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La bambina e il sognatore
 
La bambina e il sognatore 2017-01-31 11:20:35 Lady Libro
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Lady Libro Opinione inserita da Lady Libro    31 Gennaio, 2017
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Più di un giallo

Quante cose ci sono da dire e sono presenti in questo romanzone!
La quarta di copertina e le prime pagine del libro lo presentano come una specie di giallo sospeso tra realtà e onirismo, che ha per “investigatore” questo maestro di scuola elementare, il sognatore del titolo, un uomo di grande sensibilità e cultura (anche se a volte un po'irritante nel suo essere saccente e fare il buonista, bisogna dirlo), lasciato dalla moglie dopo la morte per tumore della loro figlioletta Martina.
Costui si sente profondamente coinvolto nella sparizione della piccola Lucia, avendola sognata nel momento esatto del presunto rapimento e trovandola identica alla propria figlia.
Poco dopo un centinaio di pagine, però, oserei dire che il contenuto cambia completamente: alternandosi ai dolorosi e gioiosi flashbacks in cui Nani descrive passo dopo passo la sua vita con Martina prima e dopo che la malattia la colpisse, e la propria impotenza di fronte ad essa, il romanzo comincia a diventare un “minestrone” dai più svariati ingredienti.
Si passa quindi dai numerosi racconti di cronaca di bambini rapiti, a lunghi capitoli sulle denunce riguardanti la prostituzione minorile e l’estremismo islamico, fino a ripiombare verso le ultime settanta pagine circa alla componente gialla dell’inizio, a mio parere risolta e gestita in maniera assai frettolosa, irreale e un po’stucchevole.
A causa di questo intenso e prolisso mix che si allontana di parecchio dalle premesse iniziali, ho faticato non poco a terminare la lettura del volume, essendo stata più volte tentata di abbandonarlo ma, al tempo medesimo, curiosa di sapere la fine che avrebbe fatto la bimba del titolo.
Insomma, se fossero state tolte alcune parti “eccessive” e se l’insieme si fosse mantenuto sulla stessa linea narrativa, probabilmente gli avrei assegnato un giudizio pienamente positivo.
Ho apprezzato tuttavia i capitoli dedicati alle lezioni che Nani tiene ai propri alunni, una tenerissima descrizione di una realtà scolastica pienamente coinvolta e soggiogata dalla capacità del maestro di raccontare storie, così come quelli struggenti della lenta morte di Martina e dei bei momenti trascorsi dal padre insieme a lei e alla moglie quando ancora il cancro non l’aveva intaccata.
Primo libro che leggo della Maraini e di certo non sarà l’ultimo.
Pur non avendomi convinta fino in fondo, Dacia scrive in maniera sublime e tutta la sua profonda cultura e attenzione al mondo contemporaneo si avvertono eccome e in tanti tratti trascinano in un coinvolgente vortice.

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