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A ciascuno il suo
 
A ciascuno il suo 2015-12-23 14:10:31 lapis
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
lapis Opinione inserita da lapis    23 Dicembre, 2015
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Una leggerezza che pesa come un macigno

Quando leggi un romanzo come questo ti rendi conto che la parola capolavoro andrebbe centellinata. Usata solo nei rari casi in cui la profondità di contenuto si accompagna davvero a una penna straordinaria, essenziale nella sua densità, intensa e allo stesso tempo piacevole. Così si potrebbe dire, senza rischiare di cadere nella banalità, che “A ciascuno il suo” è un vero capolavoro.

Tutto parte da un mistero, una lettera anonima contenente una minaccia di morte e un duplice omicidio in cui non si capisce quale sia la vittima predestinata. A indagare non è un efficiente poliziotto bensì un tranquillo e timido professore di italiano, guidato, tra l’altro, non da idealistica aspirazione alla giustizia ma da semplice, e un po’ ingenua, curiosità. Facendo così leva sui meccanismi del giallo, Sciascia costruisce una narrazione scorrevole e incalzante che facilita l’accesso a un tema scomodo e amaro quale la denuncia sociale di una Sicilia di omertà, ipocrisia, corruzione e assuefazione alla connivenza malavitosa.

E’ proprio il connubio tra l’ombra della mafia, che aleggia pesante come un macigno, e una scrittura vivace e ironica, di dialoghi brillanti e ricercata leggerezza, ad incatenare e stupire. Bellissime le atmosfere: i pettegolezzi al circolo, le chiacchiere in piazza al calar della sera, il decadente caffè Romeris avvolto nella polvere del suo antico splendore. Ben caratterizzati i personaggi, persino quelli che non fanno più di una veloce apparizione, che vanno a delineare le diverse sfaccettature dell’animo siciliano: furbo, rassegnato, lucido, divertito, corrotto. Ricchissime inoltre le citazioni letterarie.

Cosa manca a questo romanzo? Forse speranza. Se anche la Sicilia del commissario Montalbano è abitata da politici corrotti, religiosi conniventi, donne sensuali dal fascino ambiguo, alla fine, pur senza sgretolare i cardini del contesto sociale, viene offerta una qualche forma di giustizia. Qui no. Non c’è eroe. Non c’è giustizia. C’è solo una verità cui aspetta un destino di silenzio. C’è solo la realtà, dolorosa nella sua estrema attualità, a mezzo secolo di distanza.

Da leggere, assolutamente.

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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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Hai ragione è proprio la speranza che manca, e la giustizia.
E' la caratteristica di Sciascia: ti lascia con l'amaro in bocca!
Complimenti, davvero una bella recensione!
Ciao.
Condivido la tua valutazione. Fra quelli che ho letto, questo per me è il più bel libro di Sciascia. Certo, i capolavori devono aprire uno spiraglio alla speranza. Gli scrittori siciliani sono pessimisti. La loro terra ha subito molti cambiamenti, senza essere intaccata nel profondo.
SARY
24 Dicembre, 2015
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Bel commento!
lapis
24 Dicembre, 2015
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Grazie mille a tutti voi! Ammetto che è il primo romanzo di Sciascia che leggo ma mi ha sicuramente fatto nascere la curiosità di approfondire. Anzi, eventuali consigli sono ben accetti :)
E Buon Natale!
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