia sono ottime, lo stile impareggiabile, le descrizioni dei personaggi veritiere oltre ogni aspettativa, i paesaggi sublimi, l’idea delle ricette locali, che intermezzano i capitoli, a dir poco squisita.

Non fosse che Anciluzza ad un certo punto si perde. Le basta metter su negozio, dove prende a vendere spezie e prodotti locali, e improvvisamente non è più lei. Anciluzza ha bisogno di sesso, e solo di quello. Se ne frega delle figlie rimaste senza padre, della nuova libertà conquistata grazie alla quale affermare il suo essere donna indipendente ed autonoma, della ricerca di un nuovo amore: Anciluzza cucina e gode, che sono le uniche due cose che le interessano. Il suo è un chiodo fisso, ed anche se le sue preferenze vanno ad Hamed, misterioso uomo di colore che ogni tanto compare nella sua cucina per nutrirsi e soddisfarla, non può certo disdegnare chiunque le capiti a tiro.

Così, ho finito per sviluppare una sorta di antipatia per questa protagonista tutta carne e poco sentimento, e non è per bigottaggine o puntiglio, ma proprio non ce l’ho fatta a sorbirmeli i suoi ghirigori mentali di donna-porno-assatanata.

Giuseppina, che ti devo dire, ho capito che tu di professione fai la ginecologa, ma avevi tra le mani i migliori ingredienti e te ne sei uscita con un piatto quasi immangiabile: troppo sale, troppo peperoncino, troppo olio ed una cottura eccessiva.

Consiglio il libro solo perché ben scritto e per le autentiche atmosfere che è in grado di offrire: sul contenuto ognuno giudichi da se.

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Commenti

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25 Febbraio, 2012
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Bellissima recensione Evuzza;scusa c'hai anche l'indirizzo della protagonista???ahhahahhahahahahahh
Io ho letto il libro l'anno scorso e devo dire che ho apprezzato il binomio sesso-cucina.....sarà perchè sono un ometto ? :).....in ogni caso credo che questo romanzo abbia l'indubbio pregio di evidenziare la rivincita di una donna emancipata che si ribella al maschilismo (spesso) ancora molto radicato in certe zone del Mezzogiorno.
Brava eva, sincera e pungente come sempre ;)

26 Febbraio, 2012
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Stile 4! ;-) Spero allora che Il Conto delle minne e Manna e miele, ferro e fuoco, della stessa autrice, non mi deludano.
Mi piace molto la tua descrizione della Sicilia, e non perchè io sia di parte. Brava!
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gio gio 2
26 Febbraio, 2012
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sempre brava e vivacissima !!!
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EvaBlu
26 Febbraio, 2012
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Grazie ragazzi!
@Grazie a Katia e a Gio :))
@Marcy niente, questa volta non posso aiutarti... :))
@Amy, io ho intenzione di leggere pure gli altri romanzi: lei è comunque bravissima, un vero talento! Vedremo :)
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EvaBlu
26 Febbraio, 2012
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@Topo, premetto che anche io apprezzo molto il binomio cucina-sesso, sono una grande assertrice di questa filosofia, senza contare che oso reputarmi una discreta cuoca (tra l’altro, conosco ed ho preparato più volte le ricette riportate nel libro; eredità di tutte le donne della mia famiglia ancora tutta residente in Sicilia:)) E diciamo pure che ritengo mangiar bene e far l’amore due delle cose migliori della vita. Tuttavia, io questa donna emancipata e che si ribella al maschilismo, nella protagonista del libro, non l’ho vista proprio. Anzi, credo sia stato proprio questo elemento ad infastidirmi. Ci vuol ben altro che consumare un po’ di sesso lontano dagli occhi dei propri concittadini per cambiare una realtà che, credimi, conosco molto bene. E poi, cerco di tenermi stretta per non cadere nella trappola dello spoiler, tu Anciluzza non gli dai una gran botta in testa ad Hamed nel momento in cui ti racconta la sua storia? Che per caso lui s’è comportato diversamente da tuo marito? E il test allo “scecco”, dove dovrebbe andare a parare? Nella lotta al maschilismo?.. Senza toccare il tasto della completa mancanza di passionalità, che mi piace definire intima, che è tipica delle donne del sud, e di quel menefreghismo assoluto nei confronti delle figlie che se non c’erano era pure meglio.
Ci ho vissuto fino a diciotto anni in un paesino piccolo dell’entroterra siculo e ti posso assicurare che di donne capaci di amare e che hanno alzato la testa ed hanno detto di no all’assolutismo maschile, ne ho viste, conosciute ed incamerate come si incamera l’aria; e nessuna di loro mi è tornata in mente leggendo dell’assaggiatrice.
Ma si sa, gli effetti di un libro sono una cosa soggettiva e personale. Ed è bello che sia così : )) Grazie infinite per avermi dato la possibilità di parlarne :)) E scusa se mi sono dilungata: io ne scriverei per ore della mia terra :)
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Cristina72
27 Febbraio, 2012
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Sono d'accordo: la bulimia sessuale non ha niente a che vedere con l'emancipazione femminile.
Riguardo alla Sicilia, bisogna dire che da lontano si tende un po' a idealizzarla. Una mia amica vive a Roma da anni e la scorsa estate voleva portarsi dietro una foglia di fico d'India per coltivarla in balcone :-)
ah ah ah a quanto pare ho scatenato un putiferio :-))))...W il dibattito, vuol dire che c'è interesse sul tema! ..... come dici giustamente tu gli effetti di un libro sono (anche) una cosa soggettiva e personale. Io cmq non credo che Ancilluzza debba risultare per forza simpatica e considerata come un modello positivo, anzi tutt’altro ! In ogni caso ritengo che la Torregrossa abbia voluto mandare un “messaggio nella bottiglia” e parlare della sua terra, dei suoi problemi, a modo suo con questo personaggio. Poi ognuno è giustamente libero di interpretare e vedere ciò che vuole, come ad es. il tema dell’emancipazione che peraltro ho trovato spulciando qua e là su Internet nelle recensioni su questo libro scritte da alcuni giornalisti.
Ciao a tutti ! :-)
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EvaBlu
27 Febbraio, 2012
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Ragazzi, ci risentiamo alla prossima rece sulla Torregrossa :)) Io comunque voglio continuare a leggerla :))

Criiiistinaaaa! Io ce l'ho il fico d'india sul balcone a Roma! :)))... Però purtroppo i fichi non li fa, mischino :((

Un abbraccio a tutti!
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