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Tutto torna
 
Tutto torna 2014-02-10 19:35:25 BettiB
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
BettiB Opinione inserita da BettiB    10 Febbraio, 2014
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Manca il senso

Io non ho capito. E' quello che mi viene da dire su questo libro. Un commento onesto e privo di qualsivoglia malizia, perché tutti gli altri libri della Carcasi per me sono stati amore puro. Ma questo no. Perché non l'ho proprio capito. E non credo a chi mi dice “Forse è uno di quei libri che per essere capito va riletto più volte”. No. Continua a non avere senso.

E' la storia di Diego, uomo metodico e super organizzato, che vede il mondo attraverso schemi e categorie lessicali. E' la storia di sua madre che si dimentica le cose, di lui che la accudisce senza nessun tipo di sentimento in mezzo – non per mancanza di umanità, ma per mancanza di parole dell'autrice. Diego conosce Antonia, che smorza un po' la meccanicità della sua vita e penetra nella coltre di regressione infantile della madre. Anche per questo rapporto la Carcasi non spende parole.
Ho tanto amato le belle frasi poetiche e le metafore delicate ma perfette dei suoi libri, che qui mancano del tutto. La visione meccanica e fredda di Diego anestetizza tutto, e non ci sono parole per spiegare i sentimenti o le situazioni. Viene tutto lasciato all'intuizione del lettore, ma l'effetto è artificioso, superficiale, finto. Diego sembra anaffettivo, non si riesce a prenderlo in simpatia, né con tenerezza. Né altro. Non si afferra, non si capisce. Non c'è un bisogno primario, non c'è uno svolgimento coerente, non c'è una vera storia. C'è un incontro, una vita che scorre, dei sentimenti inespressi. Boh.

La fine, soprattutto, non ha né capo né coda. Bruciato sui tempi, liquidato in poche pagine, senza il minimo senso logico, sconnesso dal resto. Manca addirittura la “morale” tipica della fine delle storie della Carcasi. Il lettore rimane lì, con ancora l'ultima pagina aperta, cercando di capirci qualcosa... ma niente. Come se avessimo guidato tranquilli beati a 50km all'ora su una strada dritta, tutto liscio come l'olio, al limite della noia ma con la promessa di una meta mozzafiato alla fine della strada e invece... BUM. Un muro di cemento insensato e brutto. Sono rimasta delusa.
Io non ho capito.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Consigliato a chi ha letto...
Meglio di molte cose che si trovano in libreria al giorno d'oggi, ma sicuramente non il migliore dell'autrice.
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110
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Commenti

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Ah guarda, se ti consola non lo ho capito nemmeno io !
Il mio primo Carcasi, anche l'ultimo.
In risposta ad un precedente commento
BettiB
13 Febbraio, 2014
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Ma no! Non dovresti fermarti a questo!! Io sono di legno è un capolavoro in confronto!!

14 Ottobre, 2017
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Secondo me se non avete capito il fine e la logica di questo romanzo, c'è un problema di fondo e avete scarse capacità di comprensione del testo. Questo romanzo tratta diversi argomenti: l'assenza di un padre, l'Alzheimer della madre, le badanti profittatrici, il vizio della bugia e la paura del "buio" e un amore che va oltre i confini. La storia ci lascia intendere come niente è perfetto, non è tutto oro quello che luccica e di non fare di tutta l'erba un fascio. Okay, che Antonia aveva sta cosa di imbrogliare a "fin di bene", ma Diego aveva perso la sua fiducia in lei, perfino quando lei ammise di avere il cancro a seno, lui a stento ci credette e per questo volle ripagarla con la stessa moneta: "Ti vengo a trovare. Te lo prometto". E poi? Non è mai andato a farle visita. E poi? È morta. E poi? Riscopre che le badanti davvero pizzicano il braccio della madre per farla mangiare, che davvero vi era un drogato del gioco d'azzardo che sapeva indovinare il colore della biancheria intima. In definitiva, Diego si accorse che la loro relazione era autentica, Antonia con lui era VERA. Ma se ne accorse troppo tardi.
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