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Cuore primitivo
 
Cuore primitivo 2014-09-27 07:45:28 silvia71
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
silvia71 Opinione inserita da silvia71    27 Settembre, 2014
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Cuore primitivo

Da pochi giorni è possibile leggere l'ultimo romanzo di Andrea De Carlo, “Cuore primitivo”.
Ad una primissima analisi, il romanzo appare proseguire le riflessioni dell'autore intorno alla società attuale, le cui basi sono state ben gettate con il precedente “Villa Metaphora”.
Tuttavia in questa prova narrativa De Carlo sembra perdere il bandolo della matassa o meglio, sembra avventurarsi lungo un percorso senza averne delineato a sufficienza le tappe.
Siamo veramente lontani un abisso dalla complessità di costrutto del precedente romanzo, siamo in una terra di mezzo in cui s'intravvede luce all'orizzonte ma si fatica a veleggiare.

Antropologo lui, scultrice lei, sono le due figure trainanti dell'intero racconto; una coppia il cui rapporto si è raffreddato, un piccolo paese ligure, una vacanza estiva, incontri imprevisti.
La narrazione langue fin dalle prime pagine, gli eventi sono stereotipati e prevedibili, le incursioni dell'autore su tematiche antropologiche e sociali sono fredde e didascaliche.
Un romanzo mal congegnato, in cui i personaggi anziché seguire un processo di evoluzione, sembrano involvere arrancando sul terreno melmoso della mediocrità.
Tra gli argomenti seminati tra le righe ma incompiuti vi è quello della propensione naturale dell'uomo a determinati comportamenti, insomma quel cuore primitivo che dà titolo al romanzo e di cui sarebbe stato interessante approfondirne gli aspetti sul piano umano e sociale.

Un'occasione perduta per De Carlo per continuare a raccontare un pezzo di attualità, per scavare in profondità nel cuore primitivo dell'uomo; l'operazione non vuole essere semplice tuttavia il lettore cerca questo tra le pagine di un libro, cerca vita e calore, cerca sentimenti ed emozioni.
La stesura di questo ultimo romanzo appare figlia della fretta, generando una mole di pagine che se passate al setaccio lasciano pochissimi granelli di riflessione.

Attendiamo De Carlo alla sua prossima prova, in quanto le sue capacità narrative non si esauriscono qua, ma possono confezionare romanzi di ben altra fattura.

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Commenti

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Molto ben argomentata la tua critica...le cose figlie della fretta non riescono mai bene...
Complimenti, Silvia, per l'elegante stroncatura.
La fretta in letteratura è assai disdicevole; penso sia un grave problema dell'editoria attuale (almeno, di quella italiana): se un autore deve sfornare un libro allo scadere di ogni anno, che cosa può uscirne di buono? Pensiamo alla lunga 'gestazione' , alle riscritture dei romanzi che più amiamo...
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enricocaramuscio
27 Settembre, 2014
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...proprio vero Emilio...il guaio è che ormai, purtroppo, comanda il mercato...
siti
27 Settembre, 2014
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Che peccato, avevo recentemente pensato di conoscere le sue ultime produzioni visto che non lo leggo dai tempi dei suoi primi successi, ma ero decisamente più giovane, contenta almeno di sapere che ha qualche buona produzione alle spalle, prima di quest' ultima.
Mi spiace per queste penne veloci ad uso consumistico e condivido la riflessione di Emilio e dei lettori stanchi di quei rari granelli di riflessione ( spesso mal gestiti) di cui parlavi tu.
sono veramente dispiaciuta quando gli autori cadono nella trappola della politica editoriale....
Mian88
29 Settembre, 2014
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Che peccato, l'idea ed i presupposti sembravano buoni.. Bella analisi Silvia :)
Mi sa che De Carlo colleziona occasioni perdute...
In risposta ad un precedente commento

27 Novembre, 2014
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Ho letto tutti i libri di De Carlo, Cuore primitivo approfondisce le tecniche di prospettiva degne di analisi da parte delle scienze sociali, ora umane. Cita autori di tutto rispetto per chi li conosce. Un libro che mi ha coinvolto senza noia intermittente, come mi capita con altri autori ;.)

27 Gennaio, 2015
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Silvia, con le tue argomentazioni mi pare che cada anche tu nel mancato approfondimento di cui accusi l'autore. Ciò è evidente quando affermi che "le incursioni su tematiche antropologiche e sociali sono brevi e didascaliche", come se quelle incursioni fossero il linguaggio dell'autore e non l'indiretto libero con cambio di prospettiva scritto sì in terza persona ma simulando il punto di vista del personaggio di cui in quel momento si assume la prospettiva, ovvero il freddo e didascalico antropologo Craig Nolan. La narrazione "telescopica", con cambio di prospettiva, è infatti la tecnica narrativa di tutto il romanzo, come è evidente fin dall'inizio, nonché la caratteristica più saliente e interessante, insieme ai temi (secondo me ben sviluppati in una trama che rappresenta una situazione umana, pratica: è un romanzo, non un saggio) della psicologia evolutiva e l'efficace giro metaforico intorno alla ricostruzione del tetto della casa e non delle fondamenta.
In risposta ad un precedente commento

18 Aprile, 2015
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Excuse the English but my reading capacity in Italian is greater than my writing. I agree with your defence. My view is that in a romanzo you want a good story and something to make you think. Andrea de carlo never disappoints on this criteria. He also makes you laugh. The book does have weaknesses (my compatriots suffered some stereotyping!) but Craig Nolan is a credible character within a'campus novel' genre. Ivo and mara a bit less credible but hey, it's a story. They can be a bit unreal.
I liked the roof metaphor, the obsession with cats and Laura 's sexy underwear. I liked the complete ridiculousness of Nolan. But what did Mara ever see in him!
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