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Le ragazze di Sanfrediano
 
Le ragazze di Sanfrediano 2015-04-12 10:31:41 enricocaramuscio
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    12 Aprile, 2015
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Aria popolare e personaggi pittoreschi

Tra la riva sinistra dell’Arno e la chiesa del Carmine, sotto l’ombra di Palazzo Pitti e dei bastioni medicei, si stende il rione fiorentino di Sanfrediano, con le sue strade popolate come formicai, l’aria malsana del Deposito Centrale delle Immondizie, le case di pietra ammassate l’una sull’altra e le piazze vaste ed ariose come campi d’arme. Siamo nel primissimo dopoguerra, le gesta partigiane sono ancora vive nell’animo dei sanfredianini e fortissima è la voglia di rinascere dopo il buio del ventennio. Per le strade del quartiere spadroneggia il giovane impiegato Aldo Senise. Bello, atletico, elegante, soprannominato Bob per la spiccata somiglianza con l’icona del cinema Robert Taylor, il ragazzo fa strage di cuori tra le giovani fanciulle attirandosi l’ammirazione e l’invidia dei compaesani. Per questo rubacuori di quartiere, Sanfrediano rappresenta un albero fiorito su cui gli basta porre lo sguardo e allungare la mano perché anche i ricci più serrati si dischiudano al suo contatto. Così, forte del suo ascendente sul gentil sesso, il bel Bob si crea una sorta di harem, amoreggiando contemporaneamente con più ragazze, sempre pronto a nuove conquiste ma ben deciso a non rompere i rapporti con le altre. Il suo gioco però non può certo durare in eterno e ben presto il nostro dongiovanni si troverà a fare i conti con il carattere, l’orgoglio e la determinazione delle ragazze di Sanfrediano. Brioso, arguto, divertente, il romanzo di Pratolini ci porta tra le strade di un quartiere che diventa il vero protagonista della storia, con la sua aria popolare, i personaggi pittoreschi e la parlata dialettale che influenza positivamente la prosa. La trama risulta ironica e avvincente, la lettura procede piacevole e vivace fino ad arrivare ad uno spassoso finale in cui si percepiscono pienamente i primi segni del processo di emancipazione femminile, con la donna pratoliniana che tira fuori gli artigli mettendosi faccia a faccia con gli uomini. Inevitabile infine il parallelismo tra il rione fiorentino e l’Italia intera, perché appare palese come la vitalità, l’allegria, la voglia di vivere della simpaticissima gente di Sanfrediano incarni il bisogno di una nazione martoriata da vent’anni di regime di rifiorire, di ritrovare il piacere per la vita attraverso la leggerezza, i giochi e soprattutto l’amore.

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