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La prima verità
 
La prima verità 2016-11-21 11:11:39 Antonella76
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    21 Novembre, 2016
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È tutto vero, anche quando non lo è...



Ho finito il libro, l'ho chiuso e l'ho riposto in libreria...ma io sono rimasta incatenata qui, a Leros, in quest'isola maledetta dimenticata dal mondo e da Dio.
Con i matti.
In quest'edificio, con occhi neri e bocche sdentate, dove non batte mai il sole.
Sono inchiodata, impaurita e ghiacciata, con tutti coloro che qui hanno trovato l'inferno...
...con chi si mette un sasso in bocca per tenere al sicuro le parole, parole che comunque hanno smarrito la strada per uscire fuori dalla bocca.
...con chi ha smesso di credere in Dio, perché lo ha visto morire in un pomeriggio di Settembre.
...con chi vede i mostri, ha paura del buio e grida nel sonno.
...con chi lascia questo mondo così come ci è venuto: senza denti, né parole, né consapevolezza...e sulle labbra una sola parola..."mamma".
...con chi si è lasciato prendere dal mare, perché sopraffatto dalla violenza di chi matto non è. No, matto no, ma disumano sí.
...con chi scrive poesie bellissime e poi le nasconde sottoterra.
...con chi ha dentro di sé il dolore più grande del mondo perché ha visto succedere cose contro natura...e non sa perdonarselo.
...con chi si è perso in un "altrove" non più raggiungibile. E muore senza più avere un nome, né una storia.
C'è chi muore una volta sola e chi, come coloro che sono stati confinati a Leros, nell'edificio di Lepida per malati di mente e prigionieri politici, muore continuamente, ogni giorno.
E ogni notte.
E dovranno morire tante e tante volte prima di poter morire davvero.
Un libro che fa male, che scoperchia la botola che chiude ermeticamente il problema del disagio mentale.
La pazzia, la follia....cosa sono esattamente?
Un libro sui muri che si costruiscono per separare i sani dai malati, ma soprattutto su quelli che s'innalzano nella testa, e che non vengono giù neanche a suon di picconate.
L'autrice, alla fine, ci dona anche una piccola parte di sé. Dolorosissima.
Lei che la "pazzia" l'ha vissuta molto da vicino.
Ed ha cercato di capirla, di guardarla in faccia.
L'eredità della follia di una madre è un fardello troppo pesante da portare: erigere quel famoso "muro" per proteggerla, per essere sempre insieme, sole.
Ma in questa solitudine c'è uno dei due che è più solo dell'altro: la mamma aveva lei...ma lei non aveva più la sua mamma.
E i bambini non salvano gli adulti.
I bambini, in quanto bambini, non possono e non devono salvare nessuno.

"Tutti i malati di mente, i pazzi, i diversi, gli inquieti, i maniaci, gli psicopatici, gli ansiosi, i depressi, i suicidi, i morti in vita, i mostri del passato sono qui.
Ognuno racconta i suoi bisogni, e i sogni, gli incubi, i desideri, la sua versione dei fatti e hanno tutti ragione perché una prima verità non esiste da nessuna parte.
È tutto vero, anche quando non lo è."

Un libro duro e dolorosamente bello...un libro necessario, da cui non riesci più ad uscire.
A meno che tu non sappia nuotare per giorni e giorni, senza sosta...lasciandoti Leros alle spalle.
Io no. Non so nuotare così bene.


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"Un libro duro e dolorosamente bello" : non so se lo leggerò.
In risposta ad un precedente commento
Antonella76
22 Novembre, 2016
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Va letto con la consapevolezza di potersi fare male...sì.
2 risultati - visualizzati 1 - 2

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