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Splendore
 
Splendore 2014-01-31 11:34:27 AndCor
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
AndCor Opinione inserita da AndCor    31 Gennaio, 2014
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Due gocce brillanti in un oceano stanco e opaco

Guido e Costantino sono i due protagonisti omosessuali di questo romanzo dai toni forti e pungenti. Due protagonisti dai caratteri e dalle esperienze di vita opposte, ma ai quali il destino sussurrerà la necessità di legarsi in un rapporto unico ed indissolubile che nessuna componente fisica dovrà mai scalfire.
E la penna della Mazzantini è contemporaneamente infida, perfida e mediatrice nel far conoscere i due ragazzi, nel farli dichiarare l'un l'altro e nell'iniziare così un vorticoso trovarsi, perdersi, ritrovarsi, riperdersi, per poi rincontrarsi e riallontanarsi nuovamente. Come se un destino masochista voglia spudoratamente prendersi gioco dei due amanti, burattini da manovrare mediante invisibili fili che si allungano e si accorciano a proprio piacimento.
Almeno sino a quando non sopraggiunge un finale contraddittorio, più amaro che dolce, che inevitabilmente spiazza un lettore ormai attento ed affezionato ai due amanti, ma che tuttavia vuole lasciarci con una lezione di vita basata sulla speranza, sul sogno e sulla certezza che tutto questo non può e non deve finire.

La drammaturga italiana cuce le vicende del suo libro regalandoci un affascinante tour intercontinentale: toccheremo sporadicamente l'America, attraverseremo una Londra rilucente, descritta dal narratore Guido come 'Un luogo aperto e caotico dove potermi nascondere e respirare...', passando per una Roma in abito da sera e brulicante di vita, fino ad una Matera sfuggente e ad un lembo di terra calabro-lucano tradizionalista e tanto, troppo integralista per accettare un rapporto così 'diverso' dai consueti canoni prestabiliti. Sempre che si possa parlare di schemi e di razionalità in un argomento irrazionale e imprevedibile quale è l'Amore.

Parafrasando il titolo, lo stile, indubbiamente splendido, si può definire come il "miglior punto di forza" del romanzo.
Perché il ritmo è fluido, il lessico è accattivante e ricco di fascino, il linguaggio varia in maniera perfetta dal colloquiale al formale sino al lirico, e l'esperienza cinematografica dell'autrice regala quel tocco di charme in più ad una lettura davvero piacevole e qualitativa.
Focalizzandoci sugli aspetti prettamente tematici, possiamo parlare di un'indignata Mazzantini che vuole tanto provocare noi lettori quanto denunciare una società moderna tanto, troppo esasperata ed ancorata alle maschere novecentesche del Pirandello che fu.
Perché i due protagonisti si chiedono con sofferenza e rabbia se 'Avremo mai il coraggio di essere noi stessi?', ma è un quesito che l'autrice vuole allargare anche a ciascuno di noi. Per farci comprendere appieno quale sia il valore delle nostre idee, dei nostri usi e costumi, delle nostre qualità, dei nostri pensieri e dei nostri modi di essere. Mettendo da parte, per una benedetta volta, il confronto conformistico col mondo per poter così apprezzare ogni singola sfaccettatura della nostra esclusiva soggettività.
Semplicemente 'Perché il vero scandalo sarebbe non aver cercato se stessi. E alla fine sappiamo che ognuno di noi può essere soltanto quello che è. E che il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità.".

Un libro di ricerca interiore, di analisi esistenziale, che vuole stimolarci ad abbattere le barriere di una vuota e anonima retorica al fine di scavare a fondo e recuperare la nostra essenza più pura, il nostro noumeno più recondito. Il tutto circondato da una linda introspezione e da una immensa sensibilità della Mazzantini nello scandagliare una questione tanto attuale quanto delicata che accompagna non solo il protagonista lungo tutta la sua vita, ma che è oggi parte integrante di tante persone senza nome e senza volto costrette spesso a sopportare in silenzio i pregiudizi di una società ipocrita ed improntata su un concetto di 'rispetto ed accettazione del prossimo' alquanto discutibile. Senza dimenticare le magiche ambientazioni di sfondo, delle quali una penna di grandissima qualità lascia indelebili tracce tanto nei personaggi quanto in ogni persona che legge questo romanzo.

Perché 'è su questo tavolo di metallo sporco che si consuma l’amore, è su questo mare silenzioso e rapito come noi, è tutto questo il nostro splendore'.

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