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Vite doppie
 
Vite doppie 2013-08-17 17:56:27 Fabrizio
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Opinione inserita da Fabrizio    17 Agosto, 2013

Vite Doppie

Mario Caccavale cambia: si trasforma da Romanziere in Drammaturgo.
Grazie ad una fluida e veloce lettura della sua ultima opera Vite Doppie, il lettore è catapultato al centro di una piece teatrale dai sapori Pirandelliani di uno nessuno e centomila, o meglio al Teatro dell’Assurdo di Ionesco con gli attori che dimostrano di non volere combattere i propri mostri, i propri “rinoceronti”.
A questo punto si è già ampiamente appagati da questa miscela originale e l’attento lettore, alla fine del libro, ne porterà con sé una persistente sensazione.
Ma vi è di più.
E’ il secondo livello di lettura del dramma che ne fa un’opera molto più interessante quasi da assaporare come un Antico Toscano.
L’autore contrappone con un fine intreccio quattro personaggi della vita comune con i loro dilemmi e le loro colpe ed alcune capitali del Mediterraneo ognuna di loro metafora dei problemi sempre attuali e mai risolti come l’Autocrazia, la teoria dell’evoluzione della specie, l’occidente epicureo. La doppiezza delle figure narrate e delle capitali costiere descritte fa il pari con la storica visione duale del mondo.
Il Solfureo Leo costringe i crocieristi a denudarsi ed ad accettare che le apparenti piatte vite borghesi sono solo l’immagine riflessa e virtuale della loro esistenza. Ognuno di loro è custode di un segreto/mistero, a cui sono legati per una strana analogia. Un commissario favoreggiatore, un farmacista dispensatore di morte, una attrice che istiga al suicidio. Tutti temi molto attuali e che sono lo specchio dell’attuale società. Ecco che lo speculum, mezzo di duplicazione della realtà, raddoppia l’individuo. Resta da scoprire se il reale è il soggetto riflesso o il riflesso dello stesso. Se il tutto avviene fuori o dentro lo specchio, ovvero se la storia si svolge effettivamente o in un luogo/non luogo come lo yacht Money.
L’ultimo livello è quello personale, quello che ognuno di noi vuole o può interpretare nelle righe dell’opera riconoscendo fatti o mancanze della propria Vita solo dopo essersi fatto la domanda socratica: Conosci te stesso ?
E questo è un altro romanzo.

FF

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Commenti

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Ottima e intelligente recensione. Quindi "mi piace".Mi limito solo ad osservare : "Per favore, non tiriamo in ballo Pirandello" ,- da sempre con Kafka il mio autore preferito . E i "sapori pirandeliani " sono piuttosto evanescenti...
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