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La chimera
 
La chimera 2016-11-01 16:21:46 cinecris
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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cinecris Opinione inserita da cinecris    01 Novembre, 2016
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La strega di Zardino

Per Vassalli la Storia possiede le smisurate fauci di un organismo che impersonalmente crea e distrugge se stesso con volontà impassibile e ostinata, concedendo alle comparse che siamo l’illusione di sentirsi protagoniste di trite vicende che non possono guidare.
In questa circolare danza di vita e di morte ad essere stritolati per primi sono i figli più innocenti ad opera dei più avidi e cinici, pronti a dilaniare e dilaniarsi per rimanere aggrappati ai bordi del tempo un secondo più degli altri, prima di essere annegati a loro volta nel silenzio.
Vassalli dirada le nebbia dell’alta padana novarese per fare riemergere, effimera come l’abbaglio del sole nell’acqua delle risaie, la storia vera e dimenticata di una giovane innocente che per poco fu sulla bocca di tutti come la strega di Zardino. Antonia è la vittima della macchina spietata che tiene insieme la grandi ruote della storia del Seicento, gli Spagnoli, la Controriforma, l’Inquisizione e i cardinali riformatori, ma anche i minuti ingranaggi del potente di provincia che si sente legibus solutus e l'ignoranza invidiosa del piccolo uomo, che gode della disgrazia rovinosa di una ragazza le cui uniche colpe sono la bellezza della gioventù e l’esuberante intelligenza. Una storia antica, di cui Antonia rappresenta solo una delle innumerevoli variazioni che sono state, e che saranno.
Il romanzo ha uno stile linguistico pulito, a volte secco ma mai piatto, che risente anche della parlata regionale. Felicissimo poi è l’uso dell’ampio sguardo del narratore onnisciente in cui si palesa lo scrittore stesso, riuscendo nella bella impresa di portare il lettore dentro e fuori del racconto, attraversando metaforicamente la nebbia che separa gli uomini e le donne che abitarono Zardino dalla nostra civiltà rumorosa, dove, ignari di ciò che è accaduto, distratti automobilisti inseguono i loro affanni sulla Torino-Milano. In queste efficaci emersioni nel presente le parole di Vassalli si fanno amare, venandosi di un pessimismo sciopenauriano che non s’impone al lettore ma rimane discreto contrappunto a questa storia semplice, cui fanno da sfondo le vicende di un secolo determinante per la storia italiana.

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