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La gemella H
 
La gemella H 2014-08-20 09:11:19 annamariabalzano43
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    20 Agosto, 2014
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La gemella H di Giorgio Falco

Un romanzo che rompe gli schemi sia dal punto di vista della tecnica narrativa, sia per la forma espressiva, rigorosamente legata al contenuto.
La vita della famiglia Hinner si dipana sullo sfondo di un secolo di storia, all’ombra del fascismo e del nazismo. Ciò tuttavia non fa de “La gemella H” un vero romanzo storico. L’importanza degli eventi emerge nel momento in cui essi diventano determinanti nel delineare quel modello vincente, così ben rappresentato dall’ “uomo di Lenhart”. La creazione di Falco di questo stereotipo così perfettamente aderente alle immagini divulgate in certi manifesti pubblicitari dell’epoca fascista in cui si esaltavano le doti fisiche e estetiche dell’individuo, specchio di un ordine morale indiscusso e indiscutibile, è perfettamente funzionale al racconto che vede Hans Hinner concentrare le sue energie e dedicare la sua vita a trasformare l’impegno in lucro.
Nel mondo di Hans tutto diventa merce, ogni cosa viene valutata col metro del profitto e del guadagno. Persino la sua attività di giornalista assume un aspetto mercificato: “Anche da giornalista….ero solo un venditore, suggerivo discorsi a funzionari provinciali….”
In questo clima crescono le due gemelle Hilde e Helga, simili nell’aspetto, ma diverse nel carattere. Ciascuna reagirà a suo modo al mondo esterno. Hilde non lo accetterà mai veramente. Ed è qui che la forma espressiva si rivela estremamente importante e significativa. La prosa di Falco diventa quasi un succedersi di singulti, procede per liste, elenchi di cose e azioni con pause scandite dal punto. In questo deserto dei sentimenti anche il linguaggio diventa frammentario, risponde alla realtà che esprime.
Ed è proprio questa assenza di sentimenti che caratterizza i personaggi di Falco, che si muovono in un mondo dove “non c’è Amore, solo amore.” Non a caso la descrizione della morte della madre Maria prima e del padre Hans poi assume a tratti toni grotteschi.
Gli stessi personaggi di Francesco e Franco, gli uomini di Hilde e Helga, interpretano gli aspetti negativi delle due classi sociali a cui appartengono.
Francesco, chirurgo estetico, figlio di un celebre medico fascista, ossessionato dalla perfezione, sottopone la bella moglie a un intervento destinato a fallire. Questo eccesso di zelo, un vero peccato di hybris, ricorda in qualche modo, una celebre novella di Nathaniel Hawthorne “The birthmark”.
Franco, invece, di umili origini, si rivela un egoista arrampicatore sociale.
Sarà solo nel momento in cui le gemelle incontreranno il vero dolore, che la forma espressiva ritroverà la sua armonia, come già avvenuto nel monologo interiore di Hilde, colpita dalla scelta di Helga di legarsi a Franco. Ed è qui una delle caratteristiche più originali di questo romanzo. Falco inverte la consuetudine del romanzo del primo novecento, in cui il flusso di coscienza procedeva disordinatamente come procede il pensiero. Qui, al contrario, esso recupera l’ordine smarrito, nel momento stesso in cui recupera l’interiorità dell’uomo, i suoi sentimenti inariditi dagli eventi, dalla perdita delle ideologie e la prosa ritorna a essere armoniosa.
Un romanzo importante, che tuttavia offre una visione del mondo assai amara che non lascia spazio alla speranza, indispensabile all’uomo per sopravvivere, pur nella consapevolezza e nel rispetto della verità.

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Commenti

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Anna Maria, la tua recensione e' un bellissimo esempio di critica letteraria d'autore.
Voglio riportare una frase di H. Bloom : '' ... I più' grandi scrittori (...) trovano un equilibrio (...) che consente alla saggezza prudenziale di coesistere con alcuni accenni di speranza '' .
Grazie, Emilio. Il tuo apprezzamento mi gratifica molto.
Anna Maria, ho questo romanzo... sai che non riesco a farlo decollare?
Sicuramente è colpa mia, sono su un'altra lunghezza d'onda in questo momento... Il tuo commento sarà uno sprone :-)
Ciao
Si, forse, Bruno, bisogna superare la prima parte, più arida... Certo non è proprio una lettura amena, ma è sicuramente un testo degno di rilievo nella panoramica della narrativa italiana. Sono certa che lo troverai interessante.
Sono veramente incantata dalla tua analisi, Anna Maria!
personalmente è uno dei migliori romanzi che io abbia letto quest'anno e vedo che concordi col mio pensiero :-)
Si, Silvia, concordo in pieno. Un romanzo originale che si distingue tra tutti. Mi auguro che abbia il successo che merita.
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