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Navigazione lungo il fiume di vino bevuto
Leggo "aspro e dolce" e cambio l'idea che del Maestro Mauro Corona avevo. Non tramuta ne in meglio ne in peggio. Cambia e basta. Mi accorgo che lo scalatore-scultore-scrittore ha trascorsi da simpatico delinquente, pratico di scazzottate, di pazzie e di bevute. La dura vita montanara funge da miccia di una bomba carica di alcol (etilico, naturalmente). Leggo, sorrido, anzi rido. Rido scoprendo le avventure vissute da Mauro, mi diverto perdendomi nelle sue parole ricche di similitudini e paragoni di vita concreta e dura. Ma soprattutto sogghigno nello scoprire che si è mangiato un canarino vivo, che ha tagliato l’uscio di casa con la motosega, che ha vomitato in un noto ristorante perché sbronzo da far paura. Penso proprio che il titolo di questa sua opera dedicata all’amato-odiato dono di Bacco sia il riassunto azzeccato della sua giovinezza.
Sulla falsariga di “nel legno e nella pietra” Mauro Corona continua nel suo viaggio autobiografico con il consueto stile asciutto e semplice, tipico di quell’uomo intelligente conscio di ciò che è giusto o sbagliato, ma che spesso non riesce a mantenere il legittimo distacco tra le due condizioni.
Da leggere assolutamente.
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